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Pubblicato: 10 anni ago

L’attesa

di Simone Molinari

Sono passati venti anni dalla prima volta. Ricordo perfettamente le circostanze. Ero a casa di un amico e il papà aveva sul mobile del televisore il nuovo disco, appena comprato, di una cantante che non conoscevo. In copertina c’era una signora, agghindata come una dama del settecento, con un grandissimo parruccone contenente una gabbietta con un uomo nudo all’interno. Strampalata, ma bella. Ne avevo sentito parlare, del disco in questione, durante una puntata di Non è la Rai (eh sì, ognuno ha i propri scheletri nell’armadio). Un’euforica Ambra aveva annunciato che la più grande interprete italiana aveva inserito nel suo nuovo album una canzone interpretata da una delle ragazze del programma. Il pezzo era Rosso. Ascoltai la versione di Mina, ma non mi piacque molto, anche perché tutto il mio interesse era catturato dal singolo Rotola la vita, che ascoltavo decine e decine di volte al giorno, tanto che decisi di realizzare una copia dell’album in cassetta e poi di farmelo regalare per Natale. Ascoltavo solo il secondo volume e mi ricordo che impazzivo per Amore, Tu dimmi che città (anche se per capire a cosa alludesse il testo dovette passare qualche anno) e per quel gioiellino di In onda. Il primo disco, quello delle cover per intenderci, l’ho riscoperto molto più tardi (quando un giorno rimasi folgorato dalla sublime, eterea interpretazione di Che mi importa del mondo). Poi ci fu la trasmissione di Limiti e da lì la prima vera attesa, quando, su un numero di Tv sorrisi e canzoni di un mese estivo, lessi che Mina stava per lanciare il nuovo doppio. Quando uscì la copertina del settimanale con la Signora inzuppata in un mare di biscotti, non ero più nella pelle, ma, essendo uno studente squattrinato, non potei comprare subito il disco, ma dovetti attendere di nuovo l’arrivo di Babbo Natale. Poi arrivarono Cremona e Napoli e soprattutto Leggera, album che consumai letteralmente (e che ancora oggi ritengo fra i migliori della Mina degli ultimi 20 anni). Ed è proprio grazie ad un trafiletto contenuto nella recensione all’album del noto settimanale che scoprii dell’esistenza del fan club e mi iscrissi subito. Da lì arrivarono “le ultimissime”, i forum di internet e poi facebook, twitter e quant’altro a colmare i mesi di silenzio da Lugano, ma il sentimento di attesa sfrenata, la curiosità di sapere tutto del nuovo disco (dai musicisti, alla copertina, dal titolo, agli autori, fino ad arrivare ai testi), il desiderio di avere quell’agognato oggetto tra le proprie mani sono rimasti magicamente intatti. Chi avrà scelto questa volta la Signora per deliziarci durante la prossima torrida estate? Di quali invenzioni vocali sarà stata capace? E poi c’è il conto alla rovescia in attesa della fatidica data, la corsa al negozio di dischi (quasi sempre lo stesso) per acquistarne una copia per me e diverse per le persone care – perché questo meraviglioso patrimonio dell’umanità deve essere condiviso il più possibile- l’ascolto in religioso silenzio, senza elementi disturbatori di contorno. E le inevitabili emozioni. Quando penso che sono già venti anni che l’ascolto ininterrottamente quasi non ci credo. Quel 1994 sembra davvero dietro l’angolo. Eppure, nel frattempo, sono arrivate le gioie e i dolori della vita, l’avvento dell’età adulta, il lavoro, le difficoltà, le cadute, gli abbandoni e l’amore pieno e maturo, ma lei è sempre lì. Ed è forse questo l’aspetto più bello dell’attesa di un album di Mina. Continuare a sentirsi eternamente e gioiosamente infantili, riscoprirsi capaci di aspettare un prezioso dono musicale come un bimbo può attendere la mattina di Natale per scartare i doni tanto attesi. Ma c’è anche altro. Credo che ogni fan di Mina senta un particolare legame con lei, qualcosa che va oltre il fanatismo sfrenato, il cieco ottundimento tipico degli appassionati duri e puri. È come se fosse una persona di casa. Una di famiglia. Che vedi e senti poco, ma che è sempre presente, con piccoli gesti che riempiono di senso tutti i mesi di silenzio, capaci di alleviare i momenti più tristi con una carezza (come è capitato con “Questa canzone”, un vero miracolo d’interpretazione, uscita in un periodo particolarmente doloroso della mia vita. Lì, c’è tutta la Mina che amo, intima, accorata, drammaticamente intensa come solo lei sa essere, capace di far vivere un testo sprigionandone tutte le potenzialità più nascoste). Ecco, quando un nuovo disco di Mina entra nella mia casa, non è solo una festa musicale, ma è anche il ritorno di una persona cara, alla quale voglio bene davvero. Un bene che nessun evento della vita ha mai scalfito e che, mi sento di affermare, nessun evento scalfirà. E allora si torna ad aspettare. -30, -29, -28, -27…

Comments
  1. PieraPaso

    Anche la mi “attesa” a ritornare qui è stata lunga, perché troppi sono stati i GIORNI .senza leggere questo MAGNIFICAT blog Vi do un buon pomeriggio speciale con un bàsìn della
    Piera
    nazionale

  2. renz

    eh si.. proprio una di famiglia che ha assistito , condiviso i nostri momenti.il disco si sostituisce al telefono , alla lettera , alla chiaccherata. l’attesa è questa: del regalo di una di casa e di scoprirla come è cresciuta.
    se lei cresce insieme a noi continuamo a condivire e a vestirci” col suo abito.a molti invece succede che uno dei due resti indietro. quasi mai lei. da qui le critiche o il rifiuto. x me , oramai in una eta’ matura, dove certi valori come rispetto sono oramai radicati,è facile scoprire le diversita’ da amare, e da rispettare o magari da esaltare.

  3. Vassallo paleologo giuseppe

    Buona domenica amici…la Pierotta ha ancora problemi con internet e vi saluta tutti Smile
    Oggi penso io al giradischi ed ascoltiamo una cover di Rita Pavone cantata alla grande da nostra Sig.ra CHE M’IMPORTA DEL MONDO:

    Che m’importa del mondo
    quando tu sei vicino a me
    io non chiedo più niente al mondo
    se mi lascia te.

    Non guardarmi se piango
    è la gioia che sento in me
    non c’è cosa più grande
    dell’amore mio per te.

    Fa che questo momento
    amore mio
    duri tutta la vita
    amore amore
    stringimi forte
    amore mio
    a te.

    Che m’importa del mondo
    quando tu sei vicino a me,
    io non chiedo più niente al cielo
    se mi lascia te.

    Che m’importa del mondo
    se tu sei con me
    se tu sei con me Smile

  4. fagreste

    Belle parole…condivido in pieno quello che e’ scritto…non mi stanchero’ mai di ASPETTARE….

  5. rinoreder

    Che bel pezzo! Bravo Simone, è proprio così, come una di famiglia che non senti spesso, ma che sai che c’è e quando c’è ha il suo peso specifico.
    Senti la Mina così come la sento io, solo che io da un po’ più di anni di te…

    Smile

  6. mario basileus

    Caro Simone, mi hai fatto ringiovanire di cinquant’anni … le tue sono le stesse sensazioni che provavo tantia annio fa… GRAZIE di avermelo ricordato e grazie a MINA che mi restituisce ogni volta quella trepidazione infantile che mi permette ogni volta di dimenticare questo mondo pieno di mediocrità .

  7. Carlo V

    Concordo: Mina è come una di famiglia, presente sempre negli anni.
    Anch’io ho un particolare ricordo risalente al 1994 e a “Canarino mannaro”. Mina mi aveva conquistato mesi prima con “Lochness”, disco che però avevo scoperto dopo la sua uscita. Con “Canarino mannaro” ci sarebbe stata la prima vera e propria ATTESA. Ricordo le indiscrezioni di un servizio di Studio Aperto su Italia Uno che lo definiva come “uno dei più belli della sua carriera …” e in cui trapelavano indiscrezioni riguardo ai brani e ai duetti (Cocciante, Lopez, Audio 2…). Ricordo poi la copertina di Sorrisi e il colpo d’occhio della splendida Mina simil-settecentesca.
    Ricordo la delusione la sera del giorno ufficiale dell’uscita dell’album: mio padre era dispiaciuto ma al negozio di dischi ancora non era arrivato, bisognava aspettare ancora qualche giorno.
    E ricordo ancora meglio quando dalle casse dell’impianto stereo del salotto partirono le note di tanti violini, seguiti inaspettatamente dalla splendida voce di ragazza che cantava che del mondo non le importava “… quando tu sei vicino a me …”.
    Sorpresa.
    Era ottobre, sicuro. Non so se proprio il 21, giorno del mio compleanno. Però mi piace ricordare quella sera come se lo fosse stata.

  8. Jack Vitale

    complimenti a chi ha scritto questo meraviglioso articolo,ha centrato in pieno gli anni trascorsi nell’attesa di qualcosa di nuovo di irripetibile……….è vero per i fans quelli storici e quelli piu attuali Mina è come Una della famiglia, a volte la critichiamo per le sue scelte, ma l’amore è intatto come il primo giorno

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