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Pubblicato: 7 anni ago

Mani di fata

Il n° 51 pubblicato nelle prime settimane del 1999 fu il penultimo della gloriosa avventura amanuense delle nostre fanzine (il trucchetto di quelle pagine completamente impaginate e redatte a mano – a eccezione dei caratteri Letraset utilizzati per i titoli – con maniacalità da frate benedettino? Tanta pazienza, una buona digital pen della Staedtler con punta sottile e fogli quadrettati di formato A3 che in fase di stampa venivano ridotti in A4 facendo opportunamente sparire i quadretti e rendendo meno evidenti i tremolii e le imperfezioni della scrittura amanuense). Di lì a pochi mesi avrebbe preso il via – col n° 53 – l’era della grafica computerizzata by Remo Prodoti al cui tocco magico si deve lo scintillio delle nostre patinate riviste del Terzo Millennio. Ebbene, trovandomi tra le mani quell’artigianalissima fanzine di 18 anni fa non ho potuto non notare l’attinenza sorprendente tra il contenuto del suo trionfalistico articolo di apertura (qui parzialmente allegato) e le non meno rosee cronache mazziniane di questi giorni. Due inverni tutti d’oro a confronto, col denominatore comune del Molleggiato. E il gioco delle coincidenze tra quello spumeggiante inizio del 1999 e il rinnovato fervore progettuale della Mina presente ha tutta l’aria di voler riservare nuove sorprese…