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Pubblicato: 5 anni ago

Un magnifico novembre

Nei nostri sibillini post estivi vi avevamo anticipato in arrivo per l’autunno una Mina “nuova” e non semplicemente una nuova Mina. E in effetti MINA FOSSATI è un progetto che non ha precedenti nell’ultrasessantennale discografia mazziniana: non si tratta infatti né di un album-tributo al repertorio edito di un autore (come furono, con sfumature diverse, MINACANTALUCIO, MINA QUASI JANNACCI, NUMERO ZERO o il modugnano SCONCERTO) né di un normale disco di duetti alla MINACELENTANO in cui a fare da filo conduttore erano gli interpreti stessi e non i diversi compositori coinvolti. Sarebbe forse più pertinente il raffronto con AMANTI DI VALORE se non fosse per il fatto che, in quel caso, gli undici splendidi inediti che Franco Califano – in concorso  con Carlo Pes – cucì sulla pelle e sull’anima di Mina non previdero alcun suo intervento vocale. Ma a rendere “nuovo” MINA FOSSATI sarà anche l’approccio interpretativo con cui la Nostra ha saputo per l’ennesima volta reinventare il proprio canto adeguandolo con straordinaria empatia alla sensibilità del partner e valorizzando al meglio una stupefacente rosa di canzoni che – per l’eterogeneità dei generi musicali affrontati, l’eccellenza poetica dei testi e la magistrale cura degli arrangiamenti – renderà impietoso ogni raffronto con la recente produzione discografica non solo italiana. II problema, per noi e per le nostre coronarie, sarà uno solo: quotidianamente assediati come siamo dalla povera “musica che ci gira intorno, quella che non ha futuro”, sapremo reggere alla travolgente onda d’urto di tanta bellezza?