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Pubblicato: 6 anni ago

Ma quando vien lo sgelo…

di Massimo Serzio

La notizia è arrivata inattesa, come questo artico, arcaico freddo purificatore, e gradita, come il profumo della Pastiera di grano il sabato di Pasqua; è la notizia che tutti noi volevamo leggere da ormai quattro lunghissimi anni, quella che ti colora la giornata di nuove prospettive, ti accende la voglia di fare e la curiosità di sapere; è La Notizia, quella che getta una lunga ombra su tutte le altre notizie riguardanti la Musica, e ci fa pregustare momenti di godimento e di Bellezza senza pari.

A marzo esce il nuovo disco di Mina.

L’annuncio sommesso e sibillino ci è portato – come da un Angelo alla grotta di Betlemme – da un post sul sito ufficiale mimamazzini.com, uno di quei post che ti devi andare a cercare, silenzioso e semplicissimo: un fondo arancione (un colore dalle meravigliose vibrazioni) con un punto interrogativo e il nome di Mina che campeggia a chiare lettere maiuscole.

Erano mesi che non guardavo il sito ufficiale, ma stamattina ho ricominciato a fare un lavoretto grafico (riguardante Mina, ovviamente) e stavo cercando un’informazione, così ho aperto, e dopo qualche clic sono capitato sulla pagina che reca la lieta novella. Coincidenze? Non credo nelle coincidenze, credo nel sesto senso e nelle connessioni tra le persone.

Al post ha fatto seguito un breve Video su Instagram contenente un minuto di un brano musicale composto da fiati (ah! le trombe angeliche degli atavici annunciatori!), batteria e chitarra elettrica dal suono smaccatamente soul; tra i commenti spicca quello di Federico Spagnoli (interessantissimo autore scoperto qualche anno fa dalla Signora) che ribadisce la sua presenza nel nuovo lavoro.

Non si sa altro, e non ci interessa davvero sapere altro, né titoli,  né indiscrezioni, né possibilità… mai come stavolta potrebbe davvero essere “Mina che canta mentre fa il sugo” o “Mina che telefona a un’amica” od anche “Mina che stende il bucato e intanto canticchia a bocca chiusa” o “Mina che legge gli annunci immobiliari”; potrebbe aver cantato Puccini (magari!) o Rihanna, Cristina D’Avena o Caparezza; potrebbero esserci canzoni da Musical, canti popolari, musica mongola, cori sardi o alpini a quaranta voci, nenie turche, danze somale; il disco potrebbe essere stato arrangiato da Riccardo Muti o da Björk, da Avicii o dal suo nipotino Edoardo con una vecchia tastiera di suo padre… non farebbe alcuna differenza.

L’unica cosa davvero importante, che davvero fa la differenza, è che Mina apra la bocca e canti, e che abbia ancora voglia di pubblicare album e di farci ascoltare la sua Voce.

Tutto il resto è davvero solo un trascurabile pretesto.

E allora bentornata Mina! Ti aspettavamo da tanto!

Lo so, lo so che nel frattempo hai fatto un disco con il tuo amico Adriano, tutti lo hanno saputo, lo avete strombazzato in lungo e in largo per tutti i canali di comunicazione per due anni! Ma io voglio sentire cantare solo te, voglio apprezzare solo le tue scelte, leggere tra le righe di ciò che tu sola hai deciso di metterci. La tua sola Voce è la quintessenza del canto, la Bellezza che s’incarna, la stella cometa, la Statua della libertà, il Partenone, il sole al tramonto, il vento che ti scompiglia le idee, l’acqua che gorgoglia fuori dalla sua sorgente, il sole che ti scalda dopo un inverno rigido, il mare che raccoglie i pensieri e li rende più puri e limpidi.

Tu sei l’unica e sola Dèa della Musica.

Grazie di esserci ancora.