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Pubblicato: 1 anno ago

Il primo sole dell’aprile

di Giovannni Aufiero

Lo si attendeva come il Natale. Come il sole dopo un mese di pioggia. Come si attende l’estate dopo un lungo inverno freddo.  E tra una proroga e l’altra finalmente “arriva Lei” e il resto intorno si svuota di senso. 

Perchè l’unico vero senso è il suo cuore e il suo intuito, le sue scelte ancora coraggiose e controcorrente come 45 anni fa, la sua voce che è un vero miracolo. 

“Ti amo come un pazzo” è un titolo programmatico di quello che proviamo dopo aver ascoltato il nuovo album di nostra Signora. Un sentimento che si rinnova e consolida ad ogni singolo ascolto, a partire da “Buttare l’amore”, bellissima, senza tempo, struggente; passando per “Come la Luna”: il vero brano dall’anima rock di questo album…brano che ti si attacca alla pelle insieme alla voce qui metallica e brillante di questa superwoman che grida la sua solitudine, che è poi la solitudine di chi ama e amando si scopre, inevitabilmente, fragile.

“Don Salvato’”è il vero momento lirico di questo feuilleton d’amore, cosi intenso e solenne. La sua voce si fa in questo brano partenopeo di Enzo Avitabile, drammatica e tagliente: la preghiera di un’umanità che ha perduto la bussola e che chiude con quell’AVE VERUM cosi accorato e cosi patetico (letteralmente inteso) che lo stesso Mozart, suppongo, non sarebbe mai riuscito a pensarlo cantato con tale precisa intezione nel canto. 

Con “Fino a domani” si spiegano le vele. Ci si perde nel tornado dell’amore che è forte e e che tuona e  che ci fa gridare insieme a lei…al miracolo! (ma davvero questa Signora ha 83 anni?)

Il tono poi si abbassa con “Zum pa pa” brano cadenzato, mesto, una poesia in musica, la stessa di “Tutto quello che un uomo”… con il canto di velluto che qui si fa rispettoso, elegante, di una sobrietà essenziale. 

Il dramma d’amore si alleggerisce con “Orto”, con saliscendi vocali pazzeschi, gli stessi ardui e belli della “Gabbia” e di “Lascia” e di “Non ho più bisogno di te” (che dovremmo sapercelo dire tutti.. con quell’ironia in musica con cui ce lo canta Lei”): tutte chicche super pazzesche.
“Povero amore” sarà la prossima pop-hit della nuova stagione autunnale.  Confezionata a puntino da divenire uno dei classici della Mina di sempre. 

Una considerazione a parte merita “Un briciolo di allegria”. Non ci credeva nessuno in questa feat. Già tutti pronti a criticarla come squali affamati ancora prima di sentire il sangue. Eppure, grazie a Dio, lei ci ha visto bene. Come ci vede benissimo da oltre 65 anni. Il pezzo è una bomba. Ed è primo tra i singoli da già 3 settimane su tutte le piattaforme digitali e in tutte le classifiche (maledette!). Con una facilità e una freschezza, che fanno invidia anche ad una trentenne, questa ragazza… dialoga ora in modo profondo, sentito, vissuto, oltre il gap generazionale, ora in modo scuro e solenne con il timbro etereo e pastoso di Blanco. Sotto un chiaro di luna  questi due amanti stropicciati vivono e ricordano quest’amore che non invecchia e che li fa desiderare ancora e ancora di lasciarsi vivere in quest’amore che brama un “bricciolo” (come lo pronuncia lei) di allegria e che li fa cantare come due adolescenti innamorati “rapapapapapa..”: UNICI. MITICA

Ogni altro commento sarebbe superfluo per questa ulteriore lezione di stile e di lungimiranza musicale e d’intelletto.  

In ogni caso, ben tornata nostra amata Mina. E grazie per tutto questo amore, puro e gentile, forte e irruento, sensuale e dolente, che metti nella tua musica, ancora una volta, solo per noi!