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Pubblicato: 4 anni ago

Alfredo Cerruti. Il ricordo di Franco Zanetti

di Franco Zanetti (da rockol.it)

 

Di “direttori artistici” di etichette discografiche ne ho conosciuti un po’, sia quando lavoravo da discografico sia quando ho lavorato da giornalista. Ognuno aveva la sua cifra – e parlo solo di quelli che una cifra l’avevano, perché molti di quelli che ho conosciuto erano (e sono) completamente inadeguati sia alla definizione di “direttore” sia a quella di “artistico”. Ho conosciuto dei personaggi intellettualmente superiori come Nanni Ricordi; ho conosciuto persone appassionate e competenti come Mario Ragni; ma non ho mai conosciuto nessuno come Alfredo Cerruti.
E’ stato l’unico, fra quelli che ho incontrato, che avesse la caratura caratteriale tale da poter dire a un artista importante e remunerativo della sua etichetta discografica che una canzone, o un album, proposto per la pubblicazione era “‘na chiavica” (testuale). Ed è stato l’unico che, come artista in proprio – cioè come componente degli Squallor, il gruppo-fantasma ma-non-troppo del quale è appena stato ristampato un album epocale, “Pompa” – sia riuscito a vendere più dischi di molti degli artisti di cui si occupava.
Alla CGD, quando ci arrivai, all’inizio degli anni Ottanta, Cerruti era circondato da un’aura mitica, di rispetto e di ammirazione; arrivava in ufficio in tardissima mattinata, si faceva portare una spremuta per iniziare la giornata e rimaneva fino al tardissimo pomeriggio, in un ampio ufficio quasi sempre poco illuminato, dove riceveva come un sovrano i molti questuanti. Poche volte sono stato ammesso alla sua presenza – ero solo “quello dell’ufficio stampa” – ma ricordo la soggezione con cui entravo nella sua stanza.
Quando se ne andò dalla CGD, sostituito da uno di quei manager del marketing provenienti dalla grande distribuzione che hanno ampiamente contribuito ad affossare la discografia italiana, se ne avvertì molto la mancanza.
Non posso dire di essere stato un suo collega, non ne ero degno; ma un suo ammiratore sì, e non solo perché era l’inconfondibile voce degli Squallor (e poi di “volante Uno a volante Due” di “Indietro tutta!”), ma per la sua autorevolezza indiscussa e indiscutibile.
Apprendendo la notizia della sua scomparsa, una sola parola mi è affiorata alle labbra: “‘Azz!…”.