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Pubblicato: 7 anni ago

Poi sarà per noi domani…

(Illustrazione: Gianni Ronco)

Le Migliori – clamorosamente risalito, a quattro mesi e mezzo dall’uscita, al terzo posto nella classifica FIMI di ieri – veleggia sicuro verso il traguardo tutt’altro che definitivo del sesto disco di platino. E il terzo singolo Ma che ci faccio qui nelle radio da ieri – presto anche in rotazione televisiva con un video ancora una volta griffato Gaetano Morbioli – assicurerà all’album altro vento in poppa per i mesi a venire. Insomma, questo Mina Day del 2017 cade in un periodo tra i più felici dell’ormai quasi sessantennale carriera della Nostra. La quale, ben lungi dall’adagiarsi sugli allori del presente, si appresta a regalarci per il futuro più o meno immediato nuove strepitose sorprese discografiche e non. Quanto a noi clubbaroli irriducibili, sapendo bene quanto lei sia da sempre allergica alla santificazione dei suoi compleanni, preferiamo affidare i nostri affettuosi auguri alle parole senza tempo di tre indimenticabili colonne portanti della fanzine…

“Mina è, ogni volta che la riascoltiamo, la nostra intatta giovinezza rivoluzionaria. Lei non c’è, eppure c’è. Ed è precisamente questa condizione che alimenta un desiderio per forza insaziabile. L’attesa spasmodica della leggenda. La bellezza del silenzio e dei suoi sporadici squarci. L’Eternità, più o meno”. (Rina Gagliardi, 2010)

“Ogni volta che esce un suo disco, musicisti, cantanti, autori, produttori, critici, giornalisti aspettano Mina al varco per ammirare e criticare, più ammirare che criticare, sia pure con le riserve che si ripetono ogni anno. Si vorrebbe il ‘rinnovamento’. Nuovi studi, nuovi arrangiatori, nuovi autori. Esperienze diverse, anche esotiche. Si vorrebbe che Mina andasse a registrare a Los Angeles o alle Bahamas, affidandosi ai music-maker più ‘in’ del momento per vedere quello che succede. Ma Mina le sue rivoluzioni le fa all’interno del suo mondo. È l’unica cantante che, nello scegliere una canzone, non badi al nome dell’autore. Spesso non lo sa neanche e non si cura di saperlo. Se le piace il brano, lo incide. E così ogni anno dà spazio ai giovani. E questo non significa forse rinnovarsi?”. (Gherardo Gentili, 1991)

“Tutti noi fan sappiamo come è dura continuare ad amare un Genio come Mina, che non appare, non concede quasi nulla al suo pubblico, è solo una Voce con un’immagine confusa in un puzzle di ricordi. Come spesso succede nella vita, a volte mi chiedo: perché l’amo? Perché continuo ad amarla? Merita tutto l’amore che le ho dato e che le do tuttora? Mentre nella vita hai spesso dei dubbi sulle risposte, per Mina la risposta è sempre la stessa: ”. (Flavio Merkel, 1999)