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Pubblicato: 4 anni ago

Una Dalia molto ščik

C’è una foto – non a caso da noi scelta per illustrare questo post – che non fatichiamo a immaginare occupi un posto speciale tra i ricordi più cari di Dalia Gaberščik: quella in cui la vediamo, deliziosa bambina di appena tre anni, timidamente seduta tra papà Giorgio e Mina durante l’affollata conferenza stampa milanese con la quale –  il 16 dicembre del 1969 – la Mazzini e l’amico Gaber presentarono ufficialmente la tournée che, con partenza dal Casino di Sanremo a metà di gennaio, li avrebbe portati in trionfo su e giù per la Penisola fino a marzo inoltrato.

Attiva nel settore della comunicazione da circa un trentennio (ha a lungo curato, tra mille altre cose, l’ufficio stampa del Gruppo Mediaset e quello del palinsesto de La7), fondatrice della Fondazione Gaber con cui perpetua la memoria dell’opera artistica del padre a vantaggio delle nuove generazioni, Dalia è la titolare dell’Agenzia Goigest che ha sotto le proprie ali artisti di grido (talvolta nel senso letterale del termine) come la Pausini e Mengoni e alla quale anche Mina e Fossati si sono affidati per la campagna promozionale del loro album-capolavoro di imminentissima uscita. “Dalia è bella, sveglia e caterpillarissima!“, ci assicura uno stretto collaboratore mazziniano che ha avuto modo di conoscerla bene. E a noi, che già abbiamo ospitato nella nostra fanzine numero 79 – quella quasi monograficamente dedicata alla Mina del 1970, tour con Gaber compreso – un’intervista di Aldo Dalla Vecchia a mamma Ombretta Colli, piacerebbe molto raccogliere da Dalia per il prossimo numero una piccola testimonianza su che cosa abbia significato Mina nella sua vita e nel suo lavoro. Proveremo a contattarla. Per ora, a lei e al suo staff, i nostri migliori auguri di buon lavoro.

P.S Riceviamo da Dalia – che ringraziamo – una precisazione riguardante l’immagine che illustra il post: “Rispetto alla foto che, come immaginerete, fa parte dei miei ricordi più cari, non si trattava di una conferenza stampa. Siamo seduti a casa nostra, nella casa dei miei genitori dove vive ancora la mia mamma”.