Mina Fan Club

di Gennaro Reder

Parto da questa frase di Have yourself a little merry Christmas che Mina ha già cantato in “anteprima” nell’American Song Book, per sostenere che Christmas song book è un altro lavoro della Signora che non ha il sapore del passato, come potrebbe erroneamente apparire dando una scorsa ai titoli e alle note storiografiche dell’ottimo Lele Cerri, ma ha un gusto tutto immerso nel presente.

Presente perché Mina attualizza queste canzoni affrontandole attraverso una chiave interpretativa non esclusivamente jazz, nel senso puro del genere, ma calandole in un’atmosfera che spazia tra vari generi tra i quali il jazz è sicuramente compreso, contaminato però da pennellate bebop e swing, da coloriture blues, da un pizzico di country – rock, il tutto con un impianto live. Un’atmosfera impreziosita, in alcuni brani, dalle suggestive partiture per archi del grande e immortale Gianni Ferrio. Insomma, in una parola, lo stile “mazziniano”, che non può essere chiuso in un solo genere musicale, al quale Mina ci ha abituati.

Sotto questa policroma forma ho già ascoltato tante cose, sparse qua e là nei vari album di Mina: solo per fare un esempio, in “Canarino Mannaro” la sua versione di “Na voce na chitarra e ‘o poco ‘e luna” ha questa connotazione, così come molti brani dei due album napoletani (soprattutto il primo), ed è così anche per il “concerto” in studio del 2001, fino ad arrivare al recente “12”, erroneamente catalogato da molti come album unicamente jazz. Mina sicuramente ha il jazz nel suo DNA, ma come ha detto De Andrè, avendo una memoria prenatale della musica, possiede “quel sapere prima di conoscere che è tipico della genialità”; questo fa sì che non si può catalogarla, né sistemarla in una sola “casella”, e ciò è dimostrato da molto di quello che ha interpretato in cinquantacinque anni di carriera.

Il vero miracolo di Mina non è la sua voce, riconosciuta universalmente come tra le più belle e intense nel panorama musicale non solo nostrano, ma è il suo “mood”, è la sua anima, è quel suo essere sempre moderna, attuale, il suo essere, sì, voce del passato e sicuramente del futuro, ma soprattutto voce di oggi, voce del presente, non nel senso di “alla moda”, ma nella sua vera accezione: attuale, di oggi. E per assurdo è proprio per la sua capacità di essere così dentro il presente, che molte sue incisioni assumono, nel tempo, quel colore di classicità, di musica senza tempo.

Christmas song book conferma questa eccezionalità di Mina: le “canzoncine” di Natale diventano “canzoni” e basta, escono da quella casella tutta rosso e oro con la neve e le palline colorate, i campanellini e le renne, i din don dan e i cori e coretti da vigilia della festa, assumono la loro veste più dignitosa, ritornano canzoni da cantare e ascoltare sempre, anche in una sera di luna piena su una spiaggia ad agosto.

A parte qualche episodio isolato, e mi sovviene ad esempio un Ella Fitzgerald’s Christmas del 1967, questa di Mina mi sembra un’operazione “natalizia” diversa da tutte quelle già fatte dagli altri finora, ed è ciò che rende interessante tutto l’album, dalle prime note di Old fashion Christmas, fino al finale di White Christmas.

N.d.R. Nella nostra fan page su Facebook stiamo raccogliendo in un album intitolato ECCOCI QUACK! le foto dei fans col nuovo numero di “Topolino” con Mina Uack: partecipate numerosi…

 

Autore:

12 risposte

  1. Caro Mario,
    ho mandato una email a Massimiliano perché domani,
    sono fuori non potro’ essere in chat.
    Grazie per la preziosa informazione speciale dalla
    Piera
    nazionale

  2. Ho provato a leggere l’articolo segnalato da Massimo Catti,la prima impressione è che abbia fatto un gran minestrone, mettendo dentro tante di quelle questioni, che vanno dalle icone gay alle ristrettezze economiche, cui sono sottoposte tante famiglie italiane.Riguardo a Topolino come fumetto, non so’ quanti ragazzini lo leggano,considerando che già da piccoli iniziano ad usare telefonini, tablet e computer, e per quelli che lo sfogliano ancora, vogliamo che le questioni gay,lesbiche e chi più ne ha più ne metta, lasciarle a chi l’innocenza mentale ormai l’ha persa da tempo. I piccoli, lasciamoli bambini finché è possibile, dura così poco il loro tempo……. :stop:

  3. Ciao a tutti, domani il nostro mitico Massimiliano è alla mitica ‘La Stampa’ di Torino (vedi articolo) !
    Un altro splendido regalo di Natale !
    Grandi ! Grazie !

    http://www.lastampa.it/2013/12/18/blogs/il-tema-del-giorno/massimiliano-pani-in-videochat-RxuqHD3ijp47VHC30pzhuK/pagina.html

    18/12/2013
    Massimiliano Pani in videochat

    Il figlio di Mina ospite a La Stampa giovedì 19 alle ore 12
    Mina a La Stampa, attraverso le parole, i racconti e gli aneddoti del suo collaboratore artistico più amato e prezioso, il figlio Massimiliano Pani. Giovedì 19, alle 12, Massimiliano sarà in videochat con Marinella Venegoni nella sede del nostro giornale in via Lugaro 15. Cinquant’anni compiuti quest’anno, due figli, Pani è il produttore e arrangiatore storico dei dischi di Mina Mazzini, oltre che artista in proprio con numerosi lavori e apparizioni in tv (negli ultimi anni su Raiuno con Antonella Clerici).

    Non si sottrae alla tradizione del dialogo professionale fra madre e figlio l’ultimo album della leggendaria cantante, “Christmas Song Book”, inciso di recente con preziosi musicisti, con un repertorio di canzoni classiche della cultura americana sul tema del Natale, fra le quali è impossibile non citare il duetto con Fiorello su “Baby It’s cold outside”, premio Oscar nel 1950.
    Di questa, delle altre canzoni, del suo lavoro accanto a una genitrice a dir poco leggendaria, Massimiliano Pani parlerà nella videochat. Mandateci le vostre domande utilizzando lo spazio commenti

  4. So già che molti non approveranno ne concorderanno su NULLA di quanto c’è scritto in questo articolo, ma ho trovato interessante leggere come un NON fan della mazzini, attento analizzatore del fumetto in italia ,abbia inquadrato l’episodio di Mina Uack su Topolino,storica testata Disney. Sarebbe magnifico poterne discutere senza anatemi e strali vari…Io ho trovato appropriata l’analisi ,specie per quanto riguarda la creazione del Mollica-papero…Voi che ne pensate?

    http://lightelf.blogspot.it/2013/12/icone-gay-fuori-luogo.html

  5. Vogliatevi bene, ascoltate Mina – Christmas Song Book!

    Certo, come recensione è un po’ icastica, ma è la prima sensazione che ho provato oggi ascoltando il nuovo disco della signora.

    Permettetemi però di rivolgere un affettuoso pensiero a Gianni Ferrio: Maestro, ha lasciato un (inconsapevole) testamento artistico e morale di grande levatura. Una scrittura degli archi lieve ma d’impronta, esattamente com’era Lei.

    Grazie Mina.
    Grazie Gianni.

    … and have yourself a very little Christmas… now!

    Ps: … e poi un disco di Natale senza scampanellii, senza birignao, senza sentimentalismo… ma cosa volere di più dalla vita ;) ?

  6. Che giornale da schifo è diventato il glorioso SORRISI! Ma, d’altronde, tutto quello che tocca B. diventa M.

  7. Premessa: scusate lo sfogo.
    Stamattina scorrendo le pagine di Tv Sorrisi e canzoni appena uscito, non ho potuto fare a meno di incappare alla pagina in cui viene riportata una insulsaggine (definirlo fatto non mi riesce)che riguarda di riflesso Mina.
    Un certo Franco Bagnasco, a me sconosciuto fino ad allora (con quel cognome ricordavo soprattutto un Arnaldo)ha avuto la bella pensata di recarsi a Lugano per levarsi la soddisfazione di invadere la privacy di Mina, suonando il campanello di casa e attendere chissà che, forse di essere invitato a entrare o almeno di poter intavolare una conversazione con lei attraverso il citofono.
    La cronaca dell’avvenimento prosegue con l’ingresso in scena di un fattorino che deve consegnare proprio a casa Mazzini-Quaini un pacchetto per Benedetta, e per questo motivo viene ammesso a salire al fatidico sesto piano, non prima di un gustoso siparietto verbale tra il corriere stesso e la persona (Mina?) all’altro capo del citofono.
    Tralascio ogni commento sulla figura del sunnominato Bagnasco (rammento ora l’esistenza di un certo ecclesiastico con lo stesso cognome)e concludo il mio sfogo prendendomela con il settimanale in questione, che scende a livelli davvero infimi (quasi alla stregua degli Stop che tutti ricordiamo in passato) pubblicando una pagina, non sullo splendido disco natalizio, come veniva fatto qualche decennio fa, ma sugli accorgimenti adottati da Mina (se di lei si tratta) per allontanare gli importuni che non conoscono la differenza tra ammirazione ed educazione e ignorano il significato del concetto di diritto alla riservatezza.
    Insomma siamo passati dall’opera d’arte “Mina disegnata fotografata” al basso livello di una “Mina citofonata registrata”! (Poichè l’articolo informa che l’audio della performance è a disposizione sul sito della rivista).
    Mi fermo qui e ringrazio per la comprensione.

  8. Al Tg, 2 Fiorello ha fatto il RACCONTO
    del suo incontro con MINA
    ha detto che la risata di MINA è bellissima, riempe tutto lo Studio!

  9. bella esposizione, complimenti vivissimi !

    Mi ha permesso di riflettere sul mistero del Genio di chi scrive, di chi canta, di chi compone, nella scienza, di tutti Coloro cioè il cui Segno si rivela universale

    Grazie mille