Pubblicato: 2 anni ago
Due mondi
In questi giorni prepasquali allietati dalle note della nuovissima Buttare l’amore (e del relativo, emozionante video diretto da Ferzan Ozpetek), ci stiamo preparando a un cinquantenario importante: quello del duetto televisivo tra Mina e Lucio Battisti. Un incontro entrato nella leggenda a cui nel 2009 fu dedicato un libro – Insieme: Mina Battisti – da annoverare senza alcun dubbio tra le punte di diamante della bibliografia mazziniana di sempre. A distanza di 13 anni vi riproponiamo “quasi” integralmente l’articolo con cui l’autore – il bolognese Enrico Casarini, già collaboratore di testate prestigiose come L’Europeo, Max e Oggi e attualmente redattore di Sorrisi – presentò in anteprima la sua opera ai lettori della nostra fanzine…
di Enrico Casarini
Domenica 23 aprile 1972, ore 21:45, Canale Nazionale, palcoscenico di Teatro 10: Mina, al massimo del successo, presenta Lucio Battisti, al massimo del successo. Cantano. È la loro prima volta insieme. Sarà anche l’ultima. Oggi questo duetto, che non dura neppure dieci minuti, è una scheggia di televisione in bianco e nero che continua a farci compagnia: ogni occasione è buona per trasmetterlo, ogni spettatore sente un’emozione profonda: Lucio non c’è più, Mina è una voce irraggiungibile, invisibile. È musica “di casa” nei nostri cuori. Eppure, ancora oggi di quell’evento non conosciamo quasi nulla. (…).
Ho lavorato a questo progetto per più di cinque anni. Ricordo la prima intervista ufficiale: con Gianni Dall’Aglio, al bar Caravatti di piazzale delle Erbe a Mantova: era il 6 marzo 2004. La scrittura è stata lunga, ma ancor più lunga è stata la ricerca. ho passato al pettine biblioteche e videoteche; ho rotto le scatole a decine di persone; ho tolto molte ore al mio sonno. Ma credo che ne sia valsa la pena perché è venuto fuori un ritrattone – di quell’Italia e di di questi due eroi della cultura popolare – che non ho mai visto prima. È un progetto originale: non la solita rifrittura di vecchie bio (una pratica che molti seguono con scrupolo). Un intreccio di cronaca e di storia, di “basso” e di “alto”, con un pizzico di fantasia e di ricostruzione plausibilissima che sicuramente non va mai troppo lontano dalla realtà. Anche perché la lista degli intervistati è davvero notevole; dopo Dall’Aglio sono venuti Angel Salvador, Gabriele Lorenzi, Eugenio Guarraia, Massimo Luca, Giorgio Carnevali (lo storico funzionario RAI degli show del sabato sera), Leo e Fred Chiosso, Giancarlo Del Re, Antonella Camera, Ellen Kessler, Antonello Falqui (sua la prima critica: “Cinque amici da Milano è un titolo che non va: deve cambiarlo!”), Bruno De Filippi, Gianni Ferrio, Beppe Cardile, Alberto Radius… E sono venuti i consigli e le dritte di alcuni amici giornalisti e storici come Riccardo Bertoncelli, Franco Fabbri, Angelo Vaggi, Eugenio Tassini, Elia Perboni. E naturalmente Franco Zanetti, che s’è innamorato del progetto e ha fatto quello che pochissimi farebbero. si è messo a fianco a me, consigliandomi, aprendo porte che sono chiuse a tutti, rileggendo, criticando e spronando. E regalandomi una postfazione che è un gioiello: come ha detto mia madre (che non lo conosce), non avendo mie fotografie da piccolo mi ha fotografato da grande. Ma non è meno preziosa la prefazione amichevolmente concessa da Massimiliano Pani.
Ce n’è anche per il Mina Fan Club. Lo conoscevo da tanti anni perché ho sempre amato il mondo dei fan club (per anni sono stato iscritto a quello di Elvis Presley, con sede a Recanati). Ho letto la fanzine e ho trovato una cura, una passione e un competenza che non ci sono più ormai nell’editoria “vera”. Sapeste quale delusione è stata vedere che tante case editrici si sono tirate indietro – anche goffamente – di fronte a un libro che volevano fosse la solita raccolta di aneddoti. Francesco Coniglio ci ha creduto subito, invece. I libri musicali che ha in catalogo dimostrano che sa bene che non sono solo canzonette.
Ora giudicherete voi le mie 370 pagine. Troverete errori, forse, vorrei che, attraverso il club, me li segnalaste. Troverete sicuramente onestà e scrupolo. E molta passione: e voi sapete che cos’è la passione.
(Da Due mondi di Enrico Casarini, fanzine n° 69, estate 2009)
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