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Pubblicato: 5 anni ago

Nozze d’oro in Basilica

Tra i tanti anniversari a cifra tonda di questo 2019 che promette – e in minima parte ci ha già regalato – sorprese sfavillanti, ce n’è uno che ricorre proprio in queste settimane: il mezzo secolo trascorso dalla prima incisione di Mina – sulle note benauguranti di Non credere – sotto le volte de La Basilica. Dalle nostre fanzine passate abbiamo estrapolato due preziose testimonianze sugli antefatti del magico debutto della Tigre in quella che per una dozzina di anni sarebbe stata la sacrale location di tanti suoi capolavori discografici…

NUCCIO RINALDIS

“… La mia storia con Mina risale al 1968, quando la incontrai negli studi della Fonorama di Carlo Alberto Rossi, dove lavoravo abitualmente. Dopo che lei decise di aprire uno studio proprio, La Basilica, mi venne offerta la possibilità di diventare il suo tecnico del suono. La Basilica, situata nel coro della chiesa di San Paolo, in Milano, era un ambiente molto spazioso, alto e austero, atto in modo particolare alla registrazione della musica classica. Con opportune modifiche strutturali (cabine per la batteria) e adeguate pannellature, nei primi mesi del ’69 iniziammo ad incidere nella nuova sala, realizzando innumerevoli canzoni che sarebbero poi diventate grandissimi successi. A cominciare da Non credere. Registrare la voce di Mina mi sembrò un’esperienza unica e indescrivibile, un premio per tutto il lavoro fatto in precedenza…”. (Da Il suo canto liberoStoria e gloria della PDU di Mina, fanzine n° 67, 2008)

VITTORIO BUFFOLI

“… Un altro pesce grosso che, sul finire del ’68, Capitan Mazzini riesce abilmente a imbrigliare nella sua rete è il vecchio amico Vittorio Buffoli, fino a quel momento direttore artistico di Casa Ariston. Recatosi appositamente a Milano per incontrarlo, il boss della PDU gli comunica la propria intenzione di trovare per la figlia una sala di registrazione a tempo pieno con cui evitare le salatissime spese orarie fin lì pagate per affittare gli studi altrui. E gli confessa di aver pensato proprio a lui come perfetto coordinatore artistico della filiale milanese dell’etichetta che all’inizio del nuovo anno aprirà i battenti negli ampi uffici Fidinam di via Senato 12. L’autore di Amorevole si mostra, lì per lì, poco propenso ad accettare l’allettante proposta: “Per quanto riguarda chi dovrebbe prendersi artisticamente cura di Mina, penso di avere la persona giusta: il Maestro Rapallo, un professionista serio che attualmente sta lavorando con la Casa Editrice Curci, ma che di certo sarà onorato di accettare l’incarico. Per lo studio di registrazione vedrò che cosa posso fare…”. Quest’ultima – mezza – promessa diventa realtà in men che non si dica: la casa discografica La Voce del Padrone possiede infatti all’interno del coro della sconsacrata chiesa milanese di San Paolo Converso – all’incrocio tra Corso Italia e Piazza Sant’Eufemia – una sala d’incisione che il Direttore Generale Mr. Lee ha deciso di vendere con annesse tutte le apparecchiature. Buffoli lo contatta seduta stante.“Vedi tu quanto possiamo ricavare – è la risposta di Mr. Lee –. Tu sai quanto può valere una sala attrezzata di tutto punto. Ma se il signor Mazzini è un tuo amico, puoi anche decidere di cedere il tutto gratuitamente”. Ed è così che il padre di Mina riesce ad aggiudicarsi quasi senza spendere una lira (also sprach Vittorio…) la mitica Basilica dove la Tigre inizierà a registrare i suoi dischi da Non credere in poi. Quanto alla direzione artistica della nascente PDU Italiana, Mazzini boccia senza indugio la candidatura del pur valido Tarallo suggeritagli dal Maestro bresciano: “Nooo, so io chi voglio! La persona alla quale sento di affidare ciecamente i successi di mia figlia è lei, caro Vittorio…”. Di fronte a tanto perentoria risolutezza, Buffoli non osa oppore ulteriore resistenza: dai primi mesi del 1969 e per oltre un quindicennio, spetterà a lui – novello Cardinale Richelieu – l’invidiato ruolo di intermediario tra il mondo autorale e la Regina delle interpreti… ” (Da Ricomincio da 10 – Il 1968 di Mina tra liberazione e rivoluzione, fanzine n° 82, 2017)