Il Blog

Pubblicato: 12 anni ago

L’uomo dell’autunno

Gianni Ferrio festeggerà il suo compleanno dopodomani, 16 novembre, nella tranquillità della sua casa romana immersa nel verde dell’Aurelia, in compagnia di Alba e dei loro amatissimi amici pelosi. Specificare il numero degli anni francamente avrebbe poco senso: i grandi Maestri non hanno età, perché l’incanto senza fine della loro musica li preserva miracolosamente dalle precarietà e dai guasti del tempo che passa. Contrariamente agli anni scorsi, stavolta non lo disturberemo al telefono per fargli direttamente gli auguri. Ci accontenteremo di rivederlo al lavoro al Forum di Roma nel breve filmato diffuso qualche mese fa dal sito ufficiale, intento a riascoltare la base orchestra appena registrata per uno dei brani-capolavoro del nuovo album di Mina, L’uomo dell’autunno, musica (struggente) di Maurizio Fabrizio su parole (splendide) di Giuseppe Fulcheri. Ovunque Ferrio metta la sua mano, tutto suona sempre perfetto. Come avviene anche in Questa canzone, in cui il pianoforte di un Ugo Bongianni sempre più bravo e l’emozionante chitarra classica accarezzata da Giorgio Secco si adagiano mirabilmente sul tappeto di viole, violini e violoncelli che il Maestro ha ricamato da par suo. Grazie davvero, grande Gianni, e tanti auguri sinceri da tutti noi.

Pubblicato: 12 anni ago

La Maestra e il Professore

E’ davvero un’impresa improba, per noi cronisti ufficiosi delle gesta mazziniane, tenere il passo delle continue sorprese che la Nostra Amata ci riserva. L’ennesimo colpo di scena riguarda la partecipazione di Mina, con un breve cammeo sui versi più famosi del brano (“Scrivi Vecchioni, scrivi canzoni… etc”), nella new version della celebre Luci a San Siro con cui Roberto Vecchioni aprirà il secondo volume del doppio antologico I colori del buio, nei negozi dal 29 novembre. Composta dal cantautore milanese (in coppia con Andrea Lo Vecchio) con un primo testo intitolato Ho perso il conto, la canzone fu inizialmente incisa nel 1971 dal compianto cantante Rossano Attolico nel suo ultimo singolo con la Ri-Fi prima del passaggio sotto le ali della PDU di Giacomo Mazzini. Nello stesso anno il brano fu ripreso con nuovi versi da Vecchioni che lo inserì, col titolo che oggi tutti conosciamo, nel suo album di esordio Parabola, pubblicato (altra coincidenza dal retrogusto Tigresco) dalla Ducale di David Matalon.

Un’altra novità – stavolta piccola piccola – riguarda la bellissima Devi dirmi di sì di Mina ripresa come jingle della nuova campagna televisiva Cartasì e affidata per l’occasione alle volenterose corde vocali dell’ex-Amica di Maria Roberta Bonanno. L’utilizzo della versione originale dell’hit cassan-paniano non era ovviamente possibile visto che la Voce di Mina è ancora vincolata – pubblicitariamente parlando – al rapporto di esclusiva con Casa Barilla destinato a concludersi senza particolari colpi di coda alla fine di quest’anno…

Pubblicato: 12 anni ago

Sotto l’ombrellone con Lelio

Tra le tante belle idee che periodicamente le vengono sottoposte per qualche possibile compilation “tematica”, ce n’è una che, qualche tempo fa, Mina aveva valutato con un certo interesse:  una raccolta delle sue più rare e significative canzoni incise per il mondo del cinema. Un amico discografico – nonché minuzioso conoscitore del suo repertorio – le aveva telefonato a tal proposito elencandole una rosa di titoli inediti o comunque da tempo irreperibili sul mercato (dalla piccioniana Spiral Walz de La decima vittima alle varie Valentina, Fai piano fai presto, Incompatibile e I giorni che ci appartengono griffate Gianni Ferrio). “Tra le cose mai uscite ci sarebbe anche quella Chi siete composta da Luttazzi per L’ombrellone di Dino Risi…”, azzardò a un certo punto l’interlocutore. E lei, lasciandolo di stucco, per tutta risposta si mise a canticchiare come se ne niente fosse il ritornello della canzone di cui – a distanza di decenni – ricordava ancora per filo e per segno musica e parole. La raccolta in questione, come tanti altri progetti, non andò poi in porto. In compenso, la desaparecida Chi siete vede oggi finalmente la luce nel doppio CD Il cinema di Lelio Luttazzi, edito dall’etichetta Blueserge (e distribuito da Egea) su licenza della Sugar, comprendente le più belle colonne sonore composte dal Maestro triestino nel ventennio 1956-1976, compresa una rara versione de Una zebra a pois per solo pianoforte tratta dal mitico Risate di gioia con Totò e Anna Magnani. Ma per gli appassionati della paleo-Mina le sorprese di questo ricco autunno mazziniano non sono finite: la Halidon, infatti, a un paio di anni dalle prime 4 ristampe su vinile degli album originali Italdisc si appresta a sfornare le riedizioni dei rimanenti 6 titoli a 33 giri della Tigre dell’era Matalon…

Pubblicato: 12 anni ago

When I’m good, I’m very good…

La adoriamo nelle impagabili occasioni in cui si diverte a mostrare il suo lato deliziosamente bad, rispondendo per le rime a qualche cafoncello che le rivolge domande impertinenti sulle pagine di Vanity. Ma sul fatto che Mina, oltre a essere sana come un pesce sano e bella come il bel sorriso che ci accende il viso, sia anche buona come un buon caffè, non esistono dubbi di sorta fin da quando, diva ventenne dal successo già senza confini, non esitò a volare in Jugoslavia per cantare gratis a sostegno della popolazione appena colpita da un terremoto. Con la discrezione e la riservatezza che l’hanno sempre contraddistinta nella vita privata come nell’attività artistica, la Signora – a differenza di altri illustri benefattori con telecamera e reporter al seguito – non ha mai amato strombazzare i suoi non infrequenti gesti di solidarietà. Non a caso sono in pochi a ricordare, solo per fare qualche esempio, la spilla a forma di mazzo di fiori che lei disegnò nel ’90 per la Campagna Gioielli per la vita promossa dalla Associazione Sclerosi Multipla; o, nel ’99, la sua adesione alla Campagna lanciata dall’Agenzia pubblicitaria Saatchi&Saatchi per la messa al bando delle mine antiuomo (“L’unica Mina che vogliamo vedere”, recitava lo slogan che accompagnava una sua foto live del 1969). Nel 2010 ha accolto a cuore aperto l’invito di Niccolò Fabi a incidere insieme una nuova, struggente versione di Parole parole nell’ambito del progetto benefico Parole di Lulù (intitolato alla figlioletta del cantautore da poco scomparsa), finalizzato alla costruzione di un centro pediatrico in Africa. E quest’anno ha altrettanto prontamente detto di sì all’amico Enzo Iacchetti cantando gratuitamente con lui in un brano dell’album di duetti Acqua di Natale – in uscita l’8 novembre – i cui proventi finanzieranno la costruzione di una diga in Kenya. E salgono così a 15 – contando le 4 tracce extra dell’edizione deluxe di Piccolino che vedrà la luce in contemporanea con il “normale” cd composto di 10 brani – le nuove canzoni che la Mina 2011 ha pronte per noi sotto l’albero. E se questa non la chiamate bontà

Pubblicato: 12 anni ago

L’invasione ha inizio

Era già successo un anno e mezzo fa con gli “assaggi” delle canzoni di Caramella fatti circolare in anteprima su Youtube. E anche in vista dell’uscita del nuovo album, il team mazziniano – bruciando scaltramente sul tempo le ormai inevitabili fughe di notizie ufficiose in Rete che avrebbero reso una volta di più vana e anacronistica la “strategia del mistero” adottata con successo nei lustri passati – ha scelto di seguire la via delle “anticipazioni” distillate ad arte al ritmo di uno-due comunicati stampa alla settimana: prima il reboante lancio del singolo “in cerca d’autore” seguito – a soli tre giorni di distanza – dall’annuncio che Questa canzone aveva finalmente trovato i suoi due papà, poi la “rivelazione” del titolo del disco e, subito dopo, l’anteprima-bomba sul sito ufficiale della strepitosa copertina ronco-ballettiana (accostabile – per genialità creativa, efficacia grafica e forza di impatto visivo – a cover entrate nella leggenda come quelle di Attila, CaterpillarSorelle Lumière Veleno). Buona ultima, qualche giorno fa, è arrivata l’anteprima dei dieci titoli della tracklist ufficiale (troppo pochi? Non disperate: nulla è Piccolino come potrebbe sembrare…) e dei nominativi di alcuni degli autori. Ma all’uscita del disco mancano ancora più di tre settimane e c’è quindi da scommettere che – di qui al 22 novembre – prenderanno il volo dal cyberspazio luganese altre sfiziose liete novelle…

Pubblicato: 13 anni ago

Una musica va tra la gente che va…

Quel provino inciso con vocalità insicura su un’anonima e usurata musicassetta casualmente ripescata nei cassetti della GSU dopo chissà quanti anni di oblio aveva ingannato tutti, a cominciare da Mina. Ed era stata proprio lei la prima a credere alla favola romantica – che avrebbe poi ispirato il magnifico video realizzato da Mauro – della canzone-cenerentola in volo per l’aere alla ricerca del suo sconosciuto principe-autore. La poderosa mobilitazione mediatica che ha accompagnato – dal 17 ottobre – il lancio radiofonico e online di Questa canzone ha consentito al team mazziniano di risolvere il “giallo” della paternità del brano nel giro di soli tre giorni. E grande è stata la sorpresa generale nello scoprire che a scriverlo – già nel ’71 – non era stato uno speranzoso carneade alle prime armi ma un’accoppiata di compositori di vetusta gloria come Paolo Limiti e Mario Nobile. Fu quest’ultimo, ben 25 anni dopo, a decidersi finalmente ad inviarlo a Lugano all’insaputa dell’amico paroliere, ma con così poca fiducia di ottenere da Mina un qualsiasi riscontro da dimenticarsi persino di depositare la composizione in SIAE.

Il più felice di parlare di questa nuova e del tutto fortuita collaborazione con Mina è stato naturalmente il vulcanico Paolo, che ha dichiarato di aver appreso la bella notizia con “grandissima emozione”. Un alone di silenzioso mistero, al contrario, continua a circondare la figura dell’autore della musica, Mario Nobile. Firma di punta – quasi sempre in coppia con Limiti – della produzione PDU tra la fine dei Sessanta e l’inizio dei Settanta per artisti “minori” dell’etichetta come Milena (Ormai, composta con G. Bonaldi), Marisa Sacchetto (Non ero io), Anita Traversi (Acque profonde), Tihm (Più sola con te), Mario debuttò come autore mazziniano con Viva lei, lato B non meno… nobile della trionfale Insieme. Subito dopo toccò a Credi (altro retro eccellente, per Io e te da soli) seguita, nell’album Quando tu mi spiavi…, dalla ripresa della superba Adagio (cofirmata da Limiti e Buffoli) precedentemente incisa dai Domodossola per il DiscoEstate ’70. Fu quindi la volta degli straordinari exploit che lo videro protagonista al fianco del compianto e geniale compositore pavese Guido Bolzoni: la psichedelica e allucinata La mia carrozza in 5043 , l’ipnotica e ermetica Una musica va in Mina R. Fino ad arrivare alla mistica ed emozionante La tua voce dentro l’anima – testo e musica suoi – inclusa in Mina con bigné. Dopodiché, di lui non si è più saputo nulla. Pino Presti, magnifico arrangiatore di diversi suoi brani, lo ricorda in quei lontani anni come “un giovane musicista di formazione classica, molto timido, minuto, con gli occhialini”. Chissà se a noi del Club riuscirà di stanarlo dal suo eremo strappandogli una breve intervista per la prossima fanzine

mina questa canzone
Pubblicato: 13 anni ago

Ho sempre visto te per primo

mina questa canzoneQuando ancora esistevano i cd singoli promozionali “fisicamente” intesi, quello che anticipava di qualche settimana l’uscita ufficiale dell’album si limitava solitamente a “suggerire” con qualche oscuro elemento grafico quella che sarebbe stata la copertina del disco. Per Non c’è più audio, bellissimo brano apripista di Pappa di latte, il giacimento Maurifero Balletti piazzò sulla cover del promo una sibillina “galletta” d’assaggio della Mina biscottata e intovagliata che avremmo poi gustato appieno sulla busta dell’album. Analogamente, l’anno dopo, sulla copertina di Volami nel cuore, campeggiava un altero e solitario Duomo di Cremona non ancora illuMinato dalla presenza non meno ieratica della nostra Star griffata Versace. Sul singolo Johnny, poi, a preannunciare la sfrecciante apparizione dell’olimpionica Tigre-Ghepardo di Leggera era una timida scarpetta smarrita nel mezzo della pista di atletica. Non meno laconici gli indizi con cui Mauro si è spesso divertito a stuzzicare la nostra curiosità nelle anteprime promo degli album successivi: un particolare cromatico dello sfondo della Monna Mina leonardesca di Olio per Grande amore, una variazione del logo simil-Chanel adottato per N° 0 per Neri, o ancora le indecifrabili sagomine colorate della Mina-con-elefantino-al-seguito di Bula Bula per Vai e vai e vai. Il gioco del “che cosa apparirà” non si è interrotto nemmeno quando, a partire da Facile, è iniziata la nuova era dei singoli “incorporei” inviati come cartolina digitale con allegata copertina scaricabile: i graffiti infantili sulla cover de Il frutto che vuoi erano il segno premonitore della Mina abbozzata da Mauro con magistrale mano bambina per l’album del 2009, così come le cartine colorate di You Get Me prefiguravano l’abbuffata di dolcezza in serbo per Caramella. E tutto lascia credere che anche la non-immagine scelta per Questa canzone contenga – nella sua apparente asetticità – una pur vaga associazione di idee con la splendida e sorprendente Mina che vedremo nella copertina di Piccolino. Qualcuno di voi ha voglia di azzardare qualche ipotesi?

 

Pubblicato: 13 anni ago

Ci sono emozioni

Mentre Questa canzone sta rapidamente scalando – sottovoce, ma con piglio sicuro – la classifica dei brani più scaricati su iTunes (tallonata, a ridosso dei Top 50, dalla sempreverde Amoreunicoamore rilanciata dalla prima TV de La banda dei Babbi Natale), eccovi qui una piccola selezione dei più significativi e originali commenti a caldo sul brano che ci è capitato di leggere in giro per la Rete…

“Immagino il ragionamento di Mina: le radio non passano i miei brani? Chìssene… E io come singolo faccio il meno radiofonico che si possa osare, e lo faccio come piace a me. Mina ha recuperato la Voce di Dalla Terra e di Mente e ha fatto centro. Grandissimo pezzo…” (Alessandro Mariotti, Minafanblog)

“Mi piacerebbe essere l’autore della nuova canzone di Mina. Bellissima.” (Mario Luzzatto Fegiz, Corriere.it)

“E’ così difficile, nella quotidianità, nella scontatezza e nella pochezza di questa vita, percepire emozioni così variegate, sfumate di colori, di essenze e di profumi. Di fronte a Mina mi ritrovo catapultato in una dimensione sempre nuova. I miei occhi si rigenerano, la mia mente si abbandona esplorando nuovi orizzonti. Il mio è solo un ringraziamento a chi possiede la Voce e le Parole che troppe volte incarnano la mia anima…” (Thomas Nocera, Facebook)

“Una meravigliosa ode all’amore eterno. Ma perché mi innamoro sempre di tutto quello che canta?” (Francesco Federico, Minafanblog)

Questa canzone potrebbe essere di Scaiola. A sua insaputa”. (Elvio Boeri, Facebook)

“L’ho ascoltata in macchina, pochi minuti fa, con qualcuno che l’aveva appena acquistata su iTunes. Canzone bellissima, arrangiamento perfetto, e Mina… bravissima, intensa, toccante…” (Pino Presti, Facebook)

“E’ molto essenziale. Ma non manca nulla” (Ciro Sodano, Facebook)

“Bel singolo. Amabilissimo. E paradossalmente deciso. Una provocazione minimal, educata (come le provocazioni non sono mai). Immediatamente commovente o coraggiosamente respingente. Senza pretese di unanimità. Non è poco.” (Antonio Bianchi, mail)

“Le premier extrait du futur album est superbe tout en douceur et finesse, la voix de la Diva est magnifique, j’adore, j’attends avec impatience la sortie de l’album…” (Jean Quehen, Facebook)

Questa canzone è ancora più bella proprio per il video che la sta lanciando. La Voce è un tutt’uno con l’inchiostro rilasciato dal pennino che si fonde e si ramifica sulla carta, come la Voce di Mina in noi. La fine bellezza delle immagini a dissolvenza, i disegni che si compongono davanti agli occhi e ci regalano la Mina che in fondo tutti noi desideriamo: quella a casa, tra le sue cose. Il ritmo stesso del video è stupendo, mi ricorda tanto un’animazione di Folon, l’artista belga che adoro. Che bravo il Signor Balletti. Bravo, bravo, bravo. E il primo che si azzarda a scrivere uno dei soliti ‘Mmmhh, l’avrei fatto più così, forse era più incisivo colà…’, che faccia attenzione: stavolta sono così preso da quest’opera (perché – intendiamoci – di un Maestro stiamo parlando) che potrei scatenare la mia linguaccia come una spada impazzita nella folla…” (Leone-Jesolo, Minafanblog)

home mina mazzini
Pubblicato: 13 anni ago

Vengo dopo il tiggì

home mina mazzini“Opening On – October 17 Th at 9:oo pm – Stay Tuned”, si legge nella landing page provvisoria del sito ufficiale www.minamazzini.com, momentaneamente “in cura” in attesa di riaprirsi nella sua rinnovata veste – appunto – alle h. 21:00 di lunedì 17 ottobre. Pare inoltre quasi certo che, sempre lunedì, nel corso del TG1 delle h. 20:00, Vincenzo Mollica presenterà in anteprima le nuove pagine web con qualche possibile accenno alle altre sorprese in arrivo da Lugano …

Pubblicato: 13 anni ago

Un cucchiaino di zucchero nel web

Tempo di restyling per i siti delle grandi Signore della Canzone Italiana. E’ da poco risorto in versione riveduta e corretta, dopo un lungo blackout, il portale vanoniano www.ornellavanoni.it (nella cui pagina introduttiva il viso di Ornella, “animato” dalla bravissima illustratrice Elena Campa, assume in rapida successione le fisionomie di svariati personaggi di ieri e di oggi, da Marilyn a Paoli, da Einstein alla “amica mai” di sempre Mina). E a giorni – come già anticipato dall’ottimo Lele Cerri – toccherà anche al sito ufficiale www.minamazzini.com presentarsi ai suoi innumerevoli aficionados in una nuovissima veste realizzata dalla prestigiosa Agenzia Webmaster GAG, fresca vincitrice del Premio Web Italia 2011 nella categoria Web Marketing per il portale Walk On Life curato per conto della Fondazione Telethon. Tra le sorprese che il team GSU si appresta a varare in Rete, oltre ad una pagina mazziniana finalmente ufficiale su Facebook, anche una ricca serie di immagini ronco-ballettiane a disposizione dei fans per comporre  – e ricevere bell’e pronti a casa propria – album fotografici personalizzati (una splendida idea-regalo per Natale, non trovate?). Per quanto riguarda i contenuti, a fare la parte del leone – o meglio, della Tigre – continuerà ad essere la sezione dedicata alla discografia, mentre per il materiale video fino ad oggi archiviato all’interno del sito ci sarà il collegamento diretto col canale Youtube dove oramai si può trovare di tutto e di più. Paiono davvero preistoria, ormai, i tempi in cui le apparizioni televisive e le rarità audio copiate e ricopiate su video/musicassette vergini costituivano un prezioso e sudatissimo materiale di scambio tra gli appassionati. Oggi, grazie a Youtube, non esiste praticamente scheggia minosa che non sia immediatamente a portata di click, anche se – come ha osservato il critico musicale Simon Reynolds nel suo recentissimo saggio Retromania (Isbn Edizioni, 2011) –  “Questa enorme biblioteca pubblica e gratuita del suono e dell’immagine registrata rischia di trasformarsi in una soffitta caotica, a metà tra la navigazione e lo zapping, che rende più fragile e incostante il nostro senso della temporalità ed erode la nostra capacità di concentrazione, facendoci saltellare qui e là alla ricerca del prossimo zuccherino istantaneo”. Riflessione in parte condivisibile, anche se poi – come avviene per tutte le invenzioni umane – ciò che può fare di Youtube una preziosa banca-dati della nostra memoria o, al contrario, un infernale tritacarne è solo il maggiore o minore grado di buonsenso di chi lo usa. Non dimentichiamo che, per i fans di Mina, il canale controllato da Google si è via via rivelato un ideale contenitore creativo che consente di rivestire di immagini un repertorio canoro altrimenti in buona parte “invisibile“. E c’è da essere certi che l’estro dei nostri bricoleurs digitali tornerà puntualmente a scatenarsi non appena sarà nell’aria – questione di pochissimi giorni, ormai – l’attesissimo nuovo singolo

delfina cribiori e loris biazzetti
Pubblicato: 13 anni ago

Delfinalmente libera

delfina cribiori e loris biazzettiDelfina Cribiori è una signora che da anni si danna l’anima, per colpa del suo mestieraccio, cercando di non farsi mettere troppo i piedi in testa da artisti e produttori da una parte, dai giornalisti dall’altra (e sono, tutte e tre, vil razze dannate, credete a uno che di questi mestieri ne ha fatti e ne fa due su tre)…” (Franco Zanetti, direttore di Rockol.it, da E’ proprio così, son io che scrivo, fanzine numero 70)

Per circa un quindicennio – da quando, cioè, la PDU fu ceduta alla berlusconiana RTI Music per poi passare in toto, dopo la breve stagione intermedia nelle file della S4 di Roberto Magrini, sotto le potenti ali della Sony Music – Delfina ha avuto il difficile ma entusiasmante compito di curare l’Ufficio Stampa di Mina. E’ toccato a lei, da Napoli in poi, in sinergia con l’inflessibile Michele Di Lernia – fin dagli anni EMI carismatico responsabile della Comunicazione di Casa Mazzini – e col più conciliante Massimiliano Pani, pianificare strategie promozionali, diffondere strilli d’agenzia, organizzare sfibranti sedute di ascolto con giornalisti spesso curiosi di tutto fuorché dei contenuti del disco, inviare alle radio i nuovi singoli, concordare con grandi e piccoli TG le messe in onda delle varie anteprime e fungere, insomma, da seràfico parafulmine nei non facili rapporti tra i media e la più inafferrabile delle Star. Per non parlare dell’incombenza più gravosa e ingrata di tutte: aggirare le trappole mortali del più irriducibile, invadente e petulante fan club che il sottosuolo della musica leggera italiana abbia mai prodotto: il nostro. Da questo punto di vista, Delfina ha sempre fatto il paio con la sua omologa di casa PDU: la soave, incorruttibile, leggendaria Catherine Laczko. Capacissime, l’una e l’altra, di conversare amabilmente al telefono per interi quarti d’ora, rispondendo senza apparenti rémore a ogni tua domanda-trabocchetto ma, in realtà, lasciandoti – a chiamata conclusa – con la dolceamara certezza di non aver cavato dal buco un ragnetto che sia uno. Ma le granitiche doti di discrezione non hanno impedito a Delfina, come del resto a Catherine, di rendersi protagonista di piccoli grandi gesti di amicizia e di generosità nei nostri confronti. Come quando, nei giorni convulsi del Nessun dorma sanremese di Mina, stanca morta dopo una tesa conferenza stampa con i cronisti indispettiti per la mancata presenza “fisica” della Tigre sul palco festivaliero, lei trovò tempo e fiato per una telefonata in cui mi annunciava di essere riuscita a tenere da parte per il Club alcune delle graziose pen drive distribuite ai giornalisti con foto, credits e note stampa di Sulla tua bocca lo dirò. E l’elenco delle carinerie di questo tipo potrebbe continuare a lungo…

Ma perché vi raccontiamo tutte queste cose di Delfina, vi chiederete. Semplice: dopo una lunga e onorata carriera dietro le quinte della discografia, la nostra cara amica si appresta a tagliare il traguardo della pensione. Ma ad un ultimo, importante impegno professionale non ha saputo e voluto dire di no: la campagna di lancio dell’imminente album di Mina. Dopodiché, a prendere il suo posto, ai piani alti della sede milanese della Sony di via Amedei, sarà la collega Chiara Pagura. Alla quale auguriamo di cuore Buon Lavoro. Quanto a Delfina, pur essendo dispiaciutissimi della sua uscita di scena, siamo al tempo stesso strafelici di saperla in procinto di godere di una nuova, rilassatissima stagione della sua vita, con tanto più tempo da dedicare alle persone che ama, agli hobby del cuore, agli avventurosi viaggi in giro per il mondo che tanto la appassionano. Naturalmente non smetterà di essere una delle nostre “socie onorarie” più gradite. Perché i rapporti professionali (o paraprofessionali, nel nostro caso di fanzinari a tempo perso) possono anche terminare. Ma le vere amicizie restano.

 

Pubblicato: 13 anni ago

Metti una sera a cena…

Ricordate il nostro recente post dedicato alla popolare cantante tunisina Amina che, in un’intervista al Venerdì di Repubblica, aveva confessato di considerare Mina – insieme a Sarah Vaughan e Amalia Rodriguez – una delle tre grandi Muse ispiratrici della sua vocalità? Ebbene: la lista delle star internazionali “folgorate sulla via di Lugano” (che annovera, oltre a fan eccellenti ormai “storiche” come Liza, Céline Dion o Madonna, glorie di più fresca data come Monica Naranjo, Valeria Linch, Patricia Sosa, Jennifer Lopez e parecchie altre) continua a registrare new entries sempre più sorprendenti. Alcune settimane fa, a tu per tu con Federico Scoppio de L’Espresso all’indomani dell’uscita del suo album Paradiso inciso con Ennio Morricone, la soprano neozelandese Hayley Westenra non ha mancato di tessere le lodi di colei che delle musiche morriconiane è stata l’interprete per eccellenza, ovvero Edda Dell’Orso: “Lei ha saputo sfruttare la sua vocalità, tre ottave d’estensione. Davvero una grandissima cantante. Come Mina. “Conosce Mina?”, ha replicato Scoppio con stupore. E lei: “Me ne ha parlato il Maestro, una sera a cena, raccontandomi dei suoi amici di gioventù, tra i quali Mina. Ho cercato le sue canzoni su youtube appena rientrata in albergo e sono rimasta spiazzata: una voce incredibile…”. Torna in mente quanto dichiarò Céline Dion in occasione di una sua recente apparizione italiana accanto al nostro Fiorello: “Mina non ha avuto bisogno di andare in giro per il mondo per farsi conoscere ed apprezzare dalla gente: è la gente ad andare spontaneamente da lei, riuscendo a cogliere la sua anima anche senza vederla…”. Sta tutta racchiusa in queste sagge e autorevoli parole, in fondo, il segreto di un successo che da più di mezzo secolo oltrepassa le barriere geografiche non meno di quelle generazionali. E che fa dire persino a una tredicenne cantante lirica in erba – è accaduto l’altra sera, nel corso del baby talent  Ti lascio una canzone, con uno scintillante Massimiliano Pani riconfermato per il secondo anno consecutivo nel ruolo di “giurato di qualità” – che il suo punto di riferimento in campo pop ha un nome solo. Di quattro lettere, naturalmente.

Pubblicato: 13 anni ago

Mi ha detto il silenzio che sa…

Ci siamo. Apportati gli ultimi ritocchi ai brani scelti in extremis e incisi a tempo di record al rientro dalle vacanze, il nuovo album di inediti di Mina è ormai praticamente pronto per essere dato alle stampe. Non prima, naturalmente, che il supremo Mauro Balletti abbia a sua volta ultimato – ma anche per lui è ormai questione di pochi giorni – l’impaginazione della copertina e del libretto del cd. Nel frattempo, sebbene manchino ancora diverse settimane al lancio radiofonico del primo singolo e all’uscita – di lì a poco – del disco vero e proprio, la curiosità dei fans per le nuove sorprese della factory di Lugano è già salita alle stelle. Non è da escludere che, ad alleviare i morsi dell’attesa, la pagina Ping di Mina su iTunes possa presto riservarci qualche altra “chicca” in anteprima dopo gli inattesi “regalini” centellinati nel corso dei lavori (vedi il breve filmato del M° Gianni Ferrio alle prese con un arrangiamento al Forum di Roma nel maggio scorso o, giusto qualche giorno fa, l’emozionante foto di Mina “carpita” in sala nelle fasi conclusive delle incisioni).

Rispetto a Caramella, la cui tracklist quasi totalmente composta di “mezzi tempi” conferiva all’insieme una certa uniformità, il nuovo album sembrerebbe promettere una miscellanea assai più eterogenea di ritmi e di generi musicali, spaziando dalla classica canzone d’amore adagiata su un tappeto d’archi alla dance più folle e sfrenata. Prepariamoci, insomma, a una Mina ancora una volta miracolosamente capace – almeno lei nell’universo – di stregarci e di sorprenderci…

Pubblicato: 13 anni ago

Un grande futuro alle spalle

Una illuminante classifica stilata da LaFeltrinelli.it sugli artisti complessivamente più venduti con i loro rispettivi cataloghi discografici vede da mesi e mesi nelle prime cinque posizioni – nell’ordine – Michael Jackson, Vasco Rossi, Ludwig Van Beethoven (un ragazzo che si farà…), Ligabue e la nostra Mina. “Bella scoperta,– obietterà qualcuno – con oltre 400 titoli reperibili, tra repertori Peer Southern, EMI e Sony, è scontato che la Signora Mazzini mantenga ancora saldamente la sua pluridecennale leadership in un mercato sempre più fiacco…”. Sarà anche così, ma di tanto in tanto non fa male ricordare – in un ambiente musicale in cui paiono contare solo i numeri del presente e le posizioni in classifica degli ultimi arrivati – quanto sia fondamentale, sia in termine di prestigio che di fatturato, il contributo reso dai pochi veri artisti evergreen ancora in circolazione a un’industria discografica sempre più in affanno. L’album di Mina che uscirà a novembre sarà anche quello conclusivo dell’attuale contratto di distribuzione tra GSU e Sony. Ma per quale che sia l’etichetta che riuscirà ad aggiudicarsi l’esclusiva delle emissioni future di Casa Mazzini – la stessa Sony? Un’altra major? Un marchio indipendente? E’ ancora presto per prevederlo – l’onore e i vantaggi che deriveranno dall’aver rilevato un simile patrimonio di storia e di bellezza varranno mille volte di più – nel tempo – di tanti effimeri, aleatori primi posti in hit parade di certi strombazzatissimi idoli del momento…

Stefano Anselmo Come Sono Diventato Truccatore
Pubblicato: 13 anni ago

Stefano Anselmo, di vero in fondo(tinta)

Stefano Anselmo Come Sono Diventato Truccatore“Mi ha sempre colpito il primo sguardo che Stefano Anselmo lancia sul viso della persona sulla quale sta per effettuare una magia: il suo sguardo, serio e concentrato, è quello non solo dei professionisti eccelsi, ma anche quello di uno scienziato curioso. La sua ricerca è l’estetica dell’antropologia, non solo trucco.” (Mauro Balletti)

Si intitola Come sono diventato truccatore – racconti veri da una vita piena di immaginazione (Rovema Editore, 39 euro) ed è il tredicesimo, imperdibile libro di Stefano Anselmo. Dopo tanti maxivolumi prettamente “tecnico-didattici” (al più recente, Faremaschere, avevamo dedicato nella fanzine 64 un ampio servizio con tanto di intervista all’autore), questa volta il Maestro italiano del make up si propone ai lettori in una forma che definire “confidenziale” sarebbe riduttivo, tale è la disarmante sincerità con cui ha accettato di parlare di sé, di come sia nata e cresciuta negli anni la sua passione per il trucco, dei rapporti – non tutti idilliaci – con i vari Divi, Divine o aspiranti tali con cui ha collaborato, dell’amore sconfinato per le multiformi culture dell’Africa (sua costante fonte di ispirazione). A Mina“La Musa dai Mille Volti” – Stefano ha ovviamente riservato un ricco capitolo a parte, ripercorrendo in oltre venti pagine le tappe principali del loro ormai ultratrentennale sodalizio umano e professionale, partendo dal primo incontro avvenuto nel 1978 per un servizio fotografico di Mauro Balletti fino alle più recenti copertine, il tutto magnificamente illustrato con immagini talvolta inedite (tra le “chicche” , una “diversa” prova di copertina realizzata per Sulla tua bocca lo dirò, lo schizzo originale “anselmiano” della Mina calva da cui Gianni Ronco trasse poi ispirazione per la cover-capolavoro di Attila e due splendide foto che ritraggono Mina e Stefano sul set di In studio). Il libro – per adesso non ancora distribuito nelle librerie – può essere ordinato direttamente all’editore Roverna scrivendo a una delle seguenti mail: dse.mary@tiscali.it e rovemasrl@tiscali.it. Insieme al libro – il 10% del cui ricavato andrà a favore di due onlus pro-Africa, C.O.S.A. e Sunugal – potrete ricevere anche il dvd Il dio dell’Acqua che racconta il backstage della preparazione di uno degli inarrivabili lavori di Stefano.

Pubblicato: 13 anni ago

La solitudine della Numero Uno

Qualche settimana fa, ad una lettrice di Vanity che le chiedeva che cosa provasse riguardandosi nel glorioso duetto televisivo con Battisti e se le mancassero quei momenti, Mina ha risposto: “No, non mi mancano affatto. Forse perché li ho vissuti pienamente, senza riserve. Sapendo bene quello che stavo facendo e come. Conoscendo le difficoltà e le leggerezze di quella che viene trattata come musica minore. Le maltrattate canzonette. Che, qualche volta, hanno nel loro cuore una verità che tanto semplice non è. Invece, mi mancano i pezzi. Quella qualità altissima che era la cifra di Battisti. Sai, io sono un’esecutrice pura. Cioè, non scrivo e devo solo sperare che mi arrivino pezzi interessanti. Ma, da anni ormai, tutti gli autori cantano ed è molto difficile che si privino di una canzone realmente bella per darla a me…”. La constatazione – amara? Brutale? No, semplicemente lucida e realistica – era ovviamente riferita alle grandi firme del cantautorato che, se solo riescono a comporre un brano all’altezza del loro mito, stanno ben attenti a tenerselo stretto (ma a giudicare dalle ultime proposte dei pochi “intoccabili” attualmente in auge, pare proprio che riuscire a sfornare una fragrante ciambella col buco sia ormai diventato anche per loro un evento a dir poco raro). In realtà, di belle – e talvolta ottime – composizioni, nella buca delle lettere di casa GSU, continuano ad arrivarne a iosa, “quasi” altrettanto numerose di quelle che giungevano a Mina nei tempi aurei in cui gli uffici milanesi della PDU erano il crocevia obbligato (e agognato) di tutta la migliore musica d’autore del Belpaese. “In questi anni di crisi discografica – ci ha spiegato Massimiliano a proposito del rinnovato fermento creativo che circonda la mamma – molti cantanti-autori stanno tirando i remi in barca e sono sempre meno convinti di lanciare in proprio le loro canzoni, preferendo affidarle all’interpretazione di Mina”. Le proposte valide giunte anche nel corso dell’estate sono state così tante e così convincenti da indurre Mina e il suo team a “riaprire” l’album praticamente già chiuso il luglio scorso e a rimettersi al lavoro dalla fine di agosto – e almeno fino a metà settembre – per realizzare qualche altro brano in extremis. E’ quindi probabile che il disco veda la luce non prima degli inizi novembre. Poco male, vista l’abbondanza di carne al fuoco che pare preludere ad un album “ancora più bello – assicura Max – di Facile e di Caramella…”.

Pubblicato: 13 anni ago

I migliori Gianni della nostra vita

La primissima tessera, stampata nel 1980 su cartoncini di diversi colori dal neonato fan club di Parma, riprendeva – con qualche libero ritocco grafico apportato dai ragazzacci di via Nino Bixio – la Mina griffata Gianni Ronco della copertina di Uomo/La mente torna: un logo di straordinaria efficacia che raffigurava la nostra Superstar in una delle sue più tipiche gestualità sceniche: le inconfondibili mani in primo piano con le punte dell’indice e del pollice rigorosamente unite. A metà degli anni Ottanta, dopo il trasloco della redazione nel cuore delle Alpi Graie, la nuova immagine-simbolo del Club fu “rubata” al talento di Stefano Anselmo: pochi sapienti tratti del celebre Viso disegnati da un mago del make-up che, per ovvi motivi, quella faccia la conosce meglio di chiunque altro. Dopodiché, nei due decenni successivi, i nostri periodici cambi di logo sono stati tutti puntualmente contrassegnati dal tocco inconfondibile di Gianni Ronco.

Tra le mille Mazzini in ogni posa e in ogni guisa che il nostro grande Artista – e amico – ci ha messo generosamente a disposizione per la nuova tessera 2011 (che riceverete in dono con la prossima fanzine n. 73), la scelta è stata a dir poco ardua. Alla fine abbiamo optato per l’immagine che oggi vi mostriamo finalmente in anteprima: una “classica” Mina di profilo, priva di connotazioni temporali e quindi buona per ogni stagione, ideale “bandiera” della nostra attività nelle annate che verranno. E a tal proposito non possiamo che fare anche nostre le parole da Lei scritte in un recente Vanity Fair: “Mamma mia, che fantasia hai, Gianni: ogni volta che mi mandi in visione le Mine del mese mi stupisci. C’è sempre una piccola invenzione in ognuna di loro. Mi fa piacere che tu abbia degli ammiratori. Fra un po’ faranno un fan club e io ne sarò il presidente…”. 

N.B. Naturalmente, il plauso di tutti noi va anche a Remo che  ha valorizzato da par suo la creazione di Gianni, elaborando la grafica per la  tessera che vedete. E del nuovo fantastico logo “Mina fan club” non vogliamo dire nulla?

Pubblicato: 13 anni ago

Da Amina a Mina

A Tunisi, per quanto ne sappiamo (e Dio solo sa quanti tasselli ancora ci mancano per completare l’immenso mosaico della sua carriera), Mina ha messo piede una sola volta, per un paio di concerti tenuti in occasione del Gala Franco-Italien svoltosi tra il 3 e il 4 settembre 1960 nel Casino du Belvedere. A condividere con lei le due serate fu Jean Philippe, cantante-rivelazione dell’Eurofestival dell’anno prima con la divertente Oui oui oui oui (prontamente incisa dalla stessa Tigre col testo italiano di Pinchi). Dopodiché, in anni più recenti, Mina ha rivisto la Tunisia solo in cartolina, o meglio, pubblicizzata sullo “scarabocchiato” Poster baglioniano che evocava “un mare di velluto ed una palma e tu che sogni di fuggire via…”.  E poi, nel 1995, quell’ultima sfavillante Night In Tunisia in nobile compagnia di John “Dizzy” Gillespie (ma anche con Jovanotti e Barry Manilow a far da terzo e quarto incomodo nel medley). Eppure, nonostante queste visite sporadiche e più che altro virtuali, in terra tunisina Lady Mazzini continua tuttora a godere di una discreta popolarità. Al punto che la superstar locale Amina Annabi (nata a Cartagine 48 anni fa e cantante tra le più attive nel rinnovare le tradizioni musicali del mondo arabo contaminandole con altri generi più “occidentali”) ha confessato in una recente intervista al Venerdì di Repubblica: “Le tre Voci che più di tutte le altre hanno formato il mio background e ispirato il mio canto sono quelle di Sarah Vaughan, di Amalia Rodriguez e della vostra Mina“. Una dichiarazione d’amore che ci piacerebbe fosse il preludio di un inedito, affascinante incontro canoro tra le due Artiste, magari per un bel duetto in una lingua – l’arabo – che ancora manca nel repertorio poliglotta della Nostra.

Pubblicato: 13 anni ago

Axel 25: tanti auguri!

Sembrano passati secoli, da quando il suo papà, all’epoca universalmente noto col detestato nomignolo di Paciughino, era il pargolo più braccato dai paparazzi e riceveva ad ogni compleanno vagoni di giocattoli da tutta Italia. Axel Pani – così come, dopo di lui, il fratellino Edoardo che ha da poco spento sei candeline – ha avuto invece la fortuna di crescere – con molta più tranquillità – lontano dal crepitare dei flash, negli anni in cui Mina, pur continuando ad essere la nostra Cantante numero 1, si stava progressivamente liberando dall’assedio morboso dei cronisti, ormai orientati su prede di ben minore caratura divistica ma di più agevole abbordabilità. Certamente, a voler guardare l’altro lato della medaglia, Massimiliano può “vantare” di aver avuto tra i biografi illustri della sua prima infanzia firme del calibro di Oriana Fallaci, Indro Montanelli o Dino Buzzati (il quale, da grande fan di Mina qual era, inseguì invano per anni il sogno di strapparle un’intervista). Ma anche Axel, nel giorno del suo primo vagito – giustappunto il 7 agosto di 25 anni fa -, ebbe il suo “battesimo giornalistico” di tutto rispetto sulle pagine del Corriere: un bell’articolo scritto dal compianto Giulio Nascimbeni, grande “Signore della Terza Pagina” che gli over 50 ricorderanno anche in TV nei primi anni Settanta come brillante conduttore della rubrica letteraria Tuttilibri. “Verrebbe voglia di dire Che nonna! – si leggeva in apertura del corsivo – con lo stesso tono rauco con cui Fred Buscaglione diceva Che bambola!. L’imminente nonna di cui parliamo è Mina, la cantante che non conosce tramonto: lo diventerà tra poche ore. Sua nuora Ulli sta per mettere al mondo un bambino. Mina sarà una giovanissima nonna di quarantasei anni…”. Qualche riga più giù, dopo gli inevitabili amarcord sulla Tigre degli anni ruggenti, Nascimbeni descrisse come gli sarebbe piaciuto immaginarla nei decenni successivi: “Me la vedo in una grande fattoria, con tante finestre e tanti camini, un’aia piena di bambini e di grano che si asciuga al sole”. Un’immagine di bucolica serenità che suona quanto mai profetica ed azzeccata per “raccontare” la Mina di oggi, splendida matriarca di una famiglia unitissima e felice.

A un anno dalla laurea in business administration brillantemente conseguita presso la Royal Holloway University di Londra, Axel sta proseguendo con alacrità il suo percorso di crescita professionale in Italia e all’estero (nel suo già fitto curriculum figura anche un contratto di lavoro a tempo determinato da poco concluso con la Barilla). E tutto questo senza smettere di comporre bellissime canzoni per la nonna. Due di esse – ancora una volta legate al filone melodico-intimista che gli è più congeniale – sono bell’e pronte per il prossimo album. Non vediamo l’ora di ascoltarle…

 

Pubblicato: 13 anni ago

In hoc signo vinces

Avevamo lanciato l’iniziativa senza troppa convinzione, al solo scopo di smuovere un po’ le acque del blog in queste settimane di calma piatta estiva. E invece le vostre proposte per dare un titolo e un’idea di copertina al prossimo album di inediti sono fioccate a decine, rendendo davvero difficile ai nostri giurati d’eccezione – Mauro Balletti e Gianni Ronco – il compito di eleggere gli elaborati migliori. A malincuore sono stati esclusi dalla scrematura finale alcuni bozzetti di indubbia qualità ma troppo espressamente ispirati a cover già esistenti, così come non sono state prese in considerazione idee che contemplavano l’utilizzo di foto magari molto belle ma palesemente legate a look di altre epoche (la tendenza, in questi anni di totale blackout fotografico, è semmai quella di restituire al pubblico un’immagine della Star il più possibile “statica” e al di fuori del tempo). Insomma, alla fine Gianni ha deciso di premiare le due proposte che a suo avviso denotavano il più lodevole sforzo creativo da parte dei rispettivi esecutori: Art déco di Fabio Biasiutti e Difficile di Fernando Del Moral Caro. A Mauro, invece, è particolarmente piaciuta l’idea cinofila – intitolata Fedele – inviata da Alessandro Mariotti. Ma a questo terzetto di premiati consentiteciContinua a leggere