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Pubblicato: 5 anni ago

Mazzinight

“Il volto-simbolo della storia della TV italiana resta Mina”, sentenziò qualche anno fa il compianto Gianni Boncompagni, uno che di bella (e brutta) televisione se ne intendeva. E a confermare questa affermazione sono i regolari picchi di ascolto che la Tigre d’antan assicura ai vari Techetecheté et similia a lei dedicati. La cosa semmai sempre più difficile, per i curatori di queste retrospettive, è riuscire a estrapolare da una carriera catodica per lo più ristretta al quindicennio ’59-74 degli spezzoni video che non siano già stati proposti e riproposti in mille salse. A limitare ulteriormente il campo d’azione è il fatto che i grandi show di quell’aureo periodo avevano una durata media per puntata di poco più di un’ora (al contrario di certi miserevoli varietà attuali che si trascinano fino a notte fonda per propinarci il nulla) e che molti nastri della Mina televisiva anni Sessanta sono stati a suo tempo micragnosamennte cancellati per far posto ad altre registrazioni. Ma queste e altre difficoltà, per fortuna, non hanno minimamente scoraggiato dei fuoriclasse come Pino Strabioli e Paolo Piccioli, brillanti ed estrosi curatori dei due differenti omaggi televisivi di cui la Mazzini sarà protagonista nelle prossime settimane. Sullo sfavillante “teleaffresco mazziniano” che Strabioli proporrà a fine mese in prima serata su Raitre – con interventi di Max PaniMauro Balletti e Gianni Ronco – ci occuperemo più in dettaglio nei prossimi giorni. Sullo special Mina ieri e oggi che Paolo Piccioli sta finendo di montare in queste ore (e che vedremo su Retequattro martedì 16 aprile alle h. 23,30) possiamo invece già darvi qualche pur laconica anticipazione. Imperniato per ovvi motivi su materiale video extra-Rai, il programma avrà come filo conduttore tra una clip e l’altra una lunga e gustosa intervista alla nostra “socia fondatrice” Platinette. E tra le varie sorprese spiccherà una clamorosa chicca estera che fino a oggi avevamo creduto inghiottita per sempre dai gorghi dello Stretto della Manica. Aspettare per credere…