Oggi sono ancora io
“In un’infreddolita Lugano ancora imbiancata dalla neve, il miracolo nel quale nessuno osava credere finalmente si compie. Mentre l’Italia si appresta a soccombere ad una lunga settimana di sbornia sanremese, negli studi GSU succede l’inimmaginabile: il riservatissimo “tempio” in cui Mina solitamente lavora al riparo da occhi indiscreti si popola improvvisamente di cameramen, operatori video e audio, macchinisti, elettricisti e chi più ne ha più ne metta. Ben quattro telecamere, in altrettanti punti strategici della sala, entrano in funzione. Il tutto sotto l’abile regia di un Mauro Balletti probabilmente ancora incredulo di concretizzare il sogno professionale vagheggiato da una vita. Anche il direttore delle luci convocato per l’occasione stenta a credere ai propri occhi: ed è nientemeno che il mitico Corrado Bartoloni, celebre per avere “illuminato” tanti gloriosi sabati sera televisivi con la Regina. Grandissimo professionista, capace di nascondere la propria grande emozione infondendo calma e serenità intorno a sé. D’altronde, ciò che sta succedendo è “straordinario” solo per la presenza delle telecamere. Per il resto, in questi quattro giorni, Mina si limiterà a fare il suo lavoro di sempre in sala di registrazione con la consueta équipe di fedeli collaboratori: non un concerto, quindi, ma piuttosto un documento-verità attraverso il quale il pubblico potrà “spiarla” durante il backstage di un suo disco, nei momenti in cui canta ma anche in quelli in cui – a microfoni chiusi – scherza e ride con i musicisti, fuma l’ennesima Marlboro rossa, controlla una partitura, si leva per un attimo gli irrinunciabili Ray-Ban fumé, sbuffa spazientita per un coro che va troppo per le lunghe, accenna qualche passo di danza con Mauro “von Stroheim” Balletti, prova un vocalizzo col Maestro Ferrio e così via. Il tutto in un clima di assoluta spontaneità e naturalezza, come se fosse cosa di tutti i giorni tornare sotto i riflettori dopo 23 anni di invisibilità. D’altronde, basta guardarla per convincersi che il tempo sembra essersi fermato al 1978 (e anche prima): splendida e stupefacente pur col look nero di sempre, stretta in quella maglia e in quei pantaloni che le fasciano vezzosamente il corpo dalla linea perfetta, il foulard d’ordinanza per proteggere l’ugola preziosa, la lunga treccia color mandarinetto sulla bellissima schiena seminuda. Uno schianto…”.
(Da È proprio così, son io che canto, fanzine numero 55, aprile 2001)
... Incredibile ma vero, da quei quattro giorni dal 25 al 28 febbraio 2001 sono ormai passati venti anni tondi. Ed è un anniversario che il Minafanblog celebrerà per tutto il mese con una serie speciale di post ricchi di rievocazioni e testimonianze ad hoc…
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