Il Blog

Pubblicato: 11 anni ago

InDVDbile… meno uno!

“Stiamo cercando di mettere a disposizione degli appassionati le cose belle e introvabili che Mina ha realizzato nella sua carriera – ha spiegato oggi Massimiliano Pani presentando alla stampa i quattro dvd (più volume fotografico di 64 pagine) inseriti nel favoloso box InDVDbile nei negozi da domani – contrariamente a chi lo fa postumo, cosa che trovo un po’ di cattivo gusto. Mina ha supervisionato tutto e si e’ stupita: non se ne ricordava molti di questi suoi lavori. Lei non e’ una che si riguarda, va sempre oltre, sempre avanti, quello che ha fatto ha fatto”. Occhio ai TG di questa sera e ai quotidiani di domani…

Pubblicato: 11 anni ago

L’altro Mauro

mauro balletti parigiDa ormai quattro decenni Mauro Balletti è, insieme a Gianni Ronco, l’uomo che traduce in immagini sempre più fantasiose e spettacolari il Mito di Mina, perpetuandone la visibilità anche nell’invisibilità. E lei, nel suo dialogo settimanale con i lettori di Vanity, coglie spesso e volentieri l’occasione per  ringraziare pubblicamente questi due straordinari collaboratori per il loro silenzioso e preziosissimo lavoro. Lo ha fatto anche in questi giorni, lodando una volta di più Mauro e Gianni per le loro “idee fantastiche”, come quella appena realizzata per il dvd InDVDbile: “Splendida, piena, baraccona, folle”. Noi, in attesa di dedicare al grande Ronco un nuovo grande articolo monografico in una delle prossime fanzine, abbiamo appena celebrato i primi quarant’anni con Mina di Mauro Balletti con una divertente e originalissima “non-intervista” a cura di Lucio Nocentini che troverete nel numero 75 ormai quasi in stampa. E, già che ci siamo, vi segnaliamo anche l’ultimo exploit artistico di Mauro in ambito extra-mazziniano: una straordinaria mostra pittorico-fotografica in programma dal 15 al 28 giugno presso Le Purgatoire, elegantissimo locale parigino (54, Rue de Paradis) creato dallo chef Alain Cirelli coniugando l’alta cucina all’arte contemporanea. La rassegna ballettiana proporrà una serie di ardite immagini – in doppia rappresentazione “disegnata” e “fotografata” – ispirate alla sessualità nelle sue varie forme. Dopo Mauro, da metà luglio, a esporre i propri lavori presso Le purgatoire sarà poi il suo e nostro amico Lucio Nocentini con una “personale” di pittura intitolata La sindrome di Stendhal

Pubblicato: 11 anni ago

Un’estate profumata di cedro

di Emmanuel Grossi

Vi proponiamo in anteprima, per gentile concessione dell’autore, le note di presentazione alla stampa del dvd Mina nei Caroselli Tassoni inserito nel box InDVDbile in uscita il prossimo 18 giugno. 

L’incontro tra Mina e Tassoni è essenzialmente l’incontro tra due Signore.
Da un lato, una Signora Azienda, di antico lignaggio (prende il nome da una casata nobiliare di Salò), non più giovane ma ancor bella (arrivata a festeggiare i duecentoventi anni), che da sempre segue la modernità senza inseguirla e mantiene forte il legame, identitario e finanche affettivo, con il proprio passato. Dall’altro, colei che in questi preziosi reperti filmati si conferma La Signora per antonomasia della canzone italiana, mostrandosi in tutto il suo fulgore artistico ed espressivo.

Sono gli anni in cui Mina, terminata la memorabile avventura di Teatro 10, inizia progressivamente a ritirarsi dalla vita pubblica e in particolar modo televisiva, per dedicarsi toto corde alla musica e a quella dimensione privata e familiare che i turbinii lavorativi avevano troppe volte invaso.
La collaborazione con Tassoni acquista dunque una valenza ulteriore, in primis storica, poiché ci consegna un’importante, spesso unica, testimonianza visiva di un repertorio elegante, maturo, che spazia tra generi e stili impreziosendoli di sfumature, dettagli e coloriture.

Ovviamente, la presenza (e poi il ricordo) di Mina segnerà in maniera indelebile la comunicazione istituzionale Tassoni, che da decenni investiva ciclicamente nella pubblicità cinematografica e da un paio d’anni era timidamente approdata anche a Carosello, grazie all’apporto creativo di una piccola ma prolifica agenzia milanese, la Lambert.

Sarà proprio quel team (guidato dal giornalista Rino Felappi, nel duplice ruolo di sceneggiatore e capo ufficio cinema) a creare un appuntamento fisso con i telespettatori che renderà Mina madrina ufficiale di ogni nuova estate.

Tutto inizia nel maggio 1973, quando la vediamo stagliarsi, eburnea e solenne, di fronte al lago di Garda, trasfigurando gli scorci artistici e naturalistici di Sirmione che solo un anno prima Tassoni stessa aveva proposto (con tutt’altra resa) come cornice di un gruppo di gioiose e tornite majorette. Caroselli diversi, identica firma: Sergio Tombolini, regista romano trapiantato a Milano, già autore (e produttore, con la sua Vision Film) di decine di serie di successo, fra cui le ultime annate del “mitico” Ispettore Rock – Cesare Polacco per la brillantina Linetti e altre, girate ai Caraibi, per il liquore Kambusa l’Amaricante. A consentire il salto qualitativo è il notevole apporto di un virtuoso delle luci, preso in prestito dal grande cinema: Ennio Guarnieri, già “complice” di Mina nei suoi primi caroselli Barilla del lontano 1965. Che si tratti di ville patrizie o di gite in battello sul Benaco, degli splendidi giochi d’acqua delle fontane di Villa d’Este, a Tivoli, o di radure in cui il sole filtra tra una fronda d’albero e un ramo carico di cedri, la sua fotografia, morbida e avvolgente, riesce a soffondere ogni ambientazione di un’aura magica.

Lo mostreranno con maggiore evidenza le serie successive (tutte ideate e realizzate dal medesimo gruppo di lavoro).
Quella girata nell’autunno 1973, ad esempio, vede Mina salpare con tutta l’orchestra per un giro del lago, sfoggiando un look radicalmente nuovo: via i lunghi e morbidi boccoli, ecco una chioma corta di ricci biondissimi. Per il pubblico televisivo la sorpresa rimarrà però celata fino a marzo ’74, con il debutto di Milleluci, cui i caroselli faranno eco tra maggio e giugno sfruttandone l’onda lunga del successo (dando così prova di un’efficace pianificazione mediatica).

A partire dal 1975, con una memorabile serie girata nell’onirica Villa d’Este (e qualche sporadico telecomunicato breve e film colore cinema), gli appuntamenti Tassoni rimarranno i soli documenti filmati di una Mina sempre più eterea, che di lì a poco avrebbe lasciato svanire del tutto, agli occhi del grande pubblico, la sua fisicità.

Nel 1977, infatti, il dilagare delle reti libere infarcite di spot più o meno raffazzonati fa chiudere definitivamente il sipario di Carosello e il nuovo corso dell’advertising concede spazi sempre più angusti e spesso mal gestiti a spettacolo e canzoni. Così, anche Mina inizia ad eclissarsi: prima diventa una silhouette, un’ombra (mostrandosi, solare e sorridente, solo per il brindisi finale), poi è pura voce e, dai tardi anni Ottanta, si sublima del tutto in un mood, una sensazione, suscitata dal canto delle coriste che le subentrano nel celebre jingle composto da un giovanissimo Massimiliano Pani. Quelle stesse note che hanno ancora oggi il potere di far vagare la fantasia in cerca di Lei e di evocare istantaneamente, nella mente e nel cuore, ricordi di un’estate profumata di cedro.

Pubblicato: 11 anni ago

Una “Itaca” in anteprima per Mina

Una grande anteprima a sorpresa nella serata-evento della PLAN – una tra le più autorevoli organizzazioni mondiali impegnata a cambiare la vita di milioni di bambine e giovani donne – in onda oggi in prima serata su LA7: ascolteremo un brano inedito – intitolato Itaca e musicato da Max Pani – inserito nella scaletta provvisoria del prossimo album di inediti in uscita nel 2014 e “coreografato” dalla compagnia Kitonb.
Pubblicato: 11 anni ago

Un tocco di vanità…

Piccolo colpo al cuore guardando ieri sera The voice: la copertina della nostra fanzine numero 70 appariva incorniciata in bella vista nello studio di registrazione (di Nicolò Fragile?) dove i concorrenti del talent show di Raidue hanno inciso i loro inediti…

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Pubblicato: 11 anni ago

75. Il sommario!

 

Editoriale. AMICA DI VALORE

Signori, l’anno è servito  ’13 A TAVOLA  di Loris Biazzetti

 

Mina e il suo American Songbook 

DODICI VARIAZIONI SUL TEMA  di Antonio Bianchi

A tu per tu con Danilo Rea:   VE LO DICO PIANISSIMO  di Stefano Crippa

Massimo Moriconi da “25” a oggi  CON 12 HO FATTO 33  di Stefano Crippa

 

Frutta e verdura e Amanti di valore, quarant’anni d’amore

UNA SIGNORA IN DUE  di Antonio Bianchi

1973, Cronistoria di un’annata di valore  DALL’ANTIPASTO ALLA FRUTTA  di L. B.

E ANCHE ALLORA IO MORIVO  di Alberto Testa

SUCCODIFRUTTA  di Pino Presti

STRANGE FRUITS   di Fernando Fratarcangeli

Questo sì… è Pino Donaggio  ROMANTICO VENEZIANO  di L.B.

Parole (e segreti) di Andrea Lo Vecchio  E’ UN PRETESTO LA MUSICA  di L.B.

Il Balletti che non ti aspetti  MAURO TALKS! (MA IN QUALE FILM?)  di Lucio Nocentini

 

Festa per i 50 anni del caro amico Max   

PANI, AMORE E…   di Mauro Balletti, Gianni Ronco, Matteo Mancini, Gianni Bindi, Lele Cerri, Michele Di Lernia, Manu Cortesi, Vincenzo Mollica, Carmine Di, Axel Pani, Franco Serafini, Massimo Moriconi, Franco Zanetti

 

Ultimissime in breve dal pianeta Mina   COME GOCCE  

 

IN SPEDIZIONE ENTRO GIUGNO A TUTTI GLI ABBONATI AL MINA FAN CLUB!

 

 

 

Pubblicato: 11 anni ago

Aprendo l’anima così…

Vi anticipiamo la ricca parte riguardante Mina dell’intervista che il nostro Lucio Nocentini ha fatto nei giorni scorsi a Riccardo Cocciante per il prossimo numero di Raropiù

di Lucio Nocentini

La tua carriera si è spesso incontrata con la sua. Se stiamo insieme doveva essere un duetto con lei, invece ci hai vinto  No. Non abbiamo mai parlato di fare un duetto con quel pezzo. Che io sappia.

Eppure Massimiliano (Pani) aveva anche preparato l’arrangiamento, che è stato poi utilizzato per la canzone Acquolina.   Lo chiederò a Massimiliano quando lo sento. Non ne so nulla anche perché Se stiamo insieme l’ho composta a Miami e non avevo un contatto con Mina, in quel periodo. Poi sono rientrato in Europa e ho partecipato al Festival.

Magari (scherzo) era pronta per venire sul palco a Sanremo insieme a te… e poi le hanno preferito Sarah Jane Morris (Missing you)… Comunque, tornando a parlare seriamente, Questione di feeling può essere considerato in assoluto “il duetto per eccellenza” del panorama musicale italiano.   Quando sono andato da lei e gliel’ho fatto sentire, forse avevo sbagliato la tonalità e la maniera. Lo concepivo un po’ più cantato e meno intimo. Quando l’abbiamo provato non era soddisfacente, quindi Mina ha detto: “sai che? Non lo facciamo!” perché lei è drastica, su queste cose. Le ho detto: “mi dai un quarto d’ora, ci penso su e ti propongo qualcosa. Ci lavoro ma mi devi promettere che lo provi!”. Lei ha accettato. Mi sono isolato per un momento e ho capito che non era giusta la tonalità. Allora l’ho cambiata. Sono ritornato in studio e ho chiesto una sequenza per fare una piccola ritmica. Un fender. Ho messo quattro accordi e ho detto: “Mina, adesso io ti chiedo di cantare insieme a me, in maniera intima, semplice”. Lei mi ha risposto: “io queste cose non le faccio. Non mi piacciono”. Ho insistito: però me l’hai promesso! E lei ha risposto: “Va bene, va bene. Lo faccio”. Così ho messo questi accordi e abbiamo cominciato a cantare in maniera molto semplice. Alla fine del pezzo, era una tale meraviglia che… Si è girata verso di me e ha esclamato: “Riccardo, lo sai che questo è un singolo?”. E questa comunque è stata una prova. Poi abbiamo dovuto incidere il pezzo con l’arrangiamento che conosci, ma la magia di quella prima esibizione non l’abbiamo più ritrovata. Anzi mi piacerebbe tanto avere questo provino, se esiste ancora. Era di una bellezza incredibile. Tutti in studio siamo rimasti colpiti dal feeling creato in quei pochi minuti. E questa è la dimostrazione che una canzone può diventare brutta o bella, solo variando dei piccoli elementi. Alcuni arrangiamenti possono modificare, rovinare o esaltare la bellezza di un brano. E’ un equilibrio delicato.

L’altro grande duetto che hai fatto con Mina, Amore, che prima hai menzionato. Come è nato? Anche per quello si è trattato di una sfida?   No. Amore è un bel pezzo di Maurizio Monti sul quale poi abbiamo lavorato insieme. Ma è più suo che mio. Lo trovavo bellissimo da condividere con qualcuno.

Mina ha cantato anche un tuo pezzo molto forte, nel testo, Donna donna donna. Oddio, mi ricordi una canzone che ho quasi dimenticato. Non lo so. L’ho fatto e all’epoca mi piaceva. Ma lo ricordo vagamente. Dovrei risentirlo per darti un giudizio. Il pezzo che ho invece dato a Mina, che lei ha inciso nel 1986 e che amo molto, è Secondo me. Avrei anche voglia di cantarlo io, una volta di queste. Lei nello stesso disco, Sì buana, ha cantato anche Bella senz’anima

Sì. Lì prende delle note altissime. E tu che concludi sul finale…   Sì sì. Una chicca. Nel suo ultimo concerto dal vivo, nel 1978, Mina cantò anche Margherita.

Poi, in Lochness, cantò Se avessi tempo? Un’altra tua bella canzone. Molto “Cocciante”.  Massimo Bizzarri ha fatto il testo. E’ molto interessante. Anzi è bellissimo (e si mette a canticchiarlo!). Quando una canzone è bella…

Bellezza, come mix tra perfezione e imperfezione, come dicevi prima.   Sì. E Mina è l’esempio. Il grande esempio. Lei canta e fa una o due voci, con delle cose messe dentro alla canzone che in studio magari le chiedono di ripetere, di migliorare. Lei si rifiuta. E ha ragione perché sono proprio quelle cose buttate lì, non perfette, che fanno la bellezza. E secondo me la bellezza è relativa. Nella pittura, anche. La gente considerava cose brutte le novità cubiste, per esempio… La dodecafonia agli inizi era definita un miscuglio di suoni incomprensibili. La donna stessa, una volta, per essere considerata bella doveva essere formosa. Adesso non è più così. La poesia di una volta è bella quanto la poesia di strada. Noi artisti dunque passiamo la vita a chiederci: “Che cos’è la bellezza? Dov’è?”. Insomma non esistono delle regole precise checché ne possa dire un musicista incallito.

Mina insomma è stata molto importante, per te.   Io amo molto Mina e penso che lei mi ami molto. Questo lo sento. E mi piace anche la sua semplicità di vita. Ricordo una volta, siamo andati a Milano e lei mi ha cotto due uova al tegamino. Era mezzanotte o giù di lì e lei le ha fatte strapazzate. Buonissime. Devo dire che è bravissima ai fornelli.

Pubblicato: 11 anni ago

Sentitemi un po’…

Vi anticipiamo una prima parte delle godibilissime note introduttive che Paolo Limiti ha vergato di suo pugno per il libretto interno dell’imminente raccolta EMI delle sue canzoni… Scritte per Mina.

di Paolo Limiti

La prima canzone che ho scritto per Mina non l’ho scritta per Mina. Lo so, è un ossimoro, ma è la verità e sarà meglio che ve la spieghi. Mina e io ci eravamo già incontrati poco più che ventenni sui set dei vari “Caroselli” pubblicitari di una pasta di cui lei era la protagonista e io lo sceneggiatore (e qualche volta anche regista). Ma ci eravamo anche allegramente quasi ignorati. Sono quei giochini che si fanno spesso quando si è giovani e istintivamente ci si piace per testare se l’altro o l’altra cadano nella trappola e facciano il primo passo per un’amicizia che puo’ nascere. L’amicizia nacque e come regalo lei, un giorno, aprendo una porta mi disse: “Ti faccio La Voce del Silenzio. Quella canzone era stata il mio battesimo al Festival di Sanremo pochi mesi prima e l’avevano cantata Dionne Warwick e Tony del Monaco, ma dato che da tempo vocalmente Mina mi piaceva moltissimo, ogni volta che avevo scritto una canzone me la costruivo in mente come cantata da lei. E’ una chiave psicologica di grande aiuto: immaginare come sarebbero i suoni il timbro e le emissioni di una voce che ti piace aiuta un sacco nella creatività. Ci sono intenzioni e vocali che pensandole fatte da quella voce ti aiutano perfino a scegliere certe parole e certe frasi, anzi a volte proprio te le ispirano. E dato che anche con La Voce del silenzio avevo seguito quella prassi, in fondo l’avevo scritta per lei.

Molte volte mi è stato chiesto se certe canzoni che ho fatto per Mina, Bugiardo e incosciente per esempio, fossero biografiche e cioè rappresentassero episodi della sua vita o quello che è davvero lei. No, nessuna è minescamente biografica. L’equivoco nasce dal fatto che ognuno di noi, in certe situazioni che ci colpiscono in maniera profonda, tende a proiettare le sensazioni che prova verso chi le canta e a confondere chi le canta con la canzone.

In questa raccolta ci sono anche canzoni scritte a quattro mani con Mina. Eccomi, per esempio, in cui lei ufficialmente non compare, nacque nel pieno di una notte quando arrivò a casa mia decisa ad avere quel testo, quella notte e con la ripetizione della parola “amore” almeno 7 volte nei primi tre versi. O Una mezza dozzina di rose, una sua bella idea di partenza, anche se io avrei preferito un numero dispari di rose.

Il mio nemico è ieri, che poi col suo verso: “quando tu mi spiavi in cima a un batticuore”  diede il titolo all’ellepì che lo conteneva, gliel’avevo nascosta perché mi sembrava troppo sofisticata e non so chi gliel’abbia poi fatta ascoltare (per fortuna, direi oggi, visto come la canta!). Viva Lei, marciando piano piano e senza un grande battage, nel tempo ha fatto invece stragi nel cuore delle donne malgrado Mina mi abbia sempre preso in giro per quel verso sul “che sapore ha l’infelicità” che nel suo linguaggio fotoromanzesco invece mi piace ancora oggi.

Sacumdì Sacumdà (che in brasiliano, dove però si scrive con la “n” anziché con la “m”,  significa muovere la gonna a tempo con le mani) io l’ho subito sentito come il suono che farebbe un diavolo in una favola. Il brano capitò in repertorio per caso perché io avevo segnalato a Mina una canzone che era sullo stesso nastro su cui compariva “Sacumdì Sacumdà” e quest’ultima piacque a Mina talmente tanto da soppiantare quell’altra. Ma all’epoca ebbe anche guai di censura RAI perché un dirigente, non avendola sentita tutta, sospettava che la protagonista accettasse le proposte del diavolo e gridava allo scandalo! Bastò dirgli che ascoltasse la canzone fino in fondo per capire che non era così: “Ah, allora va benissimo, mandatela pure in onda,” sentenziò tranquillizzato. Ma lui poi l’avrà mai sentita?

Lo faresti nacque dall’idea di fare chiedere a una donna quello che invece è più facile chieda un uomo: mi piaceva il gioco di rovesciare i piani di vista perché i colori trasgressivi diventavano più forti. E Mina l’ha interpretata ironicamente alla grande.

Buonasera, dottore la scelse Mina dopo molti anni dalla sua uscita. All’inizio mi chiese se potesse fare lei la parte parlata e adattare il canto a una voce maschile, ma poi capì che psicologicamente era più giusto lasciarla com’era (anche perché le dissi: “E rinunciare a sentire cantare te, sei matta?”).

Io ti amavo quando lo avevo sulla pelle. I colori della vita stavano cambiando, eravamo cresciuti tutti e c’era quell’ultima corsa della nostra grande giovinezza che era già sulle tracce di fine estate con spiagge più vuote e tramonti più soli. Qualcuno aveva imparato più paure e coccolato più ipocrisie. Che dire d’altro?…

Dominga è parente di Che nome avrà. Sono state scritte a grande distanza ma parlano della piccola gelosia di non essere stato il primo o l’unico nel cuore e nel corpo di certe persone speciali, non sempre i veri o i grandi amori, ma quelli dalla reazione chimica devastante che poi fingiamo sarebbero forse stati veri e grandi se… Stanno rinchiusi in un angolino dei sogni a prova che quel desiderio non è mai passato anche se non verrà più.

La voce del silenzio mi venne da una frase di mia madre che mi disse che il silenzio racchiudeva talmente tante voci, canzoni e profumi del ricordo che per non restarne travolti bisognava per forza cercare una voce vera. Sta avendo un successo incredibile quarant’anni dopo, c’è da ridere.

L’ultimo gesto di un clown è la vendetta del senno di poi. Che bello se al momento del distacco, in barba alle umiliazioni, ai torti e alle offese subite di chi si è amato con inspiegabile e folle testardaggine, si riuscisse a far credere di non soffrire neanche un po’. Risata ah, ah, ah.

Ballata d’autunno. Spiega tutto un suo verso: “Magari si potesse del domani e del passato / dire: è quello che ho sognato.”

(… Il resto, in “pillole” nelle pagine Facebook Mina EMI e Mina Fan Club))

Pubblicato: 11 anni ago

Scritte per Mina… firmato Paolo Limiti

Eccovi in anteprima, grazie all’amico Ivan Storti della EMI, la copertina e la tracklist della compilation Scritte per Mina… firmato Paolo Limiti in uscita il prossimo 4 giugno. 

CD 1
Questa canzone – La voce del silenzio – Bugiardo e incosciente – Lo faresti – Sacumdì Sacumdà – L’ultimo gesto di un clown – Una mezza dozzina di rose – Ballata d’autunno – Cuore, amore, cuore – Un’ombra – Il mio nemico è ieri – Io ti amavo quando – Dominga

CD 2
Viva lei – Ahi mi’ amor – Adagio – Lui, lui, lui – Eccomi – Buonasera dottore – Dai dai domani – Ero io, eri tu, era ieri – Che nome avrà – Non ho parlato mai – L’uomo della sabbia – Credi – La voce del silenzio (live 1968)

 

Scritte per Mina cover

 

Pubblicato: 11 anni ago

InDVDbile

Aspettavamo con ansia da mesi l’uscita del pluriannunciato cofanetto Gli anni RAI col meglio della Mina televisiva (in dvd) e radiofonica (in cd), ma all’ok definitivo di tale emissione manca tuttora, per via delle solite lungaggini burocratiche, la firma dei vertici Raitrade. E così, per ingannare l’attesa di tali golosità, la GSU di Lugano ha deciso di regalarci un’altra – quintupla – sorpresa che raccoglie in quattro dvd e in un libro di foto inedite una serie di meraviglie attinte al materiale video extra-RAI della Tigre. Il geniale titolo – InDVDbile – e l’intrigante copertina di Balletti – un adattamento in salsa mazziniana del Bacio di Klimt – valgono già da soli il (modico) prezzo del box. Ma sono i contenuti dei 4 dischetti a far gridare al miracolo: la ristampa dell’ormai introvabile Mina in studio con la preziosa aggiunta dei brani esclusi dall’edizione del 2001 (La barca e Blue Moon), la videoraccolta Mina nei Caroselli Barilla contenente  uno short in più (C’è più samba) rispetto alla prima emissione e impreziosita da un volume fotografico griffato Pietro Pascuttini, la riproposta con booklet rinnovato del live Dalla Bussola e – wow! – un quarto stupefacente dvd con una serie di Caroselli Tassoni accompagnata dai clip a colori del ’74 destinati alle TV estere con le versioni di E poi nelle varie lingue. Il tutto distribuito da Artist First e sin d’ora prenotabile su Amazon, nonché reperibile dal 18 giugno nei maggiori negozi e nella grande distribuzione.

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Pubblicato: 11 anni ago

Un bel dì vedremo…

Nei piani del team mazziniano, cui il Club è solito attenersi con scrupolo, la notizia del box “InDVDibile” in uscita a giugno doveva restare top secret ancora per qualche giorno. Evidentemente il partner dell’operazione – First Artist, distributore alternativo alle majors – ha ritenuto che fosse già il momento di divulgare la novità tramite TGCom e altri siti. Per cui, a questo punto, i contenuti e le inedite sorprese dei 4 dvd (Caroselli Barilla, Mina in studio, Live ’72, Caroselli Tassoni etc.) sono quasi interamente noti a tutti voi. Fermo restando che, prima di diffondere ogni ulteriore dettaglio, riteniamo saggio rimanere in attesa di un comunicato ufficiale vergato dalla GSU…

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Pubblicato: 11 anni ago

Poche parole…

Le “novità” mazziniane vere e proprie sono previste tra la fine del 2013 e i primi mesi del 2014. Ma qualche ghiotta sorpresa – sul fronte più squisitamente “vintage” – è in arrivo già per questa primavera. Preparatevi (anche) a qualcosa di mai sentito e mai visto…

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Pubblicato: 11 anni ago

Trent’anni delle sue storie

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Esattamente due decenni fa, di questi tempi, vedeva la luce Storie per cani sciolti, secondo e – a tutt’oggi – ultimo album da cantautore di Massimiliano Pani. “Essere un ‘cane sciolto’ – spiegò Max presentando il disco ai giornalisti – significa dare retta alla propria individualità, essere selettivo nei rapporti e nelle scelte di ogni giorno. Da adolescente mi sentivo un diverso. Perché non mi interessavano i giochi, i gusti, le scelte dei miei coetanei, non li condividevo. Sempre fuori posto. Poi sono cresciuto e un giorno ho capito: ero un ‘eremita’. Per vocazione e poi per scelta. Che non vuol dire non avere interessi, ma vuol dire avere ‘altri’ interessi da vivere, da gustare con se stessi e la cerchia ristretta dei propri cari”. Riascoltato oggi, Storie per cani sciolti – non meno bello ma forse più ardito ed élitario della scintillante opera prima L’occasione del settembre 1991 – è il fedele ritratto in musica di un artista trentenne assolutamente atipico nel panorama “giovane” della canzone italiana di allora. “Massimiliano – scrivemmo nella nostra recensione del disco sulla fanzine numero 38 – non si pone come facile simbolo della sua generazione, non insegue generi banalmente alla moda, deve litigare con i discografici per imporre le sue idee (‘Loro sostengono che difficilmente quello che faccio può essere apprezzato dai più giovani…’). Non si considera nemmeno un ‘cantautore’ ma più semplicemente un musicista che scrive e canta belle canzoni. E di questi tempi scusate se è poco. Il disco si apre con un’intensa canzone d’amore sottilmente venata di gospel, Valentina senza di te, che è anche il brano preferito dalla mamma. Noi abbiamo molto apprezzato anche la delicata Anna che va via, l’elegante Come se (con un divertente intervento parlato della stessa Mina che, con voce nasale, annuncia ‘i programmi di Raidue…’, l’emozionante Gli occhi della mente (forse il più bel testo dell’album, firmato da Lele Cerri) e la spiritosa Svariate crudeltà in cui Max si diverte a fare il verso a certi inconfondibili birignao vocali della madre, nonché il medley conclusivo nei dieci minuti del quale sfilano uno dopo l’altro i maggiori successi firmati da Pani come autore per  se stesso e per Mina, da Sensazioni a Come stai. Insomma, un grande disco, suonato dalla crema dei musicisti italiani – Rea, Moriconi, Gianolio, Farina, Braido, Giammarco… – e dedicato a tutti i ‘cani sciolti’, o meglio a un cane in particolare: Moose, lo splendido american pitt-bull terrier che appare in copertina e a cui Max è legatissimo. A Moose il disco è piaciuto moltissimo: sicuramente, in fatto di canzoni, la sa più lunga lui di certi signori ai piani alti delle major…”. 

Pubblicato: 11 anni ago

D’altro canto

Fino a qualche anno fa – almeno, diciamo, fino alla svolta monografica di Napoli che nel ’96 interruppe la lunga serie di variegatissimi doppi album tuttifrutti – Mina si era concessa solo sporadicamente qualche “parentesi” tematica incentrata su un singolo genere o su un singolo autore. Fecero eccezione, negli anni Settanta, lo scintillante American Graffiti di Baby Gate, il supremo exploit multivoci di Plurale e i tre portrait cantautorali dedicati a Califano (e Pes), a Battisti e a Jannacci. In un Sorrisi dell’estate ’77, dando per scontato che la lista degli “omaggi d’autore” fosse destinata ad avere in seguito, Gherardo Gentili scrisse: “Con Jannacci, Mina si appresta a proseguire l’operazione già tentata con Lucio Battisti: interpretare un autore dandogli una dimensione nuova, senza tradirne lo spirito originario. Operazione che con Lucio ha dato risultati eccellenti e che naturalmente ha determinato una lista di aspiranti. Quali saranno i prossimi cantautori dopo Enzo? Possiamo azzardare qualche nome. Il gioco delle ipotesi è affascinante. Modugno, Celentano, Endrigo, Le Orme, Gli Alunni del Sole. Il lettore è invitato a continuare…”. Nello scrutare la sua sfera di cristallo, come si vede, l’oracolare Gherardo aveva azzeccato con decenni di anticipo i primi due nomi. Quanto al compianto e mai abbastanza ricordato Sergio Endrigo, non è detto che prima o poi Mina non decida di recuperare qualche preziosa gemma del suo repertorio. Ma oggi che, come anticipato da Massimiliano, l’infaticabile Tigre ha inaugurato col superbo 12 una serie di incursioni monografiche nei generi più disparati (dal Brasile ai tanghi argentini, dai classici della canzone italiana alla chanson française fino – perché no? – alle nenie tantriche) o nei songbook di singoli autori italiani e stranieri, prevedere quali “mondi musicali” Mina abbia intenzione di esplorare nel prossimo futuro è impresa a dir poco ardua anche per le più provette Sibille Cumane de noantri. Anche perché, tra un omaggio al passato e l’altro, la Signora continua a non perdere di vista (e d’orecchio) il presente: tant’è vero che ha già praticamente pronto per l’autunno un nuovo album di inediti che si preannuncia – possibile? – ancor più bello di Facile, Caramella e Piccolino

Pubblicato: 11 anni ago

Ricomincio da 12

Nel giorno del suo compleanno (è nato il 12 aprile 1965: auguri!) e a trent’anni esatti dall’inizio della sua preziosa collaborazione col Mina Fan Club, vi proponiamo in anteprima le prime righe dello splendido commento su American Songbook che il nostro “minologo numero uno” Antonio Bianchi ha scritto per la fanzine 75 di prossima uscita

di Antonio Bianchi

Non grande. Non grandissima. Gli aggettivi abusati non bastano. Mina, in 12, è “la” singer’s singer, la cantante dei cantanti, la strumentista del canto, la voce dei musicisti, la titolare di sottigliezze interpretative che trascendono la comprensione del volgo. Il grande pubblico ne può intuire la portata. Ma solo in parte. Perché la fruizione di tanta arte è, in fondo, questione elitaria. Non è solo una questione di bravura, di sensibilità interpretativa, di personalità (quella che fa il vero “artista”) e di intelligenza (quella che consente di dare un senso, uno spessore – e un futuro – al talento e all’unicità). Nel caso di Mina c’è anche l’esperienza, c’è il mestiere e c’è la consapevolezza di colori di cui i più (il grande pubblico, molti colleghi, i critici meno preparati, i dj radiofonici “di tendenza”…) non sospettano neppure l’esistenza.

Non è una considerazione di poco conto, perché, di fatto, il mestiere si traduce in una dimensione in più. Mina non è più solo una voce “tridimensionale”. È una “iper-voce”: ha quattro dimensioni.

Lo scotto da pagare? La percezione della quarta dimensione è sensorialmente preclusa ai più. Si può intuire. Si può recepire irrazionalmente. Ma la messa a fuoco comporta attenzione, concentrazione, nozioni e consapevolezze già acquisite. Troppo faticoso per un pubblico che alla musica chiede automatismi, abbordabilità spicciola, bidimensionalità da debuttanti…

(Per il resto dell’articolo, appuntamento al prossimo numero della rivista…)

Pubblicato: 11 anni ago

Tè e simpatia

“A mia madre la radio manca moltissimo – ci aveva confidato Massimiliano qualche tempo fa -. Se solo si facesse vivo un capostruttura con qualche bella proposta…”. E in effetti, come da noi ricordato in chiusura del nostro dossier Cara amica vicina e lontana pubblicato nell’ultima fanzine, negli ultimi anni aveva preso corpo più di un’idea per un possibile ritorno di Mina ai microfoni della RAI: una storia a puntate del costume italiano in musica con testi di Giorgio Calabrese, una rubrichetta a ridosso delle edizioni mattutine del Giornale Radio, o ancora – in occasione del recente sodalizio con la Barilla – un programma musicale sponsorizzato dalla Casa parmense. Bellissimi progetti il più delle volte, purtroppo, rimasti impantanati nella babele burocratica dei corridoi di via Asiago. Senonché, a risvegliare le nostre speranze, sono arrivate le parole scritte ieri da Mina nel suo blog sul sito di Vanity in risposta al giovanissimo fan (nonché socio del Club) Giancarlo Nino che le esprimeva il desiderio di riascoltarla presto in un nuovo programma radiofonico, magari all’ora del tè: “Ma sai che ci stavo pensando? Non mi dispiacerebbe tornare a fare due chiacchiere e un po’ di musica per tenere compagnia a chi ne ha voglia. C’è una offerta di programmi esagerata, caro Giancarlo. Quasi tutti un po’ convulsi, se posso dire. Ecco, sì, vedrei una cosa sorridente e rilassata. Proprio con lo spirito di una tazza di tè fra amici, come dici tu. Mah… vediamo…”. Se è vero, come lei amava ripetere alla fine di ogni puntata dei suoi indimenticabili Incontri musicali del mio tipo, che “c’è sempre una prossima volta nella vita”, perché non dovremmo prendere sul serio questa nuova e inaspettata “mezza” promessa?

Pubblicato: 11 anni ago

Comunicato EMI!

grande grande grande mina vinile

Ecco un’altra delle uscite in vinile prevista per il 20 aprile nei negozi tradizionali di dischi in occasione del Record Store Day Italy. Si tratta della ristampa a 45 giri del singolo di Mina “Grande, Grande, Grande”, pubblicato originariamente nel gennaio 1972.
Il singolo, che era tratto dall’album “Mina”, entrò tra i primi dieci brani in classifica nell’ultima settimana di febbraio.
Si posizionò saldamente al secondo posto (dietro “Imagine” di John Lennon), ma a metà marzo calò fino alla 4ª posizione. Tuttavia all’inizio di aprile riconquistò il secondo posto, mantenendolo per tutto il mese, per raggiungere infine il 1º posto il 29 aprile.
La canzone fu uno dei più grandi successi nella carriera della cantante, ottenendo notorietà anche a livello internazionali; all’estero ne vennero infatti realizzate molteplici versioni, una delle quali, la più famosa, fu interpretata da Shirley Bassey.

TRACKLIST:
LATO A: GRANDE, GRANDE. GRANDE (2001 – REMASTER)
LATO B: NON HO PARLATO MAI (2001 – REMASTER)

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