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Pubblicato: 10 anni ago

Ti odio e poi ti amo

1964 – ” (…) Anziché tenersi sdegnosamente alla larga come suo solito dall’amato-odiato appuntamento in Riviera (in programma tra il 30 gennaio e il 1° febbraio), l’agguerrita Mina versione 1964 decide a sorpresa di prendervi parte di persona, ovviamente non come concorrente ma come “semplice” spettatrice, seduta in prima fila al fianco del suo nuovo boss Ansoldi. Questa comparsata da superstar – ovviamente bersagliatissima dai flash dei paparazzi nonché videoimmortalata dagli operatori del Cinegiornale – offre a Mina l’occasione di riabbracciare alcuni cari amici tra i colleghi in gara (Gaber, Renis, Arigliano, Peter Kraus…) ma soprattutto le dà modo di innamorarsi al primo ascolto di una splendida canzone di Giorgio Calabrese e Carlo Alberto Rossi che, purtroppo, i due esecutori Fausto Cigliano e Gene Pitney non riescono a portare in finale. Il pezzo si intitola E se domani e di lì a poco sarà Mina stessa – ma questo, nei giorni del Festival, lei ancora non lo sa – a rendergli piena giustizia facendone un classico senza tempo della musica leggera italiana (…)”. (Dal dossier 1964, la Tigre alla riscossa: E valgo quel che valgo della fanzine n° 76)

1974 – Troppo impegnata al Delle Vittorie di Roma nelle registrazioni delle prime puntate di Milleluci, Mina non ha molto tempo per seguire le vicende dell’annuale kermesse rivierasca, dove peraltro è virtualmente “presente” in veste di discografica dei Domodossola, in gara con Se hai paura di Soffici-Guantini-Albertelli. Ma a proposito del Festival 1974 vanno anche segnalati due debutti sanremesi “mazzinianamente” rilevanti: quello come autore di Cristiano Malgioglio (suo è il testo della canzone vincitrice Ciao cara come stai della Zanicchi) e quello come cantante della futura corista di Mina Emanuela Cortesi, in gara tra i giovani con Il mio volo bianco.

1984 – Un retroscena del Festival di quell’anno con protagonista Mauro Coruzzi: “Sembra siano passati secoli (ma era solo il 1984…) quando architettai, con la complicità di Massimiliano Pani e del giornalista del Corriere della Sera “amico di famiglia” Mario Luzzatto Fegiz una “semi burla” al limite della credibilità… In gran segreto, per l’ultima sera di quel Festival (che aveva nella canzone di Mina Rose su Rose la sigla ufficiale) sarebbe dovuta arrivare davanti all’Ariston una limousine, vetri oscurati ma non troppo, dalla quale Max e Fegiz sarebbero scesi, mentre “l’augusta” signora di nero vestita (cioè me) che soggiornava a bordo, con rigoroso occhiale dalla generosa montatura, avrebbe poi proseguito per “destinazione ignota”, non senza prima aver concesso, a debita distanza, un paio di scatti ai flash dei plebei. Niente da fare: quel “non tiene neanche la pipì” di Fegiz pubblica sul Corriere, il giorno prima, la notizia “scoop” che Mina sarà al Festival, non comprendendo, come molti, troppi, etero (ma non Mina mamma e Max figlio) quanto il camp, l’esagerazione, l’iperbole, siano un patrimonio e non un incomprensibile modo (ritenuto “poco serio”) di affrontare e “demolire” l’insostenibile pesantezza dell’essere…”.

1994 – Nell’anno che vede la definitiva consacrazione della Pausini (con la scialba Strani amori) e il non folgorante debutto di Giorgia – settima con E poi nel girone dei giovani vinto da Bocelli – , l’ingombrante “fantasma” di Mina aleggia sul palco sanremese con meno imperiosità del solito…

2oo4 – In un’edizione – condotta da Simona Ventura – disertata e boicottata dalle majors, più che il debole cast dei cantanti in gara (tra i quali spicca il nome di Andrea Mingardi, il solo per il quale Mina esprima pubblicamente il suo tifo) a riempire le pagine dei giornali è soprattutto la discussa presenza – fortemente caldeggiata da Berlusconi – di Tony Renis in veste di organizzatore. Ma tra le tante voci che si levano contro Mister Grande grande grande a causa dei suoi oscuri legami con la mafia italoamericana, l’unica o quasi che nei giorni del Festival rivolge parole di incoraggiamento all’amico Tronys è proprio la Tigre con un affettuoso articolo a lui dedicato sulle pagine di Vanity…

2014 – Ormai ci siamo: un altro Festival è alle porte. “Tra i cantanti in gara in questa edizione – ha dichiarato giorni fa un insolitamente ironico Claudio Cecchettospicca l’assenza di Mina. Ma tanto lei manca tutti gli anni…“. Quel che è certo è che, come ogni anno, la Signora, attualmente impegnatissima in sala per registrare il suo nuovo (doppio?) primaverile, non si perderà una sola nota di quello che, nonostante tutto, rimane e sempre rimarrà il “suo” Sanremone.

 

Comments
  1. Annunziato

    Ricollegandomi a quanto scritto da Pierotta, mi piacerebbe sottolineare come Mina in questo brano e nel suo retro Un anno d’amore sposti il gusto “popolare” (ossia atta ad essere fruita dalla “massa”) della canzonetta verso il jazz, genere allora ostico ai più. Due colpi, due centri. Solo lei…!

  2. PieraPaso

    Stamattina, sul giradischi c’è la bellissima canzone del festival di Sanremo che MINA Laugh canta facendola diventare un capolavORO è:
    E SE DOMANI
    E se domani
    io non potessi
    rivedere te,
    mettiamo il caso
    che ti sentissi stanco di me
    quello che basta all’altra gente
    non mi darà
    nemmeno l’ombra
    della perduta felicità.
    E se domani
    e sottolineo “se”
    all’improvviso perdessi te
    avrei perduto il mondo intero
    non solo te.
    Grazie MINA Grin

  3. PieraPaso

    Stamattina, sul giradischi c’è la bella canzone che MINA Laugh canta nella 1′ puntata del programma Tearo 10 è:
    GRANDE GRANDE GRANDE
    Con te dovrò combattere
    non ti si può pigliare come sei
    i tuoi difetti son talmente tanti
    che nemmeno tu li sai.
    Sei peggio di un bambino capriccioso
    la vuoi sempre vinta tu,
    sei l’uomo più egoista e prepotente
    che abbia conosciuto mai.
    Ma c’è di buono che al momento giusto
    tu sai diventare un altro,
    in un attimo tu
    sei grande, grande, grande,
    le mie pene non me le ricordo più.
    Io vedo tutte quante le mie amiche
    son tranquille più di me,
    non devono discutere ogni cosa
    come tu fai fare a me,
    ricevono regali e rose rosse
    per il loro compleanno
    dicon sempre di sì
    non hanno mai problemi e son convinte
    che la vita è tutta lì.
    Invece no, invece no
    la vita è quella che tu dai a me,
    in guerra tutti i giorni sono viva
    sono come piace a te.
    Smile Ti odio poi ti amo poi ti amo,
    poi ti odio, poi ti amo, Smile
    non lasciarmi mai più
    sei grande, grande, grande
    come te sei grande solamente tu.
    Grazie MINA Laugh

  4. mario basileus

    E quindi le canzoni incise sono sulla trentina..

  5. Carlo V

    Lettura della Fanzine numero 76 terminata!
    Lavoro molto interessante, in bilico fra passato remoto (la Mina 1964 che personalmente conoscevo poco…) e il presente natalizio del Christmas Songbook.
    Concordo con Antonio Bianchi quando scrive “io ascolto il Christmas Songbook di Mina con l’incanto di un bambino. (…) Secondo me, questo sguardo bambino è fondamentale per recepire la più profonda essenza di Christmas Songbook. E la copertina disneyana è qualcosa in più di un semplice suggerimento: rappresenta – consapevolmente – le modalità di fruizione dell’album”.
    Complimenti a Loris e Remo ancora una volta per l’ottimo lavoro!

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