Mina Fan Club

Emmanuel Grossi, uno dei massimi esperti in circolazione di storia della spettacolo italiano e già autore in passato di diversi articoli per il nostro blog e per la fanzine, ha scritto per noi  questo commosso ricordo del regista Lino Procacci scomparso in questi giorni. 

Gli Italiani hanno poca memoria. Forse anche gli stranieri, non so, non ho esperienza diretta. Ma gli Italiani sicuramente. Certo, di questi tempi, con tutti i problemi che ci sono, la morte di un quasi novantenne, per di più di cause naturali, interessa ben poco a pochi. Ma a quell’esiguo gruppetto di persone che una minima curiosità al riguardo ce l’avrebbero, la Rete, il web, il tanto decantato e osannato internet (quello in cui si dice si trovi tutto, subito, gratis e con dovizia di particolari) offre ben poco, almeno in questa cirocostanza.

Mercoledì sera, 25 gennaio, è deceduto a Foligno Lino Procacci, uno dei registi del grande varietà televisivo in bianco e nero. Uno degli ultimi ancora viventi. Ai più, il suo nome dirà poco o nulla, o suonerà come un’eco indistinta di lontana memoria. Ma è stato un bravo professionista, a cui dobbiamo tante trasmissioni di successo. Se ce lo ricordiamo poco è perché si era ritirato a vita privata ormai da molti anni. O perché non è passato agli annali della TV con la stessa rilevanza di altri colleghi più blasonati e forse anche più talentuosi. Non era certo Antonello Falqui, il Re incontrastato – e grande innovatore – del varietà italiano (nei confronti del quale Lino nutriva grande stima e una certa amicale deferenza). Non aveva la geniale follia e l’irriverente anticonformismo di Enzo Trapani, né l’impostazione colta e raffinatamente élitaria di Vito Molinari (sebbene fosse comunque laureato in giurisprudenza). E non gli facevano certo gioco l’aria sorniona e quell’accento umbro unito ad un piccolo difetto di pronuncia, che lo rendevano anzi – almeno ad un primo approccio – simpaticamente familiare e casereccio. Era comunque bravo, meritevole e tecnicamente preparato, al pari di tanti altri colleghi, da Stefano De Stefani a Eros Macchi a Romolo Siena (solo per citare  alcuni tra i nomi più noti), che con lui hanno condiviso e vissuto una lunga stagione in cui competenza e professionalità erano d’obbligo e viaggiavano ai massimi livelli.

Tra i suoi tanti programmi, ricordiamo Voci e volti della fortuna del 1957 (la prima Canzonissima ante litteram, condotta da Enzo Tortora e Silvio Noto, in cui Lino condivideva la cabina di regia con Gianfranco Bettetini), il Teatrino di Walter Chiari del ’59 (con i celebri sketch dei Fratelli De Rege), Il paroliere, questo sconosciuto del ’62 (in cui Lelio Luttazzi era affiancato da una Raffaella Carrà alla sua prima esperienza importante in un varietà televisivo), Imputato alzatevi del ’67 con Macario, Giochiamo agli anni Trenta del ’68 con Gaber e la Colli, alcune retrospettive (a lui molto care) della canzone napoletana con Fausto Cigliano e Achille Millo e le riprese televisive di tante manifestazioni canore, Sanremo in primis (da quello del ’57 vinto da Villa e Gallo con Corde della mia chitarra a quello del ’71 di Nada e Di Bari con Il cuore è uno zingaro, passando per l’edizione del ’67, tristemente ricordata per il suicidio di Tenco, e quella del ’69 vinta da Zingara). Sua la regia di tanti successi di Corrado: Su e giù del 1968, A che gioco giochiamo del ’69, le prime edizioni di Domenica in e, sulle reti Fininvest (dove aveva diretto i debutti di Mike Bongiorno con I sogni nel cassetto e Superflash), Ciao gente (1983) e soprattutto uno dei quiz più amati di sempre, Il pranzo è servito.

In tanti casi, Lino fu anche un precursore 8spesso involontario) di molti dei generi che affollano la televisione odierna: nel 1967 inaugura i programmi di compilazione basati sui filmati di repertorio con Ieri e oggi (che dirigerà per una dozzina di anni); nel ’71 porta sul piccolo schermo fornelli e tavole imbandite con Colazione allo Studio 7 (divenuta poi A tavola alle 7, quando al padrone di casa Luigi Veronelli si affianca l’indimenticabile Ave Ninchi); nel ’76, come già ricordato, vara il contenitore festivo Domenica In, al cui timone rimarrà per ben sei edizioni consecutive (le prime tre con Corrado, le altre con Baudo).

Lino era uno degli ultimi registi della grande TV ancora in vita, dicevo. Da un certo punto di vista, mi permetto di aggiungere “suo malgrado”. E so che non me ne vorrà, se rivelo che nel corso delle nostre conversazioni di questi ultimi anni – ahimé non così numerose ed approfondite quanto avrebbe meritato – spesso lamentava di aver perso l’entusiasmo della vita, per il tempo che passa, gli amici che pian piano scompaiono ed il silenzio, la mancanza di un dialogo che incombono. Ma gli bastava un’idea, un coinvolgimento, un nuovo progetto, anche modesto (dal teatro in dialetto umbro ad una qualsiasi altra collaborazione artistica con gli Enti Locali della sua bella regione) che si lasciava subito appassionare e riaffiorava in lui l’antica intraprendenza.

Come l’ultima volta che lo incontrai, nella sua abitazione romana: parlavamo di Mina, che tanto stimava e che aveva sempre voluto ospitare nei suoi programmi (da Souvenir del ’60 con Teddy Reno e Il macchiettario del ’64 fino ad Amico Flauto del ’72, in un memorabile duetto con Armando Trovajoli). Ciò che però non le perdonava ero il suo ritiro dalla scena teatrale e pubblica. E pur di convincerla a calcare di nuovo le tavole del palcoscenico, aveva proposto alla Fondazione Festival dei Due Mondi di Spoleto di organizzare un evento memorabile, invitando congiuntamente lei e la Streisand per un concerto insieme…

Buon viaggio, Maestro, e grazie, soprattutto della sua cordialità e piacevolezza. E non dimentichi di salutarmi il Suo vecchio amico Alberto Talegalli. Al nipote tanto amato e tanto evocato (di cui purtroppo non conosco il nome) un saluto affettuoso. Anche da parte di quanti – e sono tanti – sono debitori a Lino e alle sue trasmissioni di un ricordo piacevole, di un momento spensierato, di un sorriso, oggi forse velato di malinconia, della nostalgia per una televisione che, purtroppo, non c’è più.

Autore:

7 risposte

  1. Buongiorno amici e buon inizio settimana….io chiedo solo una cosa di primo mattino….DATEMI DELLA MUSICA :laugh:

    Quando tutto va storto e aspetto il carro attrezzi
    in mezzo all’autostrada, col cofano che fuma
    quando è caldo e non ho nemmeno voglia
    voglia di pensare
    e tu sei qui e mi dici cose che non mi interessano
    datemi della musica.

    Quando pensi che forse questo
    potrebbe essere il tuo ultimo tramonto
    e che in fondo non è poi tanto importante avere più soldi
    che i muscoli del tuo corpo scattano ancora bene
    e i tuoi occhi vedono lontano
    oltre la pazzia della gente
    datemi della musica.

    E la sera se non basterà bere
    per non vedere più facce di avvoltoi
    e la notte quando tutte le paure
    mi prenderanno come una ventata gelida
    e al mattino dopo che il mondo
    avrà sbadigliato le sue brutture
    datemi della musica.

    E quando mi caleranno
    quattro amici con gli occhi rossi
    e un pugno di terra cadrà sul mio vestito di legno
    quando perso nell’universo come un atomo impazzito
    rientrerò nel circuito misterioso della vita
    datemi della musica
    datemi della musica

  2. cara MINA :inlove: ..
    mi piace la tua “ironia”..ma io ne VORERI..ANCORA tanti autografi da te..ti do’ un grazie speciale è della
    Piera
    nazionale

  3. Amici..sono un po’ gasata
    ho ricevuto un’ Autografo da MINA sul PICCOLINO..

    “Ciao Piera, ma basta Autografi!
    MINA :inlove:
    p.s.
    sappena posso ve lo faro’ vedere

  4. Complimenti caro Emanuel Grossi,
    per il bellissimo ricordo del.. Mestro Lino Procaci
    gli faccio..Standy-ovatin

  5. «… un evento memorabile, invitando congiuntamente lei e la Streisand per un concerto insieme…»: roba da far tremare i polsi! L’evento che da sempre sognamo, Streisand o non Streisand è Mina live…