Il Blog

Pubblicato: 2 anni ago

Svegliatevi, bambine!

Nel 2013 la nostra fanzine celebrò il quarantennale del doppio Frutta e verdura/Amanti di valore dedicandogli un ampio e appassionato dossier monografico (con tanto di cronistoria del 1973). Ve ne riproponiamol’incipit così come fu scritto dieci anni fa, senza nemmeno aggiornare i riferimenti temporali e i dati anagrafici dei personaggi citati, a dimostrazione di quanto siano valide oggi come ieri le considerazioni fatte allora da Antonio Bianchi sul panorama femminile della canzone italiana. E di quanto l’album – ormai prossimo al traguardo del mezzo secolo – continui a brillare di inestinguibile modernità

di Antonio Bianchi

Aristocratico, autorevolissimo, nuovo (una scorpacciata d’inediti come non s’era mai vista), snobisticamente signorile, di un’eleganza ai limiti dell’impopolare, chic, cerebrale, lussuosamente elitario, sottilmente respingente… Senza mezze misure. Quarant’anni dopo, il doppio Frutta e verdura/Amanti di valore non ha dissolto la sua personalità a tinte forti. Basta accendere l’impianto hi-fi (o, più contemporaneamente, una docking station) e riascoltarsi difilato i due album per assaporare – unanimemente – una Mina precisa, “compatta”, coraggiosa, diversa e “parziale” rispetto ai confini, ben più vasti, del suo mondo d’interprete.

Le nuove generazioni non possono comprendere. La Pausini, Giorgia, Elisa, l’Amoroso, la Marrone sono – genericamente – “ragazze”. Le nuove generazioni di interpreti si fermano ai venti-ventinove anni. C’erano una volta, invece, le “signore”. Il giro di boa dei trent’anni segnava una linea di demarcazione. Era il momento giusto per rivelare nuove atmosfere vocali, nuovi contenuti, nuove maturità. E la Mina di Frutta e verdura/Amanti di valore è un monumento al ruolo canzonettistico di Signora. Mina lo ha inciso a 33 anni. Fa un certo effetto pensare ai 39 anni della Pausini o ai 42 di Giorgia. Anche da loro sarebbe lecito aspettarsi una maturità tangibile. Ma a livello testuale e contenutistico, le due nuove regine, pur “mature”, sono più prossime a Cristina D’Avena (la Pausini in salsa romagnola, Giorgia in salsa barbecue all’americana) che alla Mina trentatreenne. Non si tratta di una critica irriverente. La cantabilità, la digeribilità, l’emotività angusta del repertorio delle nuove signore va poco più in là dell’adolescenza.Vietato crescere. Vietato diventare paladine di un mondo più personale. Vietato delineare una personalità troppo autorevole. E vietato mostrare il proprio volto più aristocraticamente esigente, raffinato e – dunque – inevitabilmente respingente.

Mina e la Vanoni ne sono le regine. Le scelte di repertorio dei loro anni ’70 rappresentano una costante ricerca di una nuova maturità espressiva, di contenuti inusuali (addirittura “proibiti”), di un lusso espressivo, di una signorilità dai tratti intellettuali e borghesi. La Vanoni, più competitiva, ha incarnato il ruolo con una costanza e una caparbietà esemplari. Mina, più libera, lo ha lambito con minor strategia. Eppure la pietra miliare – l’apoteosi di questa signorilità d’interprete – è mazziniana: l’album Amanti di valore, ancor più di Frutta e verdura, è l’emblema imbattuto (e non più battibile) di questo filone. Più di qualsiasi album coevo della Vanoni.

Nuova immagine, nuova voce, nuove atmosfere, nuova maturità. Sono tante le chiavi di lettura che suggellano questa parentesi estrema della produzione mazziniana. Figura slanciata, magrissima. Capello riccio corto (da signora vera, fiera, altera) e platinato (ad accentuare un sentore divistico). Abiti tassativamente lunghi, talvolta ravvivati da dettagli signorilmente d’antan (una rosa laterale, piume di struzzo…). Sigaretta accesa (a evocare un’icona serale, salottiera, agiata). Voce più impura e sporca, senza levigatezze insistite, perché un velo di asperità eleva all’ennesima potenza il senso di vissuto. Registro basso enfatizzato. Atmosfere strumentali dalle rarefazioni notturne. Un velo di jazz. Sonorità elegantemente ricercate, snobisticamente lontane dagli ammiccamenti commerciali. E – soprattutto – nuovi testi impregnati di sesso, di spossatezza, di logoranti epiloghi, di lusso, di dissipazione… (…)

(Da Una Signora in due, fanzine n° 75, marzo 2013)

Pubblicato: 2 anni ago

Di Giorgio e di notte

Si intitolava NEL 2023 una poco ricordata canzone con cui, nel 1970, Dalida e Caterina Caselli si lanciavano in fosche predizioni sul futuro dell’umanità. Il brano era piuttosto bruttarello, ma proprio per questo gli va riconosciuto – col senno di poi – il merito di aver profetizzato con efficacia l’abisso qualitativo in cui sarebbe precipitata la musica leggera del terzo millennio. Quello che le due suddette Cassandre canore non seppero prevedere, però, è che una loro esimia collega cremonese avrebbe attraversato con serafica determinazione il tellurico incedere dei decenni, avrebbe superato indenne l’inarrestabile tracollo del mercato discografico, e si sarebbe infine presentata alla porta d’ingresso del tanto temuto 2023 con le sempreverdi credenziali artistiche di una star che non teme il domani. Dal nuovo disco di inediti in arrivo a gennaio alle altre emissioni (non solo) mazziniane in uscita nei prossimi mesi, passando per l’agognato docufilm di MINA IN STUDIO di imminente programmazione ancora non si sa su quale piattaforma, le novità che bollono nel calderone PDUMUSIC sono tante. Così come sono tante, tantissime le misconosciute gemme paleominoiche che attendono da anni l’occasione buona per rivedere la luce. Ce ne viene in mente una la cui riscoperta potrebbe essere un bel modo per rendere omaggio a Giorgio Gaber di cui ricorrerà a Capodanno il ventennale della scomparsa: un misterioso acetato promozionale con un’inedita versione de LE STRADE DI NOTTE duettata da Mina e dal Signor G alla vigilia della loro prima tournée insieme di inizio ’70. L’incisione fu programmata un’unica volta in radio nel corso di una puntata della trasmissione serale di Mike Bongiorno e Paolo Limiti FERMA LA MUSICA“Attenzione, questa è una canzone che non troverete nei negozi!”, si affrettò a precisare Mister Allegria ai radioascoltatori prima che partissero le prime note del brano. Qualcuno dei nostri lettori più agés ha memoria – o, ancora meglio, possiede una registrazione – di questa fantomatica “chicca” di inestimabile valore artistico?

Buon Natale e Buon Anno a tutti!
Pubblicato: 2 anni ago

Buon Natale!

Photo: Stefano Ancillotti – Disegno: Gianni Ronco per pdumusic

Pubblicato: 2 anni ago

Voici les clés!

Encadenados

Un disco interamente cantato da Mina in spagnolo.

Un progetto musicale che vide la sua pubblicazione una sola volta nel mercato Latin negli anni ‘90, viene adesso rimasterizzato e pubblicato su vinile e nastro analogico.

Un disco che suona straordinariamente attuale pur essendo composto da canzoni di una bellezza senza tempo.

L’album è arricchito da una copertina e libretto interno con fotografie inedite di Mauro Balletti.

Allegato di posta elettronica
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Mina in studio 2001 – 2021

Per celebrare i 20 anni dalla presentazione del video “Mina in studio” pubblicato in DVD nel 2001 e fuori catalogo da molti anni, esce per la prima volta su supporto audio un doppio album in vinile che raccoglie tutti i 10 brani realizzati durante le sessioni di registrazione dal vivo del 2001 con l’aggiunta di una canzone nuova realizzata nel 2021 con la stessa tecnica di registrazione live in studio: “Accarezzame”.

(P.Calvi, N.Salerno)

 

Il doppio disco contiene grandi standards americani realizzati a ballad jazz, due boleros latini e canzoni senza tempo della tradizione italiana. Una band formata da jazzisti d’eccezione e una orchestra d’archi diretta da Gianni Ferrio, accompagnano Mina che in questo progetto unico nel suo genere dimostra tutta la sua unicità e bravura.

Dilettevoli eccedenze

Nasce una nuova collana per dare il giusto merito a brani rimasti in panchina al momento di fare la definitiva track list di un album, oppure dimenticati nei cassetti o usati come “ghost track” su CD.
Facciate B di 45 giri mai pubblicati su album e brani cantati da Mina solo per la pubblicità.

Belle canzoni che, sotto il titolo di “Dilettevoli eccedenze”, ottengono attenzione e il giusto spazio su un disco a loro dedicato.

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Pubblicato: 2 anni ago

Ricordo dicembre…

Dicembre 1962– Con la sua esecuzione de Il cielo in una stanzanella puntata del 20 dicembre di Canzonissima,Mina accede alla finalissima del 6 gennaio (a eseguire il pezzo in tale serata sarà, però, Gino Paoli in sostituzione dellaTigre“dimissionaria” per gravidanza). Sempre in questi giorni registra per l’Industria Italiana della Birra due cicli di Caroselli, rispettivamente diretti da Vittorio Carpignano e da Enzo Trapani, che andranno in onda tra il 17 aprile e il 21 agosto del 1963 e che costituiranno le sue uniche apparizioni sui teleschermi italiani nell’anno della sua maternità-scandalo… 

Dicembre 1972 – Nonostante non appaia in TV ormai da maggio (e cioè dalla conclusione di Teatro 10e dopo aver dominato la Hit Parade estiva col singolo Amor mio/Capirò, nelle settimane prenatalizie Mina riconquista i primi posti delle classifiche discografiche sia col 45 giri Eccomi/Domenica sera sia col doppio album Uno più uno (che dopo le Feste sarà rieditato coi due volumi Altro e Dalla Bussola disponibili singolarmente), Nel frattempo, in vista dei successi futuri della Titolare, la PDU rinnova le attrezzature della Basilica di Milano con modernissimi impianti di transfert e sofisticate apparecchiature Ampex a 16 e a 8 piste e Telefunken a 8, a 2 e a 1 pista… 

1982 – Dopo il buon successo (anche nelle discoteche) del singolo di lancio Morirò per te, la promozione natalizia del doppio Italiana è affidata al 45 giri – solo in edizione promozionale per i juke-box – contenente Mi piace tanto la gente (sigla dello show domenicale Due di tutto diretto da Enzo Trapani) e Sweet Transvestite. Ma, come preannunciato dalla fanzine numero 9/10 del Minafanclub parmense, Mina è già al lavoro per incidere  una serie di cover di successi anni Cinquanta che, nell’autunno 1983, faranno da sigle iniziali alla nuova trasmissione di Raiuno Trent’anni della nostra storia

Dicembre 1992– Il doppio Sorelle Lumièreè ancora ai vertici dei dischi-strenna più venduti e già nel quartier generale PDU si pensa ad una nuova possibile emissione discografica da lanciare in primavera. L’idea più accreditata, per il momento, è quella di un nuovo greatest hits, sulla falsariga di Oggi ti amo di più, per il quale Mina avrebbe già pronto il titolo: Talmente t’appartengo. Ma non è da escludere una soluzione diversa come potrebbe essere, ad esempio, un’antologia monografica con inediti (magari griffata Beatles?)…

Dicembre 2002– Terzo singolo in vista per la promozione radiofonica del magnifico Velenodi Mina. La scelta cade sulla “facile” Ecco il domani. della quale, però, dopo il lusso delle due covercreate da Gianni Ronco per i primi due singoli pubblicati nei negozi (Succhiando l’uvaCerte cose si fanno) sarà stampato solo un promofuori commercio e privo di copertina…

Dicembre 2012– Il successo al di là di ogni più rosea previsione di 12e il rapido esaurimento nei negozi della prima tiratura in dodici differenti copertineha costretto la Sony a dare alle stampe e a immettere nel mercato già prima di Natale la “tredicesima” copertina del disco, ovvero quella standardcon tutte e dodici le immagini. A gennaio, poi, vedrà la luce l’attesa edizione in vinilela cui busta – wow– conterrà al suo interno una gradita sorpresa… 

Dicembre 2022– MentreThe Beatles Songbooksi prepara a essere la strenna discografica più acquistata e più regalata da parte di quella resiliente nicchia di pubblico che ancora crede nella Musica come sinonimo di Arte, Cultura e Bellezza, tra i fedelissimi di Mina ferve già l’attesa deldisco di inediti(con unacover) chepdumusiclancerà a gennaio. Nel frattempo, lostoremazziniano renderà disponibili nei prossimi giorni leUSB carddei primi tre LP usciti in ottobre: “Inizialmente la versione in digitale era prevista solo per il nuovo disco di inediti– aveva chiarito alcune settimane fa l’efficiente e gentilissimaMilena Paninel preannunciare questa ghiotta novità –ma poi, viste le numerose richieste, abbiamo deciso di allargare il progetto a tutti i dischi di Mina presenti nello shoppdumusic.Fedeli alla nostra missione di realizzare prodotti di alta qualità audio, PDU renderà disponibile una USB card che conterrà gli LP a 96KHZ/24bit. La chiavetta sarà un prodotto a sé e venduta separata dal vinile per lasciare la libertà di scelta nell’acquisto della versione in digitale o di quella analogica. A breve il nuovo prodotto sarà inserito all’interno dello shop di pdumusic per il pre-ordine e a quel punto saremo in grado di avere informazioni più precise sulla data di uscita e sul costo. Anche per questo prodotto il packaging sarà super bello e super curato!”. 

 

Pubblicato: 2 anni ago

Ve ne dico Quattro

Quando manca  una settimana esatta dal lancio sul mercato fisico e digitale dell’attesissimo The Beatles Songbook, vi (ri)proponiamo dalla nuova fanzine l’incipit del minuzioso dossier Quattro ragazzi per me in cui Antonio Bianchi ripercorre i sessant’anni di passione tra Mina e i Fab Four…

di Antonio Bianchi – Cover: Mauro Balletti

Hanno rappresentato la musica nell’accezione più libera, istintiva e rivoluzionaria. E oggi, a sessant’anni dal loro debutto e a cinquantadue dallo scioglimento, incarnano il riferimento imprescindibile per chi ama la musica e anche per chi ama leggerne, scriverne e studiarla. Perché ai Beatles è legata una bibliografia infinita che rappresenta la traccia più preziosa per indagare la musica pop rock. Anche fra gli addetti ai lavori, c’è chi non ha mai ascoltato un loro disco e ignora la sorprendente evoluzione che si dipana nell’ascolto in ordine cronologico della loro produzione. Ogni album dei Beatles, specie dal ’65, è un triplo salto in avanti, un record polverizzato. C’è chi ne riduce la portata accostandoli ad altri “miti”. Pensiamo alla sempiterna contrapposizione con i Rolling Stones (che incarnano una dimensione ben più parziale del concetto di musica) o pensiamo a Elvis, mito generazionale più che musicale. Gli emuli di The Pelvis sono imbrigliati al suo personaggio più che alla sua musica. Pensiamo a Little Tony, a Johnny Halliday e ai mille altri emuli in giaccona variopinta, frangiona e brillantina. Pensiamo anche alla timbrica di chi si avventura nel repertorio presleyano: tutti ricreano pedissequamente il modello di riferimento. Mina compresa. Come se cantare Elvis imponesse costantemente il ricorso al modello originale. 

Anche i Beatles sono – generazionalmente – frutto della rivoluzione presleyana. Ma il loro apporto alla musica è andato infinitamente oltre. Per cantare i Fab Four non serve rappresentare visivamente il riferimento. E men che meno è necessario ricrearlo timbricamente e stilisticamente. Questo materiale si presta alle atmosfere strumentali più diversificate, ai repertori più lontani e alle soggettività stilistiche più estreme: dai musicisti classici ai jazzisti incalliti, dalle rock band (soft e heavy metal) alle più grandi voci classiche (da Sinatra in poi).

L’elasticità è la caratteristica più interessante dei sopralluoghi mazziniani in ambito beatlesiano. Con un’evidenza che, nella nuova antologia, si delinea con una chiarezza preclusa ai generici album di cover, che mescolano generi, repertori e riferimenti stilistici troppo variegati per consentire indagini terse. Stavolta, la formula è adottata sulla base di un riferimento univoco (il repertorio beatlesiano, appunto) e consente annotazioni ben più unanimemente soppesabili. A cominciare dalle modalità d’approccio al repertorio dei Fab Four. Che si rivelano sorprendentemente libere, senza briglie. Mina lambisce i classici beatlesiani da prospettive diverse, mutando costantemente intenzioni e punti d’osservazione (…).

 

Pubblicato: 2 anni ago

Per aspera ad astra

di Luigi Iacobellis

“La musica è finita. È finita nel senso che nessuno investe più su un nome nuovo e, a mala pena, su un nome accreditato. Internet, Youtube e dintorni hanno cambiato e distrutto gli equilibri che tenevano in vita tutto questo po’ po’ di ambaradan che è la musica leggera e non solo… ma è vero che il vinile va di moda? Come suonava bene… Con il vinile c’era più anima, la musica era meno asettica. Si sentiva il respiro e l’emozione che sono spariti quasi del tutto con l’utilizzo delle nuove strumentazioni”. Con queste parole Mina qualche anno fa affrontava, a più riprese, il tema dell’industria musicale e dei supporti discografici. 

Da qualche giorno abbiamo appreso attraverso i canali ufficiali del nuovo ambizioso progetto PDU Music, una rivoluzione in chiave futuristica del modo di fruire della musica di Mina e di tanti altri artisti. In altre parole, riprendendo lo slogan pubblicato sul sito, la musica in tre dimensioni per un nuovo multiverso del collezionismo musicale che si realizza seguendo variegate linee progettuali. Un ritorno al passato che ormai da qualche anno è ritornato ad essere protagonista delle emissioni e delle vendite, il vinile, rivisitato in chiave estremamente qualitativa e fortemente esclusiva. Qualitativa nel senso della ricercatezza di materiali, tecniche di registrazione e packaging nella realizzazione di un prodotto secondo elevati standard, in grado di soddisfare i consumatori più ricercati. Esclusiva seguendo tre direttrici spiegate da Massimiliano Pani nella conferenza stampa e con comunicati successivi: limitare il mercato digitale dello streaming sulle piattaforme online, consentendo all’acquirente di poter scaricare file audio di altissima qualità solamente e unitamente al prodotto fisico non trovando i brani in rete; escludere dalla vendita alcuni prodotti negli store fisici e online, acquistabili unicamente sul canale ufficiale; accantonare un supporto tradizionale, come il compact disc. A questo si aggiunga l’universo NFT (con esclusive immagini e file audio acquistabili), il nuovo merchandising da collezione (al momento t-shirt e flangia serigrafata) e i nastri analogici che da qualche anno sono diventati pezzi di culto per gli audiofili più esigenti. Un catalogo destinato col tempo ad arricchirsi non soltanto dell’universo Mina ma anche di tanti altri noti artisti (già presenti tra gli altri Ivano Fossati, Mia Martini, Domenico Modugno, Sergio Caputo, Vinicius de Moraes e Sergio Endrigo, il trio Rea-Golino-Moriconi) e nuove giovani – e meno giovani – scoperte che potrebbero avere nella PDU Music un canale di promozione e diffusione della propria arte. 

Come tutte le rivoluzioni che portano questo nome, le reazioni degli addetti ai lavori, critici e giornalisti ma anche dei tantissimi collezionisti, acquirenti di musica e semplici appassionati non sono mancate, delineando un variegato caleidoscopio di sentimenti e posizioni contrastanti su vari profili. I più attenzionati, tra questi, riguardano l’abbandono del supporto del compact disc, la decisione di non inserire i brani in streaming sulle piattaforme online musicali, la non reperibilità di alcuni prodotti negli store fisici e online per la vendita esclusiva sul canale pdumusic.com (si veda tra questi, nelle intenzioni comunicate, il nuovo album di inediti di Mina). 

Operazione squisitamente commerciale? Non credo, almeno non nelle premesse e nelle finalità. Oso credere che l’idea sia partita dalla stessa Mina, come del resto tutto quello che attiene alle sue scelte artistiche e professionali e i motivi di questo progetto nascono da varie riflessioni. Prima di tutto l’anniversario della PDU stessa fondata dal papà Giacomo Mazzini che, raggiunti i 55 anni di gloriosa attività, necessitava di essere rilanciata anche alla luce del glorioso e troppo spesso dimenticato passato. La PDU certamente nasce come casa discografica di Mina, una scelta che le ha consentito di esprimere al meglio il proprio essere Artista libera, indipendente, slegata da logiche commerciali e da direttive imposte dall’alto, permettendole di realizzare nei tempi, modi e declinazioni dettate solo da lei il proprio modo di fare ed essere musica. Se oggi abbiamo un patrimonio musicale di Mina così vasto e diversificato, un unicum rispetto a qualsiasi cantante, esattamente come l’ha voluto lei e che rispecchia le sue scelte e convinzioni, è anche grazie alla PDU e alla possibilità di essersi svincolata dalle strette briglie della tradizionale industria discografica, non senza operare scelte musicali alcune volte ardite e condizionate soltanto dal credere fortemente nel progetto, scevre da dietrologie economiche e di incassi. PDU, dunque come strumento per essere propriamente libera di rappresentare il proprio lavoro al pubblico, principale strumento di comunicazione di Mina da oltre quarant’anni. 

Non bendiamoci gli occhi, però, rispetto a quanto è successo negli ultimi anni a riguardo delle emissioni discografiche di Mina. Ai più attenti si è avvertito in maniera evidente come Mina stessa abbia perso, in qualche modo, la gestione del suo catalogo per motivi legati a diritti e vincoli contrattuali che non è questo il momento di indagare. Di certo non sono mancate raccolte ed emissioni discografiche nell’ultimo periodo, talvolta anche a valanga e così ravvicinate nel tempo, senza alcuna apparente progettualità di fondo o novità che giustificassero il nuovo prodotto e che sono fermamente convinto non abbiano nemmeno visto il coinvolgimento o l’assenso di Mina stessa, che anzi – forse – avrebbe preferito cestinare il tutto se fosse stato nel suo esclusivo potere. Il progetto della nuova PDU Music, pur non potendo cancellare tutto questo, certamente rappresenta una effettiva modalità per Mina di rimettere in parte la propria firma sulla gestione del suo patrimonio artistico. E su questa linea trovano conferme le dichiarazioni di Massimiliano Pani in parte del “manifesto” progettuale: recuperare il catalogo e riproporlo con emissioni periodiche, programmate e definite esclusivamente sull’onda della qualità. Qualità espressa nel packaging curato ed esclusivo (dalla cura della grafica alla scelta degli scatti/disegni/copertine inedite, dalla qualità della stampa ai materiali utilizzati, dai booklet allegati alla cura dell’impacchettamento).  Qualità espressa nella purezza del suono e delle registrazioni in grado di rievocare emozioni e bellezza (come riportato sul sito “utilizzando al massimo la tecnologia odierna, con un criterio da audiofili, usando macchine di un tempo unite a macchine moderne con suono vintage, registratori analogici Studer e Ampex perfettamente restaurati a macchine esoteriche a valvole della britannica EAR Yoshino, sino ad arrivare a macchinari appositamente costruiti su nostre specifiche, sempre rimanendo in ambito analogico”; si pensi anche alla scelta preferenziale del vinile nero, come riferito dallo stesso Massimiliano, in grado di superare le logiche puramente commercial-collezionistiche delle valanghe di più o meno utili ristampe in vinile colorato degli ultimi anni, ad esclusivo vantaggio del suono). Qualità espressa nello stesso progetto e tracklist degli album che non diventano una mera trasposizione dell’originale ma si arricchiscono di tracce inedite o di brani/prodotti mai realizzati sul supporto. Dimostrazione è data dai primi prodotti realizzati: “Mina in studio 2001-2021”, per la prima volta su supporto audio un doppio album in vinile che raccoglie tutti i brani realizzati durante le sessioni di registrazione dal vivo del 2001 del dvd con l’aggiunta di Accarezzame, una canzone nuova realizzata nel 2021 con la stessa tecnica di registrazione live in studio; “Encadenados”, per la prima volta su vinile in versione rivista e rimasterizzata l’album “Nostalgias” realizzato nel 1998 per il solo mercato spagnolo e latino-americano contenente alcune versioni in lingua rimaste ancora inedite nel nostro Paese di brani già pubblicati in Italia; “Dilettevoli eccedenze”, brani mai pubblicati su album e cantati da Mina solo per la pubblicità, ghost-track o inediti lasciati nei cassetti e che ora ritrovano degna sistemazione per il grande pubblico. Già partendo solo da questi tre progetti è di tutta evidenza come l’acquisto del prodotto musicale ritrovi un senso, senza perdersi nelle logiche esclusive del profitto a scapito dei collezionisti e aprendosi anche all’interesse di nuovi o occasionali consumatori.

C’è anche un differente profilo da esaminare in questa nuova PDU Music. Troppo spesso agganciamo la PDU a Mina, quasi come se fosse una sovrapposizione automatica ed unica, dimenticandoci come il catalogo della casa discografica si sia arricchito nel corso degli anni di decine di artisti e generi musicali differenti, un ricchissimo melting pot culturale di musica classica (Marta Argerich, Maurizio Pollini e vari grandi solisti), Bossa Nova (Toquinho, Chico Buarque de Hollanda, Vinicius de Moraes), musica Celtica (Alan Stivell), Jazz italiano (Giorgio Gaslini, Martial Solal, Franco Ambrosetti, Danilo Rea, Massimo Moriconi, Alfredo Golino, Renato Sellani, Bruno Tommaso, Romano Mussolini, Martial Solal, Gaetano Liguori, Guido Mazzon, Andrea Centazzo), Rock progressive (Popol Vuh), Tangerine Dream, Peter Tosh per il reggae e tanti altri artisti italiani  e stranieri (tra tutti Milly, Massimo Bozzi, gli Audio 2, Marisa Sacchetto, i Domodossola, Tihm, Aulehla & Zappa, Marita, Johnny Sax, Milena, Proxima, Roberto Ferri e Luigi Grechi, Angel Pato Garcia, Lyonesse senza dimenticare Severino Gazzelloni). La nuova PDU music si pone l’ambizioso obiettivo di riscoprire l’anima autentica della sua storia, ponendosi come soggetto protagonista nelle produzioni musicali di qualità, certamente con Mina come protagonista ma non esclusiva. Dimostrazione è data dai prodotti già presenti in catalogo o di prossima pubblicazione di Fossati, Mia Martini, Domenico Modugno, Sergio Caputo, Vinicius de Moraes e Sergio Endrigo, il trio Rea-Golino-Moriconi, destinato ad arricchirsi di nuovi titoli e artisti e, perché no, di nuovi talenti che si affacciano nel mondo della musica. 

Ora in questo scenario come si collocano le scelte più criticate da alcuni di questo progetto? Direi allineandosi esattamente con la filosofia sopraesposta. La decisione di non inserire i brani in streaming sulle piattaforme online musicali e la non reperibilità di alcuni prodotti negli store fisici e online per la vendita esclusiva sullo shop della PDU Music possono certamente rappresentare scelte antipopolari ma sono strumenti fondamentali per raggiungere l’obiettivo sperato: diffondere gradualmente la mission e lo spazio PDU Music, anche a scapito degli incassi. A chi ha frettolosamente attribuito all’operazione una esclusiva natura speculativa, direi che a ben guardare si tratta dell’esatto contrario. Escludere i canali tradizionali di vendita – dal negozio di dischi all’ipermercato, passando per i colossi del commercio elettronico – significa, inevitabilmente, rinunciare quantomeno nell’immediato agli incassi che provengono soprattutto dal grande pubblico (non dal fan o dal collezionista) e questa di per sé è una scelta antieconomica, se si pensa che il nome di Mina è trainante nelle vendite da anni per il grande pubblico, pur nei limiti della crisi del mercato discografico determinata dal passaggio al formato digitale. A questo si aggiunga proprio la scelta di escludere dalle piattaforme streaming i nuovi prodotti editi nel progetto: come è possibile fidelizzare il cliente in questa nuova filosofia che pone al centro il supporto vinile di alta qualità e appassionarlo ad un nuovo modo di interagire con il prodotto se lo stesso brano è facilmente reperibile online, finanche gratis? Il violento passaggio dal disco in vinile al compact disc, la facile replicabilità di quest’ultimo e il diffondersi della pirateria musicale, la diffusione del web e, quindi, l’avvento dei download selvaggi illegali fino ad arrivare allo streaming legalizzato – a pagamento o con massicce dosi pubblicitarie – è impopolare dirlo ma hanno diseducato il pubblico. La musica e tutto quello che gira attorno al prodotto musicale sono stati progressivamente affiancati al concetto di gratuito, come se in un solo istante fossero stati cancellati tutti i costi di produzione, di materie prime, di fasi discografiche, di infrastrutture e macchinari, di ricerca e sviluppo, di remunerazione dei lavoratori del settore e dell’artista, di logistica, di tassazione e oneri solo per citarne alcuni. La musica oltre ad essere diventata liquida sembra essere stata ascritta al paradiso della gratuità, elevata quasi ad un diritto soggettivo di fruizione per assecondare le proprie esigenze primarie di svago e di cultura. Discorso che stranamente non viene percepito per altri prodotti, come ad esempio il libro, a cui si riconosce la funzione e il giusto prezzo nella fase di acquisto. By the way, se fosse veramente così, se uno Stato fosse in grado da solo di sostenere tali oneri vivremmo veramente su Bula Bula, la nostra isola ideale. La realtà è un’altra e, tralasciando alcune operazioni commerciali di indubbio gusto e discutibile elevato prezzo finale di vendita, non dovrebbe destare scandalo e stupore che la musica ha un costo ed è un bene oggetto di acquisto e non di fruizione gratuita. E in questo senso si giustificano i prezzi di vendita dei nuovi prodotti sullo store che devono necessariamente tenere conto della molteplicità di fattori innanzi esaminati.  Sull’abbandono del supporto del compact disc, sarà necessario attendere e non dare necessariamente per definitiva la scelta. Il tempo, il mercato, le richieste che perverranno dai consumatori ne stabiliranno la morte o una rinnovata sopravvivenza, come è accaduto per il vinile. Al momento, però, la scelta è coerente con quello che si propone di fare la PDU Music, puntare sulla qualità audio del supporto in vinile e sul futuro nel mondo degli NFT e del metaverso. 

Ultima annotazione sollevata al progetto riguarda il possibile ostacolo alla diffusione dei nuovi lavori di Mina, soprattutto per il grande pubblico e i più giovani. Mina ha da sempre rinunciato ad ogni forma di pubblicità, è l’emblema stesso dell’harakiri del marketing promozionale del proprio lavoro, sfugge ad ogni forma autocelebrativa e di réclame. Chi non la conosce, facilmente cadrebbe nell’etichettarla gratuitamente come snob, autoreferenziale e menefreghista del proprio pubblico quando invece è proprio l’esatto contrario. Per lei fare musica, oltre a rispondere ad un istinto innato e geniale, significa entrare in punta di piedi con i propri lavori, lasciando volare libere le proprie canzoni come farfalle senza alcuna imposizione, nella consapevolezza che arriveranno a destinazione, come lei stessa dice, per viali imponenti, ma anche per viuzze piccoline, apparentemente inutilizzabili. Ad ennesima dimostrazione che tutto quello che può essere frettolosamente bollato come scopo di profitto si schianta con azioni o, per meglio dire non azioni, che si dirigono nel senso contrario. Certamente i nuovi lavori non resteranno nell’orticello di un sito ma troveranno degno spazio sui mass media e sui canali ufficiali e, forse, troveranno proprio in ciascuno di noi appassionati di lungo e recente corso il veicolo propulsore di diffusione, quasi novelli ambasciatori di un patrimonio destinato ad arricchirsi a tutto vantaggio delle nostre emozioni. Del resto, come scrive Mina, la musica rimane; tutto passa, tutto muore. La musica no. Ti si pianta nel cuore e non ti abbandona. 

Auguri a Mina, a Massimiliano e Milena Pani, a Mauro Balletti e Gianni Ronco, ai musicisti, tecnici e a tutto lo staff che lavora in questa rinnovata Pdu Music. Per Aspera ad Astra, verso un ambizioso futuro che ha tutti i presupposti per brillare nel segno rinnovato dell’eccellenza e della qualità.

 

Pubblicato: 2 anni ago

E stamo mejo noi che non magnamo mai…

Le DILETTEVOLI ECCEDENZE che aprono la collezione di meraviglie a tre dimensioni della pregiata boutique pdumusic sono state accolte nella nostra pagina di Facebook con DISDICEVOLI ECCESSI di acidità da parte di una rumorosa minoranza di sedicenti mazziniani. Se è per molti versi comprensibile e condivisibie la diffusa nostalgia del CD tra quanti – come chi scrive – fino a oggi hanno acquistato i vinili per puro sfizio estetico e sentimentale, fatichiamo invece a giustificare i toni livorosi di coloro che contestano senza mezze misure la coraggiosa svolta “élitaria” – ad alta qualità – intrapresa da Mina e dal suo staff. In buona parte si tratta – come è facile verificare raffrontando i numeri milionari di aficionados della fan page ufficiale con le cifre nude e crude delle tirature raggiunte dagli ultimi dischi – di gente ormai abituata a godersi per un soldo di cacio l’intero scibile musicale sui vari Spotify, Skifofy et similia e il cui ultimo acquisto “fisico” risale probabilmente a una musicassetta farlocca di MINACELENTANO pagata due lire vent’anni fa a un incolpevole vu’ cumprà accampato sottocasa. Non si spiegano altrimenti certi commenti micragnosi sui presunti prezzi “proibitivi” dei nuovi lussuosissimi LP in vendita al più che accessibile costo di meno di 40 euro l’uno. Quanto all’altrettanto contestato acquisto “obbligato” di un giradischi, basta fare un salto all’IKEA per trovarne di ottimi – con cuffia – a poco più di 100 euro. E pazienza se per avere tutto questo i meno abbienti tra noi dovranno rinunciare di buon grado a un paio di cene in pizzeria ogni mese. “Perché l’amore – citando i versi della sempre bella BACHELITEse è vero amore è del tipo ‘qualche santo aiuterà’…”. 

 

Pubblicato: 2 anni ago

Pdu Music, il futuro a tre dimensioni


COMUNICATO STAMPA


Nasce pdumusic.com

Il Nuovo Multiverso per collezionisti 

in cui trovare musica in tre dimensioni:

Dischi in Vinile,

Nastri Analogici e NFT

 

pdumusic.com, il nuovo multiverso per collezionisti,  nasce il 21 ottobre 2022. E nasce in uno spirito di continuità con lo storico e glorioso marchio PDU (fondato dal padre di Mina, Giacomo Mazzini, 55 anni or sono, appunto nel 1967) con l’intento di produrre e commercializzare musica su supporto fisico – cioè dischi in vinile e nastri magnetici di alta qualità. Ma nasce anche, coerentemente con il 2022, per produrre e commercializzare in quel supporto che è il futuro dell’arte in digitale: NFT, cioè Non Fungible Token.

La musica prodotta da PDU, e distribuita esclusivamente attraverso il nuovo canale dedicato www.pdumusic.com, lo sarà utilizzando apparecchiature tecnologiche vintage, e analogiche, che la PDU ha sempre conservato e mantenuto in perfetto stato nei suoi studi di registrazione.

La PDU, Produzione Dischi Ultrafonici, era nata 55 anni fa per permettere agli artisti, Mina per prima, di seguire il loro percorso creativo facendo musica di qualità.

E’una missione di cui si fa carico anche PDU Italia attraverso pdumusic.com.

A guidare e a motivare PDU in questa iniziativa è l’immutata passione per la ricerca del meglio, sia dal punto di vista artistico sia dal punto di vista tecnico.

“Qualità”, infatti, è un po’ il mantra di PDU. Qualità dei macchinari, qualità nei processi creativi e produttivi ( il transfer a Abbey Road, la galvanica a Sheffield…), qualità del vinile e dei nastri magnetici; e, naturalmente, qualità dei prodotti finiti, e grande accuratezza nelle confezioni e nelle grafiche.

L’intento è offrire all’appassionato un oggetto fisico collezionabile, restituendo il senso e il piacere del possesso che la musica cosiddetta liquida, ormai gassosa, ha perduto completamente.

Gli album di Mina pubblicati da pdumusic.com conterranno musica non disponibile sulle piattaforme di distribuzione digitale, quindi reperibile solamente in formato fisico su album in vinile. 

E’ il caso, nella prima emissione, di “Dilettevoli Eccedenze”, un album che raccoglie undici “deep cuts” (rarità, facciate B, inediti); di “Encadenados”, un disco interamente cantato da Mina in spagnolo pubblicato una sola volta nel mercato latin negli anni ’90.

Poi “Mina in Studio 2001-2021”, LP doppio in vinile mai pubblicato in CD, che ripropone il repertorio del DVD “Mina in Studio” del 2001 (ormai da tempo fuori catalogo) arricchendolo dell’inedita “Accarezzame”.

Tutti i vinili sono da 180 grammi, tutti gli album sono con custodia apribile stampata su cartone opaco e con libretto interno di 16 pagine con fotografie inedite di Mauro Balletti o – nel caso di “Dilettevoli Eccedenze” – con disegni inediti di Gianni Ronco. E tutti e tre sono disponibili anche su supporto “tape” – nastro magnetico analogico da un quarto di pollice.

In collaborazione con Warner Music Italia e Il Volatore (di Ivano Fossati), PDU Italia produce e commercializza anche versioni in vinile e in nastro analogico di album “storici” del catalogo dei partner, scelti di concerto fra la direzione artistica di PDU e le rispettive direzioni artistiche.

Nella prima emissione figurano tre album di Ivano Fossati (“Musica Moderna” del 2008, “Decadancing” del 2011, il suo ultimo album di inediti prima di “Mina-Fossati”, e il doppio live “Dopo tutto” del 2012), “Domenico Modugno” (una raccolta del 1959 con “Strada ‘nfosa”, “Resta cu’ ‘mme” e “Vecchio frack”), l’epocale “La vita, amico, è l’arte dell’incontro”, il disco per il quale nel 1969 Sergio Bardotti mise insieme Vinicius De Moraes, Giuseppe Ungaretti, Sergio Endrigo, Toquinho e Luis Bacalov), “Un sabato italiano” (ormai un classico: il primo album di Sergio Caputo, datato 1983) “Danza” di Mia Martini (l’album del 1978 con 11 canzoni di Ivano Fossati).

Il primo prodotto completamente inedito è “Tre x Una – Fortissimo”, in cui Danilo Rea al pianoforte, Alfredo Golino alla batteria e Massimo Moriconi al contrabbasso interpretano, arrangiando e proponendoli a loro modo, i successi di Mina. Questo nuovo e magnifico progetto dei tre grandi jazzisti è stato registrato interamente su multitraccia analogico.

Tutti gli album in vinile e i nastri analogici di PDU Italia saranno acquistabili esclusivamente attraverso il sito pdumusic.com, e saranno inizialmente disponibili in copie limitate “prima edizione” e in tirature contenute –  l’equivalente della “prima edizione” dei libri.

Nascono quindi già come oggetti da collezione, il cui valore è destinato ad aumentare nel tempo.

Oggetti da collezione sono anche gli NFT proposti da pdumusic. La scelta editoriale in proposito è certificare l’autenticità della produzione di ogni NFT, trasformandolo così in una sorta di “multiplo d’arte”. Le prime proposte di opere grafiche sono di Mauro Balletti (per le copertine degli album di Mina “Canarino Mannaro”, “Rane Supreme”, Salomè” e “Veleno”): immagini inedite che diventano così opere digitali con tecnologia Blockchain (completate da video in cui l’autore spiega il procedimento di realizzazione).

Il primo NFT musicale è di Mina. È composto da due nuove cover, canzoni standard mai cantate prima; “Almost blue” e “Eu sei que voi te amar”. Avrà per copertina una bellissima idea grafica digitale realizzata da Gianni Ronco.

Una seconda emissione di album, nastri e NFT è prevista per il prossimo dicembre. Oltre ad altri titoli di catalogo dei partner, ne farà parte un nuovo disco inedito di Mina.

L’ambizione di pdumusic.com è dunque quella di diventare un “negozio”, orgogliosamente un po’ esclusivo, di riferimento per gli appassionati collezionisti di musica di qualità, con il superamento del genere.

PDU si rivolge a una nicchia di pubblico, ma è una nicchia che merita di essere coltivata e soddisfatta, puntando non ai grandissimi numeri dello streaming ma ai numeri relativamente piccoli, però comunque consistenti, dei collezionisti “veri”, quelli che acquistano dischi in vinile o nastri analogici per ascoltarli, e non per moda o per fanatismo.

È una scommessa impegnativa e avvincente che PDU affronta con entusiasmo e (forse) un filo di incoscienza, con l’auspicio che il suo “ritorno al futuro” abbia lunga vita e faccia felici quei matti che ancora amano e collezionano la buona musica.

 

Pubblicato: 2 anni ago

91, il sommario!

Mina only for fans su pdumusic: un futuro di qualità

SAI DOVE TROVARMI, SE MI VUOI…

Comunicato stampa

 

Una pioggia di arrivi esclusivi nello store pdumusic

SOMOS NUEVOS!

di Loris Biazzetti

 

Mina e i Beatles, il binomio perfetto

QUATTRO RAGAZZI PER ME

di Antonio Bianchi

 

Scripta Minant / I miei Beatles

SHE DAB DAB YÈ YÈ YÈ

di Mina

 

Il 1965 di Mina: un anno vissuto vertiginosamente

POI VADO SU, VADO SU, VADO SU!

di Loris Biazzetti

 

Scripta Minant / Dal diario di Studio Uno

UNA JOSEPHINE PER MASSIMILIANO

di Mina

 

La Mina “eleganzissima” di Drusilla Foer

DA UN MINUTO ALL’ETERNITA’

Intervista di Alessandro Mariotti

 

Il duetto Mina-Battisti 50 anni dopo: una storia da (ri)raccontare

MA NON DOVEVAMO VEDERCI PIÙ?

di Enrico Casarini

 

COME GOCCE

Pubblicato: 2 anni ago

Sette volte settembre

Settembre 1962 – Dopo un’estate insolitamente povera di serate dal vivo (eccezion fatta per qualche data alla Bussola) ma fitta di impegni all’estero (in Francia, in Spagna e soprattutto in Germania dove, sull’onda del successo di Heisser Sand, un sondaggio di popolarità l’ha incoronata “star femminile dell’anno” davanti a Connie Francis e Caterina Valente), Mina appare fino a tutto settembre oggi nove sere nella serie di 15 Caroselli della Birra in cui, diretta da Antonello Falqui, interpreta “alla sua maniera” altrettante Divine dello spettacolo. Il rientro ufficiale sui teleschermi italiani avviene però – a quasi due mesi dall’ospitata a Eva e io – domenica 30 settembre nella terza puntata di Alta pressione, programma musicale del 2° canale per la regia di Enzo Trapani e la conduzione di Renata Mauro. Oltre ad un medley dal vivo dei suoi maggiori successi, la Tigre esegue in playback il suo hit del momento, Renato, e presenta il fratello Alfredo, in arte Geronimo, che propone la bellissima La gente ci guarda. L’apparizione precede di una decina di giorni il ritorno di Mina come concorrente – nonché come interprete della sigla di chiusura Stringimi forte i polsi – nella nuova edizione di Canzonissima con Dario Fo e Franca Rame…
Settembre 1972 – Conclusa – con la serata del 16 settembre per l’occasione immortalata in una registrazione audio e video – la sua trionfale ma sfibrante stagione di concerti sul palco della Bussola con la big band diretta da Gianni Ferrio, Mina annulla per tutto il resto dell’anno qualsiasi nuovo impegno pubblico limitando la sua attività professionale ai consueti appuntamenti in radio con Andata e ritorno e Pomeriggio con Mina e alle registrazioni in Basilica delle canzoni del nuovo 45 giri autunnale e dell’album di inediti che vedrà la luce prima di Natale insieme al disco live
Settembre 1982 – Spetta alla fanzine n° 9/10 del Mina fan club parmense (l’unica con doppia numerazione della nostra storia, per rimediare alla mancata uscita del bollettino estivo) l’onore truffaldino di svelare in anteprima la copertina e i titoli del nuovo 45 giri in uscita a fine settembre, Morirò per te/Oggi è nero. Ma è il settimanale Eva Express, nelle stesse settimane, a pubblicare le prime splendide immagini scattate a Mina (e a Massimiliano) nelle immediate vicinanze della nuovissima sala luganese in zona Pazzallo dove il team mazziniano sta ultimando il primo album doppio dell’era post-Basilica.
Settembre 1992 – Un increscioso “incidente” tecnico che, al rientro dalle vacanze, stava rischiando di cancellare alcune delle tracce incise proprio nella fase conclusiva dei missaggi costringe lo staff degli studi GSU a rinviare di un paio di settimane – dal secondo al quarto venerdì di ottobre – l’uscita del nuovo doppio di Mina. Sul contenuto e sulla copertina del quale vige – come sempre – la più rigida consegna del silenzio. Nel frattempo, Massimiliano, a un anno dal suo felice esordio cantautorale con L’occasione, è alacremente impegnato nelle registrazioni del secondo album la cui pubblicazione è prevista per il prossimo aprile in concomitanza col 30° compleanno…
Settembre 2002 – Finalmente quasi pronto, a tre e anni e mezzo dal precedente Olio, l’attesissimo nuovo album di inediti di Mina. Da una rosa iniziale di venti brani provinati, sedici dei quali effettivamente registrati, sono poi scesi a quattordici quelli che, prima della chiusura per ferie degli studi di Lugano, Mina aveva selezionato per la tracklist finale. Alla riapertura della sala, il 10 settembre, un’ulteriore scrematura ha ridotto a 12 i titoli inviati negli studi Nautilus di Milano per la masterizzazione definitiva a cura di Antonio Baglio. A fine mese, intanto, vedrà la luce nei negozi Succhiando l’uva, cd singolo d’assaggio griffato Zucchero di un disco che si preannuncia ricchissimo di ghiotte primizie d’autore…
Settembre 2012 “In quest’aria che precede di poco l’autunno – ha scritto un non meglio identificato Massimo nel numero 38 di Vanity Fair del 26 settembre – sento già profumo di nuovo album (il tuo intendo). Ti aspetto”. “È pronto – gli ha puntualmente risposto Mina, con la generosità di indiscrezioni sul proprio lavoro in sala che ultimamente la contraddistingue – e con Mauro Balletti e Gianni Ronco stiamo finendo di realizzare la copertina. Le copertine, veramente… poi capirai il perché”. Parole sibilline che nel giro di poche settimane troveranno non una, ma ben 12 differenti soluzioni…
Settembre 2022 – Prevista inizialmente per il prossimo 20 settembre – giorno in cui l’indimenticabile Giacomo Mazzini avrebbe compiuto 108 anni – la conferenza stampa di presentazione della Nuova PDU avverrà invece nella seconda metà di ottobre. In tale occasione Massimiliano Pani, Milena Martelli, Michele Di Lernia, Mauro Balletti e altri volti vecchi e nuovo dello staff mazziniano illustreranno ai giornalisti i numerosi progetti in arrivo per l’autunno-inverno per quanto riguarda sia le emissioni su LP, su nastro analogico e su file digitale NFT (acquistabili online in esclusiva sul sito di imminente apertura www.pdumusic.com) sia le nuove uscite relative al back catalogue 1967/’93 che continuerà a essere fisicamente distribuito nei canali tradizionali dalla Warner. Negli stessi giorni vedrà la luce anche la nuovissima fanzine numero 91 le cui prime 21 pagine – copertina compresa – saranno dedicate a questa pioggia di novità, mentre gli altri articoli del numero riguarderanno la Mina 1965, la ristampa del libro Mina e Battisti – Il duetto presentata dall’autore Enrico Casarini e un’intervista di Alessandro Mariotti a Drusilla Foer
Pubblicato: 2 anni ago

Giugni chiusi

Giugno 1962 – Reduce da una trionfale tournée in terra argentina – dove ha debuttato giovedì 10 maggio al Teatro Opera di Buenos Aires  con una grande orchestra di musicisti locali (Francini al violino, Alcouron alla chitarra, Wulff e Casalia ai tromboni, Toscano alla tromba) sotto la direzione di Tony De Vita – Mina inizia una serie di apparizioni televisive per promuovere il nuovo singolo Renato, dapprima nel varietà con Dario Fo e Franca Rame Chi l’ha visto? (il 24 maggio) e poi, tra il 2 e il 23 giugno, con tre ospitate nello show di Ernesto Calindri Il signore delle 21 (dove si esibirà anche con Il cielo in una stanza e Le tue mani). Nel frattempo, la sua Moliendo Café lanciata a Studio Uno continua imperterrita a occupare le prime posizioni della Borsa Disco italiana a 45 giri…
 
Giugno 1972 – Preceduta da alcune settimane di prove all’International Recording di Roma, ha preso il via alla fine di maggio la stagione estiva di concerti che Mina terrà in esclusiva fino a fine settembre alla Bussola di Viareggio con una big band di pezzi da 90 del jazz italiano diretti da Gianni Ferrio. Nel frattempo, il nuovo 45 giri Parole parole e il nuovo album 5043 – lanciati in concomitanza con Teatro 10 – sono immediatamente schizzati in vetta alle classifiche senza scalzare dalle prime posizioni né Grande grande grande tra i singoli né la Scimmia tra gli LP…
 
Giugno 1982 – Dopo un lungo periodo di forzata inattività per consentire il completamento dei lavori di installazione della nuova sala di incisione di Lugano in zona Pozzallo, Mina e il suo staff hanno iniziato le registrazioni del nuovo doppio album, in tempo utile per rispettare il tradizionale appuntamento novembrino a 33 giri, ma troppo tardi per sfornare il consueto singolo estivo, che vedrà pertanto la luce – per la prima volta dopo anni – soltanto a settembre…
 
Giugno 1992 – Al lavoro per il nuovo album doppio autunnale, nella sua scelta di brani altrui da rivisitare nel primo volume Mina pare stavolta orientata – a parte un paio di incursioni negli anni ’50/’60 – a ripescare successi dell’ultimo decennio, con un orecchio di particolare riguardo ai nomi nuovi e alle ultime tendenze della canzone – soprattutto italiana. La curiosità dei fans, inutile dirlo, è già alle stelle. La Tigre, nel frattempo, sta vivendo un’inattesa stagione di rilancio in terra spagnola dove la Perfil, sull’onda delle ottime vendite del doppio Todos sus exitos, ha appena riunito in 5 raccolte su CD il meglio della produzione del periodo Ri-Fi. Al rinato interesse per la Mina latina ha prontamente risposto la Fonit Cetra pubblicando in Italia la compilation España mi’ amor
 
Giugno 2002 – Proseguono negli studi GSU le incisioni del primo album di brani inediti di Mina a ormai oltre tre anni da Olio. È lo stesso Massimiliano ad aver regalato ai fans nel corso della primavera, dalle colonne del forum del sito ufficiale mazziniano, le prime ghiotte anticipazioni sul disco: “Antonacci e Zucchero manderanno qualcosa alla fine delle loro tournée. Britti si è ripromesso di scrivere ad hoc un grande pezzo. Silvestri e Bersani hanno già spedito i loro brani. Fossati è coinvolto nel progetto, Elisa pure, come altri professionisti tra i quali Castellari, Cassano, Bigazzi, Neffa, Raf , Claudio Mattone e Fasolino…”. 
 
Giugno 2012 – Dopo tre splendidi album consecutivi all’insegna del grande pop, per Mina è tempo di rituffarsi in una nuova “dolce e emozionante esperienza dal vivo” incidendo in diretta col trio di fedelissimi Rea-Moriconi-Golino un album di cover che richiamerà le nobili atmosfere di capolavori come Napoli, L’allieva e Sconcerto. … L’aureo territorio d’azione dovrebbe essere stavolta quello dei grandi standard del songbook americano…
 
Giugno 2022 – Tre ghiotte emissioni su LP della Mazzini (compresa la già annunciata deluxe edition vinilica di Mina in studio), un nuovo box natalizio che proseguirà il nobile filone del recupero “riveduto e corretto” del catalogo mazziniano iniziato con Paradiso; il secondo capitolo a 33 giri dell’operazione Tre per una del favoloso trio Golino-Moriconi-Rea; 5 ristampe su LP di altrettanti album-cult di alcuni tra i più prestigiosi Artisti della scena musicale italiana. Vi abbiamo succintamente elencato le novità che la rigenerata PDU Music sta approntando per l’autunno e che contiamo di anticiparvi più in dettaglio nelle news che troverete in apertura della nostra fanzine settembrina. Nel cui sommario spiccherà, oltre alla consueta cronistoria stavolta dedicata al 1965 e a un dossier ancora top secret di Antonio Bianchi, una gustosa intervista del nostro Alessandro Mariotti a una fan mazziniana d’eccezione: Drusilla Foer.
 
(Nella foto: Franco Serafini, Celeste Frigo e Massimiliano fotografati nei giorni scorsi negli studi di via Ciani)
Pubblicato: 2 anni ago

Due mondi

In questi giorni prepasquali allietati dalle note della nuovissima Buttare l’amore (e del relativo, emozionante video diretto da Ferzan Ozpetek), ci stiamo preparando a un cinquantenario importante: quello del duetto televisivo tra Mina e Lucio Battisti. Un incontro entrato nella leggenda a cui nel 2009 fu dedicato un libro – Insieme: Mina Battisti – da annoverare senza alcun dubbio tra le punte di diamante della bibliografia mazziniana di sempre. A distanza di 13 anni vi riproponiamo “quasi” integralmente l’articolo con cui l’autore – il bolognese Enrico Casarini, già collaboratore di testate prestigiose come L’Europeo, Max e Oggi e attualmente redattore di Sorrisi – presentò in anteprima la sua opera ai lettori della nostra fanzine… 
di Enrico Casarini
Domenica 23 aprile 1972, ore 21:45, Canale Nazionale, palcoscenico di Teatro 10: Mina, al massimo del successo, presenta Lucio Battisti, al massimo del successo. Cantano. È la loro prima volta insieme. Sarà anche l’ultima. Oggi questo duetto, che non dura neppure dieci minuti, è una scheggia di televisione in bianco e nero che continua a farci compagnia: ogni occasione è buona per trasmetterlo, ogni spettatore sente un’emozione profonda: Lucio non c’è più, Mina è una voce irraggiungibile, invisibile. È musica “di casa” nei nostri cuori. Eppure, ancora oggi di quell’evento non conosciamo quasi nulla. (…).
Ho lavorato a questo progetto per più di cinque anni. Ricordo la prima intervista ufficiale: con Gianni Dall’Aglio, al bar Caravatti di piazzale delle Erbe a Mantova: era il 6 marzo 2004. La scrittura è stata lunga, ma ancor più lunga è stata la ricerca. ho passato al pettine biblioteche e videoteche; ho rotto le scatole a decine di persone; ho tolto molte ore al mio sonno. Ma credo che ne sia valsa la pena perché è venuto fuori un ritrattone – di quell’Italia e di di questi due eroi della cultura popolare – che non ho mai visto prima. È un progetto originale: non la solita rifrittura di vecchie bio (una pratica che molti seguono con scrupolo). Un intreccio di cronaca e di storia, di “basso” e di “alto”, con un pizzico di fantasia e di ricostruzione plausibilissima che sicuramente non va mai troppo lontano dalla realtà. Anche perché la lista degli intervistati è davvero notevole; dopo Dall’Aglio sono venuti Angel Salvador, Gabriele Lorenzi, Eugenio Guarraia, Massimo Luca, Giorgio Carnevali (lo storico funzionario RAI degli show del sabato sera), Leo e Fred Chiosso, Giancarlo Del Re, Antonella Camera, Ellen Kessler, Antonello Falqui (sua la prima critica: Cinque amici da Milano è un titolo che non va: deve cambiarlo!”), Bruno De Filippi, Gianni Ferrio, Beppe Cardile, Alberto Radius… E sono venuti i consigli e le dritte di alcuni amici giornalisti e storici come Riccardo Bertoncelli, Franco Fabbri, Angelo Vaggi, Eugenio Tassini, Elia Perboni. E naturalmente Franco Zanetti, che s’è innamorato del progetto e ha fatto quello che pochissimi farebbero. si è messo a fianco a me, consigliandomi, aprendo porte che sono chiuse a tutti, rileggendo, criticando e spronando. E regalandomi una postfazione che è un gioiello: come ha detto mia madre (che non lo conosce), non avendo mie fotografie da piccolo mi ha fotografato da grande. Ma non è meno preziosa la prefazione amichevolmente concessa da Massimiliano Pani.
Ce n’è anche per il Mina Fan Club. Lo conoscevo da tanti anni perché ho sempre amato il mondo dei fan club (per anni sono stato iscritto a quello di Elvis Presley, con sede a Recanati). Ho letto la fanzine e ho trovato una cura, una passione e un competenza che non ci sono più ormai nell’editoria “vera”. Sapeste quale delusione è stata vedere che tante case editrici si sono tirate indietro – anche goffamente – di fronte a un libro che volevano fosse la solita raccolta di aneddoti. Francesco Coniglio ci ha creduto subito, invece. I libri musicali che ha in catalogo dimostrano che sa bene che non sono solo canzonette.
Ora giudicherete voi le mie 370 pagine. Troverete errori, forse, vorrei che, attraverso il club, me li segnalaste. Troverete sicuramente onestà e scrupolo. E molta passione: e voi sapete che cos’è la passione.
(Da Due mondi di Enrico Casarini, fanzine n° 69, estate 2009)

 

Pubblicato: 2 anni ago

Un sentimento di raso

L’assillo è sempre quello: come poter dimostrare a Mina il nostro affetto sincero, specialmente in un giorno speciale come quello del suo compleanno, senza rischiare di essere stucchevoli e invadenti? Il fatto di non aver mai ambito ad alcun tipo di contatto personale con lei rende il nostro Club assolutamente atipico nel suo genere. Redigiamo da 42 anni una rivista dedicata a Mina – il numero 90 è stato spedito giusto laltroieri – senza nemmeno chiederci se lei la apprezzi o meno. Ma va benissimo così: un amore vero non ha bisogno di conferme o di gratificazioni. Ed è per questo che, anche in un giorno speciale come questo, non sentiamo la necessità di inoltrarle messaggi particolari. Lei sa che ci siamo e questo ci basta. 
 
Tanti auguri alla colonna sonora della nostra vita (e la scelta di illustrarli con la giannironchesca torta di vinile non è casuale!)
Pubblicato: 2 anni ago

90. Il sommario.

Un punto d’arrivo? No: un nuovo inizio…
 
Pubblicato: 2 anni ago

Uiallalla, il richiamo della bellezza

Per la fanzine numero 90 in uscita a fine marzo abbiamo rinunciato, per una volta, alle solite digressioni paleominoiche che pure tanto ci entusiasmano (che bello, avere un così ricco e maestoso passato da esplorare!) per concentrarci sulla Tigre degli ultimi decenni, del presente e dell’immediato futuro: il colpo di coda natalizio dell’operazione Minacelentano, la prossima new edition su vinile di Mina in studio, i cinque anni di sodalizio con TIM ripercorsi da Luca Josi nell’appassionante amarcord Questa è la storia di un’idea e – soprattutto – un lussureggiante e illustratissimo superdossier su Uiallalla che occuperà metà della rivista tra cronistoria dettagliata delle vicende mazziniane di fine anni Ottanta (Gossip di seppia, del gazzettiere Loris), testimonianze d.o.c. (su tutte, quella di Giorgio Conte intervistato da Franco Zanetti) e la come sempre brillante e minuziosa analisi delle canzoni del doppio a cura di Antonio Bianchi (titolo: Il richiamo della bellezza). Di quest’ultimo articolo vi anticipiamo un breve estratto riguardante due delle canzoni-cult del volume di inediti… 

di Antonio Bianchi

(…) C’è un altro grande singolo mancato. Incredibilmente. Perché, in Uiallalla, Tre volte sì si staglia come un monumento tipicamente e inconfondibilmente mazziniano. La contrapposizione fra sussurro ed enfasi, il crescendo impetuoso, l’atmosfera di grandeur strumentale e vocale, non disgiunta da una certa immediatezza espressiva, ne fanno, in assoluto, uno dei brani più potenti della produzione di Mina anni Ottanta. Una sensazione condivisa da tutti. Tre volte sì era, coralmente, l’exploit più acclamato, il più amato, quello propinato con maggior entusiasmo agli amici (“Sentite questa!”). È davvero una bizzarria che un brano tanto maestoso sia rimasto nascosto. Una scelta che ha il sapore di una precisa presa di posizione da parte di Massimiliano Pani – in posizione di assoluto risalto nel ruolo di arrangiatore e, presumibilmente, intenzionato a porsi nelle retrovie in veste di autore –, sicuramente consapevole del potenziale dell’unico brano da lui firmato, fra l’altro con testo griffato Giorgio Calabrese.

Se Tre volte sì è emblema dell’estetica mazziniana condivisa dal grande pubblico, la dimensione di Mina più cara ai veri fan è rappresentata da Uscita 29, di Giorgio Calabrese e Mario Robbiani. Il mio brano preferito di Uiallalla e, in assoluto, una delle canzoni da me più amate dell’intero repertorio di Mina. Non è razionalmente il brano più “bello”, quello dal testo più sfavillante e dalle seduzioni musicali più travolgenti. Occupa una sorta di terra di nessuno, equamente distante sia dalla “canzone d’autore” sia dai brani che ambiscono al grande successo popolare. In compenso è la canzone che meglio sintetizza lo specifico mazziniano: un distillato delle fascinazioni, delle seduzioni, del mistero e dell’esclusività – forse invisibili ad altri – che accomunano chi ama realmente Mina e ha ascoltato davvero, in profondità, la sua produzione musicale, quella vecchia e quella nuova. Non importa che questa magia sia collettivamente condivisa. Anzi. Uscita 29 si concede il lusso di essere sottilmente impopolare, parziale e, forse, anche sottilmente respingente per i cultori di altri mondi musicali. Ha il sapore esclusivo di un dialogo intimo fra Mina e i suoi affezionati. Regna un’eleganza ipnotica, un’espressività tanto trattenuta quanto scultorea, un talento nel cesellare spessori in contenuti testuali immateriali, una capacità ammaliante di calarsi in seduzioni armoniche e di sdoppiarsi – letteralmente – in voce razionale e voce emotiva… Senza alcun bisogno di eccedere in decibel o in dimostrazioni di prestanza vocale, che rappresentano, semmai, lo specifico mazziniano agli occhi del pubblico occasionale, distratto e incostante (…)

Pubblicato: 3 anni ago

Le tue voci dentro l’anima

L’appuntamento con la puntata di stasera di 33 giri Italian Masters (alle 21:15 su Sky Arte e successivamente sul sito www.arte.sky.it) è di quelli da non perdere per nessuna ragione al mondo: un’ora assolutamente magica in cui potremo addentrarci per la prima volta nelle multitracce vocali dell’album-capolavoro Plurale, scoprendone una a una le armonizzazioni, le voci guida, le varie fasi del laborioso backstage in Basilica. Ad accompagnarci in questo inedito e paradisiaco viaggio sonoro – diretto da Pepsy Romanoff con la produzione esecutiva di Maurizio Vassallo – saranno il critico musicale Andrea Pedrinelli e il produttore Stefano Sardi con i preziosi interventi di Massimiliano Pani, Celso Valli, Mauro Balletti e Tullio De Piscopo. Come non condividere, alla luce di queste entusiasmanti premesse, l’auspicio che il nostro Antonio Bianchi ha espresso in chiusura del suo dossier Plurale Maiestatis dell’ultima fanzine? Rièccovelo…
di Antonio Bianchi
(…) Abbiamo già scritto, parlando di Paradiso, che Plurale è l’album mazziniano che più di altri si candiderebbe – per valore artistico e tecnico, oltre che per rappresentatività e unicità – a un’operazione di restauro. Avevamo anche annotato delle imprevedibili difficoltà tecniche imposte dalla rivisitazione di queste articolatissime architetture sonore. Eppure, un’operazione di restyling offrirebbe l’occasione per porre pubblicamente l’accento su questo intrigantissimo versante della vocalità mazziniana, musicalmente affascinante, dotto e, sicuramente, incantatore agli occhi del grande pubblico. Una riproposizione dell’album fornirebbe l’occasione per aggregare – con scalette e scelte sfiziose – tante altre Mine plurali, in tutte le loro formule e combinazioni. Che sono tante, tantissime. I duetti con se stessa (Bird dog, Uscita 29, Dulcis Christe, Quando corpus morietur), le prove per solo coro (Un po’ d’uva), gli sdoppiamenti (La tua voce dentro l’anima, She’s leaving home), gli incontri fra voce solista e coro plurale (Sfiorisci bel fiore, Musica d’Argentina, Gloria, Mappamondo, È Natale, When I’m 64, Mele Kalikimaka, Io e te, All Night, Il segnale), alcune bizzarrie (Voglio stare bene)… È il repertorio perfetto da rivisitare alla luce di ribilanciamenti, di accorgimenti tecnici e di valorizzazione di effetti seminascosti che potrebbero riservare enormi sorprese. Senza bisogno di riformulare in alcun modo gli arrangiamenti o di intaccare la veste sonora. E, forse, nell’archivio PDU c’è qualche inedito multivoce capace di rendere ulteriormente ghiotta l’operazione…
(da Plurale Maiestatis – Mina e le sue mille moltiplicazioni vocali, fanzine n° 89, 2021)
Pubblicato: 3 anni ago

Ricomincio da 2

(Illustrazione: Gianni Ronco)

Gennaio 1962 – Ormai prossima alla conclusione dei suoi appuntamenti del sabato sera con Studio uno (la dodicesima e ultima puntata dello show, il 13 gennaio, la vedrà congedarsi dai telespettatori cantando I Believe e un medley dei suoi più recenti successi, da Prendi una matita a Moliendo café), Mina conferma il suo “no” a Sanremo e si appresta ad affrontare un inizio del 1962 fittissimo di impegni all’estero: domenica 14 apparirà nel programma Gran Parada della TVE spagnola con El cielo en casa Moliendo café, mentre da mercoledì 23 – dopo una rapida sosta a Milano per le prime prove-abiti di una nuova serie di Caroselli della Birra in cui interpreterà “alla sua maniera” 12 Divine dello spettacolo internazionale – sarà a Parigi per alcune esibizioni al Lido e all’Olympia e una serie di partecipazioni televisive. Seguiranno altre trasferte in giro per l’Europa tra Londra, Copenaghen e Monaco di Baviera.

Gennaio 1972 – Pronta a rituffarsi nell’agone mediatico a soli due mesi dalla nascita di Benedetta, Mina lascia Lugano per stabilirsi temporaneamente a Roma dove l’attendono alcuni impegni di lavoro, a cominciare dalla registrazione di un’ospitata – a metà gennaio, presso lo Studio 1 del Centro Produzione RAI – nella quarta puntata del programma condotto da Renzo Arbore L’amico flauto, in onda l’8 febbraio. Dopo un 1971 a dir poco trionfale dal punto di vista delle vendite discografiche (Amor mio al 2° posto tra i 45 giri top dell’anno dopo Pensieri e parole di Battisti, Del mio meglio Quando tu mi spiavi… rispettivamente 2° e 14° tra gli LP), la Mazzini si riconferma dominatrice del mercato anche in questo inizio del 1972 sia col nuovo album Mina uscito poco prima di Natale sia col singolo Uomo/La mente torna le cui due facciate si fronteggiano da rivali – con pari dignità – nella hit parade

Gennaio 1982 – Sbaraccata da mesi la cara Basilica dopo il mancato rinnovo del contratto d’affitto con la Curia Milanese (che ha deciso di adibirne i locali a sede museale), a Lugano, in zona Pazzallo, sono in pieno corso i lavori di allestimento dei nuovi studi PDU che, però, soltanto a primavera diverranno agibili per il via alle registrazioni dell’annuale doppio album mazziniano. Lo splendido Salomè, nel frattempo, nella classifica di Musica & Dischi è risultato il secondo LP più venduto del periodo natalizio dopo Artide/Antartide di Renato Zero…

Gennaio 1992 – Premiata ancora una volta dal mercato natalizio con il suo ultimo doppio Caterpillar, Mina si conferma in testa alle preferenze degli Italiani anche nei sondaggi di popolarità: sbaraglia rivali del calibro di Modugno, Pavarotti e la Callas in una ricerca compiuta dall’Istituto S&G sul “personaggio che, nel campo della musica, ha maggiormente contribuito a dar lustro al nostro Paese dal Dopoguerra in poi”. Ma è prima assoluta – col 30% dei voti, davanti a Nannini, Mietta e Paola Turci – anche in un sondaggio lanciato dal mensile Tutto tra i suoi giovanissimi lettori sulle cantanti italiane preferite del momento…

Gennaio 2002 – “Mentre il popolo dei fans si sta godendo nello splendore del DVD la prima Mina in versione videolive del Terzo Millennio, negli studi luganesi della GSU sono finalmente iniziati i lavori per il nuovo, attesissimo album di inediti per il quale la Signora ha mobilitato le firme più illustri del cantautorato nostrano della vecchia, media e nuova generazione. Tra i primi nomi in ballo, quelli di Fossati, Curreri, Silvestri, Antonacci, Britti e Bersani (che avrebbe inviato, pare, una versione con testo scritto ex novo della sua Chiedimi se sono felice composta per l’omonimo film di Aldo, Giovanni e Giacomo…)” (Da Duemiladue, la grande attesa, fanzine numero 56).

Gennaio 2012 – Nonostante la scarsa promozione e qualche falla sul fronte distributivo, lo splendido Piccolino di Mina, a sole cinque settimane dall’uscita, è “già” riuscito ad aggiudicarsi il disco d’oro. Da Lugano, intanto, Massimiliano annuncia l’imminente ritorno della mamma in sala d’incisione per un “progetto di ballads italiane e americane” sulla scia delle analoghe “dolci ed emozionanti esperienze dal vivo” come Napoli e L’allieva

Gennaio 2022 – Concluso in bellezza il 2021 con un doppio appuntamento in TV (l’ottimo special Minacelentano condotto il 22 dicembre in seconda serata da Pino Strabioli su Raiuno e, il 29 alle 21:15 su Sky Arte, l’imperdibile puntata dedicata a Plurale della serie Italian Masters), la prima novità mazziniana prevista per il nuovo anno sarà – entro marzo – una specialissima edition deluxe in vinile di Mina in studio arricchita da un ghiotto booklet fotografico e dallaggiunta di un brano inedito. Nello stesse settimane la nostra fanzine taglierà in grande stile il traguardo del numero 90 i cui due articoli principali saranno dedicati al doppio Uiallalla e ai cinque fantasmagorici anni di Mina Testimonial Tim minuziosamente ripercorsi – spot dopo spot, jingle dopo jingle – da colui che ne è stato il geniale deus ex machinaLuca Josi
 
A tutti voi, i nostri più cari auguri di Buone Feste e di un minosissimo 2022!
Pubblicato: 3 anni ago

Ti ricordi quei Natali?

Non vorremmo apparire poco galanti, ma il 2022 ormai quasi alle porte potrebbe segnare nientemeno che l’80° anniversario “ufficioso” del debutto canoro di Mina. Fu lei stessa ad avvalorare questa intrigante ipotesi nella sua rubrica Il mio diario redatta per il settimanale Sogno ai tempi di Canzonissima ’60: Stamane mia madre mi ha fatto una sorpresa prenatalizia: è arrivata da Cremona (a proposito, io sono sempre a Roma per girare Io bacio tu baci e manco da casa da oltre cinque mesi) con qualche abito invernale e, in più, mi ha  portato un disco di cera. Questo disco l’ho accanto a me e lo ascolto per l’ennesima volta da stamane. Ce n’è voluto per trovare un grammofono a 78 giri, ma ci sono riuscita. E così, ora, posso ascoltare una voce di bimba che, accompagnata da un pianoforte, canta con molta approssimazione, ma anche con molto calore, Lili Marlene. Quella bimba sono io, o almeno ero io quando avevo due anni circa. E quell’incisione – inutile sottolinearlo – costituisce la prima della serie-Mina. Quando l’ho incisa? Circa 18 anni fa: almeno così dice la mia mamma. Io non posso giurarvelo per la semplice ragione che il ricordo di quell’episodio si perde nelle nebbie della prima infanzia…”. 
E sempre in tema di amarcord natalizi, risale ai tempi di Studio Uno ’61 un tenero episodio rievocato diversi anni fa – in un’intervista apparsa su La Provincia di Cremona – da Padre Igino Da Torrice, storico cappellano del Centro RAI romano in via Teulada: “Siccome eravamo a ridosso del Natale, pregai la signora Gina, che seguiva sempre la figlia durante le registrazioni dello spettacolo, di chiederle di cantare durante la Santa Messa che stavo preparando nel Centro Rai. Mi consigliò di chiederlo di persona e così andai nell’albergo in cui Mina alloggiava: senza alcuna esitazione mi disse di sì. Arrivò la Vigilia di Natale e lei venne a fare le prove con un’ora di anticipo; accompagnata dall’organo doveva cantare l’Ave Maria di Shubert e Stille Nacht. L’unica condizione era che la gente intervenuta non la vedesse: così, la feci sistemare nei pressi della sacrestia. È superfluo aggiungere che fu una Notte di Natale stupenda e del tutto speciale: non solo la cappella, ma anche i corridoi e gli studi adiacenti si riempirono mentre lei cantava, con mamma e papà in prima fila. Quale fu il compenso? Un rosario d’argento…”. 
Pubblicato: 3 anni ago

Nessun’altra mai

Leggere su un importante sito musicale, qualche settimana fa, un titolo come “I Maneskin hanno battuto i Beatles” ci ha lì per lì suscitato la stessa sbigottita ilarità che avremmo provato di fronte a sparate del tipo “Lino Banfi asfalta Charlie Chaplin” o “Claudia Gerini è la nuova Anna Magnani”. Senonché, una volta letta nel dettaglio la notizia, ci ha rasserenato constatare che la presunta leadership scippata ai Fab Four dall’arrembante Damiano e delle sue pittate consorelle non si riferisce alle vendite dei dischi (quelli, chi li compra più?) ma ai dati mondiali di ascolto sulla piattaforma Spotify nell’ultimo mese: come se, per dirla breve, a una tonnellata di cocci di vetro colorato si attribuisse lo stesso valore di mille chili di diamanti. 

Non possiamo certo biasimare più di tanto gli attuali beniamini della scena musicale se, in mancanza di dati più sostanziosi, devono accontentarsi di quantificare il loro successo coi numeri-fuffa dello streaming e delle visualizzazioni su youtube. Per non cadere nel ridicolo, però, sarebbe il caso di non azzardare umilianti paragoni col florido mercato discografico che fu. A proposito del quale un istituto statistico d’oltremanica ha recentemente riassunto in una illuminante pop map europea gli artisti storici più venduti di sempre nei mercati “fisici” dei rispettivi Paesi. Primatisti assoluti, come si vede, sono i Beatles a quota mezzo miliardo di copie, seguiti dalla russa Alla Pugachova e dalla greca Nana Mouskouri (250 milioni), dagli svedesi Abba (200) e dalla nostra Mina (150) galantemente preferita nello schema ad Adriano Celentano che, pur risultando l’incontrastato campione italiano nelle vendite a 45 giri, perde il confronto con l’eterna amica-rivale sul più “pesante” fronte degli album: ambito, questo, in cui la Mazzini vanta il ben difficilmente superabile record di quasi 90 titoli – un terzo dei quali relativi a doppi LP  conteggiati come singoli – piazzati in Hit Parade, raggiungendo il più alto gradino del podio con 24 di essi. E si tenga conto che dal conteggio sono esclusi tutti e sette i “padelloni” del periodo Italdisc, dato che le prime classifiche dei microsolchi a lunga durata apparvero in Italia solo nel 1964. 

P.S. In attesa che, prima o poi, la nostra fanzine dedichi a Mina in Hit Parade un minuzioso dossier, godiamoci insieme la nuova rubrica I primi in classifica che la fan page ufficiale mazziniana ha varato proprio in questi giorni iniziando dai best sellers del triennio 1959-1960-1961…