Donna, Donna, Donna
di Stefano Crippa
Chissà, forse anche Mina pensava alla gioiosa vocalità di Donna Summer quando si cimentava nel 1979 in Tiger bay, estenuante e lunghissima cavalcata disco-spaghetti finita nel doppio Attila. E sicuramente nelle sue orecchie risuonava l’eco di Bad girl e di una striscia impressionante di hit, quando tre anni dopo ‘festeggiava’ la nazionale ‘mundial’ di Bearzot, Rossi e Cabrini con Italiana e il singolone dance Morirò per te. Forse. Donna Summer – che ci ha lasciati il 17 maggio vittima del solito schifoso cancro, per chi scrive e per tanti che erano ragazzi nei settanta e che si struggevano per la tigre di Cremona, non possono non essere rimasti insensibili alla grazia e alla voce della pantera di Boston. Bellissima, ancor più dal vivo come ho avuto la fortuna di verificare nel 1999 durante un suo tour promozionale italiano, la diva di I feel love, è stata una cantante sempre coerente nelle sue scelte. Un po’ come Mina. Raggiunto un successo di proporzioni incredibili – calcolate che fra il 1978 e il 1979 infilò tre consecutivi album al numero uno di Billboard mentre i singoli si contendevano la top 3 (saliva Hot stuff, scendeva Bad girls, entrava On the radio…), si mise contro l’establishment di Hollywood intenando una causa contro il suo boss, Neil Bogart il presidente della Casablanca, la storica etichetta disco (Village People, Ritchie Family, Kiss) per la quale incideva e che le aveva soffiato buona parte degli incassi miliardari. Con lei la disco non era semplicemente musica di consumo, i suoi pezzi andavano oltre i sincopati 4/4: erano veri e propri standard. Ce ne saremmo accorti nel tempo visto che siamo ancor qui a ballarli e soprattutto ad ascoltarli. Con Giorgio Moroder ‘mago’ altoatesino e Pete Bellotte, autore inglese, misero in piedi una vera e propria factory di successo. Fiuto, certo, ma anche grande creatività, gusto negli arrangiamenti, divertimento. “Noi registravamo in una sala la base, e Donna cantava nell’altra. E poi andava in tour”, spiegava in un’intervista il produttore italiano. Cercate bene, ma in qualche angolo di casa le vostre copie di I remember yesterday, con lei baldanzosa in copertina in una mise molto francese, sono ancora lì nascoste dietro un vecchio giradischi. La ricordate tutta trini e pizzi, svolazzante Cenerentola nei cieli nella fiaba in sedici canzoni di Once upon a time? Difficile scordare Four seasons of love, quello con Donna sulla luna, della suadente Spring affair e della eccitante Summer fever. Grazie a quel disco, pardon long playing, per le cronache si alternava al primo posto con Mina nell’inverno del 1976 che aveva appena pubblicato Singolare/Plurale.
Ma Donna – un po’ come Mina – ha fatto e cantato altro. Molto altro. Ha intonato gospel – inciso uno splendido album di standard natalizi nel 1994 Christmas spirit, new wave – The wanderer (uno scatto di copertina di Harry Langdom, con lei ‘vagabonda’ rosa shocking sulla cover, bella da mozzare il fiato). E poi ha duettato con Barbra Streisand, Liza Minnelli. Appena un anno fa a un party dell’amico David Foster, il produttore con cui stava lavorando a un nuovo album in questi giorni, duettava sempre intonatissima e precisa con Seal sulle note di On the radio e di Crazy. E chissà come sarebbe stato ascoltare il suo puro falsetto – mai scalfito dall’età – sulle note di You get me. Ciao Donna, ci hai fatto tanto divertire e lo fai ancora. E in questi tempi è un vero e proprio miracolo.
Caro Pietro
mi piace il tuo messaggio..io sono ignorante su questo genere di musica, ma CAPISCO..che Donna Summer è stata BRAVA
Donna, Donna, Donna. Superbo il post di Stefano Crippa! – e come smentirlo? E per chi, come il sottoscritto, ha sempre amato e apprezzato l’arte, la musica di Donna Summer, non si può restare indifferenti ai contenuti del pezzo (di Crippa). Credo che Stefanno abbia centrato appieno la cifra della Summer, rendendo “degna” e “importante” (anche) la musica dance quando fatta ed eseguita a livelli così alti. Andrò a riascoltarti subito, Donna! E ancora grazie a Stefano, perché ogni tuo scritto riesce sempre a coniugare contenuti e stile! “Io non ti conosco…”, così recita la Nostra in un famoso super-hit, ma torna presto a farci visita, Stefano!
Vi auguro un buon weekend sabato e domenica
scritta da Mogol e Colonello
che la nostra MINA canta:
Questo sabato e domenica
sola senza te e quanti giorni ancora
quanti sabati
e domeniche dovrò passar così.
Mai, mai, io so che non vivrei se ti dicessi “Sì”
ti amo troppo sai per
dividerti anche un attimo, per viverti lontano
pur sapendoti con un’altra che ti ama come me
mai, mai, io so che non vivrei
con te che e tu lo sai
cosa vuol dire,
cosa vuol dir per me perdere te.
Cosa farò, cosa farò, dopo averti detto di
no
questo sabato e domenica
sola senza te e quanti giorni ancora
quanti sabati e domeniche dovrò passar
così.
Mai, mai, io so che non vivrei se ti dicessi “Sì”.
Grazie MINA
Non sapevo di questa triste notizia.
Anch’io ho quasi tutti i suoi LP.
Li riascolterò molto volentieri e quella musica – con un velo di tristezza – mi rigetterà di colpo sulle storiche pedane delle disco del KU, del PACHA e dell’AMNESIA.
A Donna Summer dico un’AVE MARIA
… e infatti, caro Stefano, “I remember Yesterday”, quel disco, è gelosamente conservato tra i miei vinili più cari.
Molto bello il tuo ricordo di un’artista che aveva una gran voce e il soul in gola, altro che discomusic!
Grazie di averla ricordata per tutti noi.
rinoreder