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Pubblicato: 10 anni ago

Selfie, il comunicato ufficiale PDU

a cura di Franco Zanetti

Negli ultimi anni, e sempre di più, Mina è diventata l’unica possibilità, per autori (e cantautori) anche già molto affermati, di far ascoltare le proprie composizioni cantate da un’interprete di vaglia: anche loro infatti con sempre maggiore difficoltà trovano interpreti che possiedano corde giuste da far vibrare, ed è a Mina che si rivolgono sperando di riuscire a convincerla a sceglierli. Anche questa volta, come già in passato, Mina ha costruito il suo nuovo disco di inediti attraverso un lavoro lungo e certosino di ascolti e di selezioni, di cernita e di rifinitura, esaminando decine se non centinaia di canzoni, e scegliendo quelle delle quali più le è piaciuto appropriarsi – in senso artistico, ché la sua cifra stilistica è appunto anche quella di far diventare assolutamente propri i brani che decide di interpretare. In questo senso, forse – ma è un’ipotesi, dato che siamo abituati a non ricevere spiegazioni dettagliate in proposito – il titolo del nuovo album, “Selfie”, rispecchia proprio questa attitudine: quasi tutte le canzoni, infatti, sono ritratti di donna in prima persona – autoritratti, meglio, scattati utilizzando come smartphone quelli gentilmente forniti dagli autori delle canzoni incluse nel disco.

Anche preparando questo nuovo disco, dunque, Mina ha ascoltato le proposte che le sono arrivate sotto forma di provino: da autori affermati e da autori sconosciuti, da autori professionisti e da autori dilettanti. E le ha ascoltate con quel metodo e quella paziente intelligenza che sono propri dei grandi artigiani: perché sa bene che il guizzo dell’originalità e del genio possono nascondersi anche dove meno ce li si aspetterebbe. E così nelle tredici canzoni di “Selfie” Mina ritrova vecchi amici, conferma recenti frequentazioni e, come sempre, incontra nuovi compagni di viaggio e regala opportunità a giovani talenti.

Con Mario Capuano, ad esempio, che qui firma “Perdimi”, Mina aveva avuto a che fare una sola volta, finora, e nel lontano 1968,

quando aveva inciso la sua “Un colpo al cuore” – originariamente affidata a Mario Zelinotti – come lato B del singolo “Allegria”, includendola poi nell’album “Canzonissima ’68” e facendola diventare un suo classico.

Al 1976 risale invece la “prima volta” di Don Backy come autore per Mina. Quell’anno lei, che comunque già nel 1967 aveva inciso la sua “L’immensità”, interpretò “Nuda” e “Sognando” in “Singolare”; e lo ritrova oggi grazie a “Fine”.

Fra i vecchi amici ritrovati dopo molto tempo c’è anche Claudio Sanfilippo, l’autore milanese del quale Mina cantò nel 1993 “Stile libero” nell’album “Loch Ness”; sua è “La palla è rotonda”, che ascolteremo come sigla delle trasmissioni televisive della RAI dedicate ai Mondiali di calcio brasiliani.

Debuttanti assoluti alla corte della Signora sono invece Federico Spagnoli, autore di “Questa donna insopportabile”, e Gianni Leuci, che firma “Alla fermata” – due canzoni, senza nulla togliere alle altre undici, fra le più candidabili al titolo di evergreen.

E’ interessante notare che, con l’eccezione di Fabrizio Berlincioni e Mauro Culotta (autori di “Aspettando l’alba”, che in coppia avevano già scritto “Succede” nel 1986 per “Cremona”, “Ti accompagnerò” nel 1993 per “Lochness”, “Con te sarà diverso” nel 1997 per “Leggera” e “Non passa” nel 1999 per “Olio”), tutti gli altri nomi accreditati alla composizione di canzoni in questo album ruotano intorno a una ideale “factory” che nel tempo si è costituita intorno a Mina, tutor curiosa ed esigente, che richiede a musicisti, arrangiatori e autori un eclettismo e una versatilità non comuni: la capacità di essere pronti a misurarsi anche con generi e suoni che magari non sono quelli nei quali sono cresciuti, ma che lei li spinge ad esplorare e ad approfondire.

Di questa “factory” fa parte Maurizio Morante, che nel 1991 debuttò come autore sulla scena professionale con “Il genio del bene” (“Caterpillar”), e negli anni successivi ha spesso firmato per lei sia canzoni “in proprio” sia testi per musiche altrui: lo ha fatto per Axel Pani con “Il frutto che vuoi” (in “Facile”, 2009) e ricompone qui la coppia per “Oui c’est la vie”; ma scrive anche il testo di “Io non sono lei”, che costituisce il debutto autorale di Ugo Bongianni, da un decennio stretto collaboratore di Mina come programmatore di tastiere e arrangiatore. Ne fanno parte il già citato Axel e il suo abituale coautore Mattia Gysi, che debuttarono in “Bau” (2006) con “Per poco che sia”, e qui firmano insieme “La sola ballerina che tu avrai”, anche questa, come quella del loro debutto, con il testo di un altro fedelissimo, Samuele Cerri – del quale sono anche le parole di “Mai visti due” sulle musiche di Franco Serafini, pure lui un habitué fin dal 1985 come autore (“Nei miei occhi”, in “Dracula”) e come tastierista e arrangiatore dal 1986 (“Sì, buana”).

Ma la parte del leone in questo disco la fa una coppia il cui esordio è relativamente recente: quella formata da Gianni Bindi e Matteo Mancini, la cui prima canzone incisa in assoluto è stata “Volpi nei pollai” (in “Facile”, 2009) seguita da “Fuori città” (in “Piccolino”, 2011). In questo disco Bindi e Mancini mettono a segno una tripletta: “Il pelo nell’uovo”, “Il giocattolo” e “Troppa luce” (a proposito: di chi sarà la vocina infantile che duetta con Mina all’inizio di quest’ultima canzone?).

Nell’album scorrono così canzoni di autori diversi e di atmosfere diverse, il cui denominatore comune è la stessa voce – una voce che però non è mail la stessa, non è mai uguale a sé stessa, anzi cambia e muta di canzone in canzone, a volte anche nella stessa canzone, a dimostrazione di una duttilità interpretativa (e anche di una curiosità professionale) senza precedenti e senza pari. Ad armonizzare il tutto, il mai invadente coordinamento – organizzativo e artistico – di Massimiliano Pani, coadiuvato da professionisti di grande competenza e di grande mestiere; a conferma di quella vocazione all’eccellenza che da sempre contraddistingue le produzioni di quella che è, senza discussioni, la più grande interprete della canzone italiana.

Ah, se vi state chiedendo quale altro album di Mina avesse in copertina una scimmia, ve lo ricordiamo noi: si intitolava “Mina”, uscì nel 1971, ma quella scimmietta era un cucciolo di scimpanzè, mentre quella scelta per “Selfie” è un macaco giapponese… E parlando di primati – perdonate il gioco di parole – forse è il caso di spendere qualche parola per rivendicare a Mina un’altra primogenitura. E’ a lei che va riconosciuto, infatti, di essere stata la prima protagonista della canzone internazionale ad avere il coraggio di giocare spregiudicatamente con la propria immagine per le copertine dei suoi dischi. La testa di manichino di “Attila” (1979), la donna barbuta di “Salomè” (1981), la bodybuilder di “Rane supreme” (1987), la matrona in stile Bueno di “Caterpillar” (1991), la testa proiezionista di “Sorelle Lumière” (1992), la scattista di “Leggera” (1997), la MinaGioconda di “Olio” (1999), l’aliena di “Piccolino” (2011) sono solo gli esempi più eclatanti di una vocazione iconoclasta che ha trovato la sua esaltazione nella fantasia sfrenata di Mauro Balletti e Gianni Ronco, e che ha anticipato – e di molto – analoghe realizzazioni di Debbie Harry (“KooKoo”, 1981), Madonna (“Erotica”, 1992), Bjork (“Homogenic”, 1997), Annie Lennox (“Bare”, 2003), Christina Aguilera (“Bionic”, 2010), Lady Gaga (“ArtPop”, 2013), per citare solo le più note.

Ecco: sommessamente ma con convinzione ci piace sottolineare che anche in questo Mina è una numero uno.

Comments
  1. Davide.G.

    Con il termine selfie oggi si intende un autoscatto, un autoritratto. Pertanto se io penso ad un selfie di Mina, musicalmente parlando, non posso che pensare a qualcosa di unico. E questo è “Selfie”, uno dei dischi di inediti di Mina, tra i più belli degli ultimi anni. E’ una Mina che sfoggia tutta la sua strepitosa voce, senza calcare troppo sui bassi e sussurri; quei bassi che negli ultimi lavori aveva ampiamente utilizzato. Inoltre sono state scelte canzoni mediamente più ritmate ma non banali. Selfie è puro calore, ritmo e armonia. Anche nelle canzoni più malinconiche. La copertina a me piace! La trovo altamente autoironica e divertente. Certo, come tutti avrei preferito un vero selfie. Ma stiamo parlando di Mina, e questa, a pensarci bene, è la risposta più naturale e originale che ci potesse dare. Anche perché, idealmente, la si può vedere come la stessa scimmietta del ’71 (lo so che questo è un macaco) cresciuta e con qualche anno in più e qualche capello/pelo bianco in più.
    La prima canzone che abbiamo potuto sentire è stata “La palla è rotonda”, un semplice e simpatico gioco musicale, valorizzato dalla sua voce e nato per lo sigla RAI. Il disco, però, è molto di più. Anche se lo avrò già ascoltato parecchie volte, dare un giudizio su ogni singola canzone non è semplice. E come per tutti i suoi lavori le cose possono poi cambiare nel tempo. Magari tra qualche settimana, mese o anno quelle che per ora sono le mie preferite saranno sostituite da altre. Comunque, le canzoni che per ora mi hanno veramente rapito sono: Perdimi, Fine, Alla fermata, Il giocattolo, Troppa luce, Io non sono lei, La sola ballerina che tu avrai, Aspettando l’alba, Oui c’est la vie, Il pelo nell’uovo, Mai visti due e Questa donna insopportabile. In pratica tutte! Molto simpatico l’unico “duetto” presente nel disco. Una sorta di piccolo selfie, ovviamente non visivo ma audio, della Mina privata che, considerando la sua riservatezza, fa solamente piacere. Basta parole, si torna ad ascoltare.

  2. PieraPaso

    Stamattina, sul giradischi c’è la bellissima canzone di D.Bacy che MINA Cool canta nel nuovo Album Selfie è:
    FINE
    E, se pure è stato un sogno lieve
    un bel sogno bianco come neve
    non andar via, via, via
    non andar via, via, via.

    Ché se soffrissi solo per un sogno
    vorrebbe dire che di te ho bisogno
    eppure mentre scorri tra le dita
    un sogno ormai diventa la tua vita.

    Non andar via, via, via
    non andar via, via, via.

    Stringo forte gli occhi, resta ancora
    un minuto, non ti chiedo un’ora
    non andar via, via, via
    non andar via, via, via.

    Ma ecco già sparisce il tuo bel viso
    resta soltanto l’ombra di un sorriso
    poi tutto si confonde nella mente
    e non rimane niente, proprio niente.

    Non andar via, via, via
    non andar via, via, via.
    Grazie MINA Cool
    e grazie a Marina di stasera,io qui per i testi

  3. selfiefabri

    Stamane ascoltavamo in macchina il brano lacrime napulitane, avevamo tutti le lacrime agli occhi,
    Solo Mina e’ capace di cantare in Napoletano mettendo i brividi.Spero tanto che in futuro ci regali un altro album di canzoni napoletane brani non conosciuti.
    Come la bellissima canzone CHE LLE CONTO?VERSI DI S. PALOMBA E MUSICA DI SERGIO BRUNI.
    Adesso mi rimetto all;ASCOLTO DI SELFIE.Un abbraccio a tutti.

  4. Jack Vitale

    Complimenti alla nostra Mina per la voce sempre splendida e al suo nuovo album che ai fans storici dà un segnale di come il tempo possa fermarsi,nonostante il suo scorrere veloce. La sua Voce ci mantiene eterni adolescenti o uomini/donne alle prese con le emozioni e sensazioni quotidiane ……..le nuove canzoni però non sono piu quelle di una volta,come ha detto lo stesso Max una sera alla Clerici,mancano i grandi Autori che sanno comporre quelli che si chiamavano successi.L’album è piacevole probabilmente è la Voce di Mina che lo rende tale, quindi forza “Selfie………..

  5. Eccomi, eccomi qui devastata dall’ascolto, è stato come mettermi in moto verso un lungo viaggio, ora ho gli occhi gonfi e la testa che mi ronza. È stata la troppa emozione, il troppo ascoltare intensamente tutte le canzoni, la sua voce, i suoi respiri. A me Mina sconvolge, l’ho trovata straordinaria, calda, perfetta, la sua voce è piena di armonie nascoste e intensissime. Vado a dormire come se avessi fatto l’amore per 2 h appagata, piena di sensazioni belle, ma stanca nel corpo… Io amo la voce di questa donna. Grazie a Mina e a tutte le persone che hanno permesso la realizzazione di questo lavoro straordinario, che sia il cd evento dell’anno. Sono felice

  6. emilio bocchi

    Silenzio ciak si canta, e come si canta..e le note scorrono ,come in un film le immagini riportano alla mente altre sue storie che sembrano essere riprese per continuare il discorso lasciato in sospeso,Sono come tu mi vuoi cantava la donna innamorata adesso dice al suo uomo Io non sono come tu mi vedi..Ma dice ancora Mi fai male se mi lasci morire qui davanti al telefono riprendendo la straziante invocazione Convinta che l’amore fosse dire a quel telefono dai suona se puoi..Le atmosfere di Regolarmente si fanno più intense e drammatiche Alla fermata dove un lui distratto non la vede nemmeno.Grande qui ancora di più con la magia di questa sua voce senza tempo ,grande in ogni nota,ora sussurrata,ora gridata a piena voce,ora cupa e dolente ora cristallina.E come non riconoscere un tocco autobiografico fra le righe della donna insopportabile Non mi serve avere gente intorno per sentirmi dire che non parlo mai che ne sai dei miei silenzi tu che ne sai.Non ho parlato mai, non eran frasi ma puntini detti a voi. Lo scherzo che ho fatto io di me e rifarei, ma i miei disastri quelli no, no, quelli son miei, non li saprete mai.Lo straziante grido Non andar via,via,via,via non andar via,via,via. E come si fa ad andare via quando il suo canto ci tiene inchiodati li davanti allo stereo come un canto di sirena.Un canto che mi ha emozionato Ancora ancora ancora fino alle lacrime.

  7. Piero

    quante parole MINA e’ MINA….
    dopo di LEI il DILUVIO…..
    ciao e buon ascolto a tutti

  8. Lillo

    Non so scrivere recensioni a caldo. Mi viene solo da dire che è unica, irripetibile, la compagna della mia vita, la compagna di sempre!

  9. Mina Mina che dire ? nulla sarebbe meglio ma come si può non dire…. questo è davvero estivo e se splendido Piccolino era virato di colori autunnali, questo sprizza nella voce amore e sensualità e una partecipazione e una punta di compiacimento e una giocosità non cosi usuale da parte di Mina ultimamente troppo “cupa” forse anche perché la sua voce oggi ancora splendida ma pregna di vita e un po affumicata tende a rendere i ritratti canori un po meno easy. Selfie è ironia sin dalla copertina del macaco perplesso, e per finire con il sedere zebrato che con la sua coda solo a me ricorda la treccia della nostra? arrangiamenti che puntano alla funzionalità della canzone senza essere troppo “moderni” o fastidiosi, ma meno banali di quanto può sembrare.
    Adoro alla follia questa donna insopportabile recitata e cantata con una partecipazione e un’ intensità tra una Magnani e una Bette Davis….. io non solo lei sono belle per spezzare con un po di ironia il clima ma allo stesso tempo saranno i capisaldi per le donne e uomini che cercheranno un’ affrancamento post delusione amorosa . Alla fermata eh chi non ha avuto negli anni una passione per chi non ci considerava, Mina tinteggia con la sua voce lo strazio e la passione in un modo sublime, raramente la voce è al servizio totale dell’interpretazione senza fronzoli inutili… Perdimi bella e interpretata nelle note medie e alte un’invocazione post Fa qualcosa ma qui siamo al out out ! il giocattolo una nuova importante è finire eroticamente easy tra gelosia e morbosità bella prova vocale di Mina che amaramente combatte con il suo desiderio.
    Mai visti due la più onirica e difficile canzone del Cd, la voce di Mina che vola sulla consapevolezza e la la forza amorosa di un legame indissolubile. ce troppa luce una chicca che nonna Mina ci anticipa poco importa se non è del 2014 ( Mina canta molte canzoni e poi le usa come tessere di un puzzle che lei ha ben chiaro nella mente per il progetto complessivo) e molto carina e bel ci sta.
    Oui c’est la vie molto dolce, Mina canta le canzoni del nipote con una zuccherosità appositamente applicata. Ricorda musicalmente Inutile sperare, il testo però e assai più pregno e meno frivolo, il dramma della Fine si avvicina e lo sgranarsi della voce nelle voce nelle note basse danno un senso di amarezza in quel sogno che fugge in altro e che la voce poi volando in alto rincorre e con esso entra nei nostri cuori.

  10. mario basileus

    TU , MUSA MIA DIVINA …

    Carissima Mina ,
    oggi ti sento più vicina che mai : sei come un gioiello prezioso racchiuso in uno scrigno segreto e mentre ascolto il tuo SELFIE ( ironico autoritratto in musica ) i miei pensieri volano , dialogando idealmente con te , durante l’ascolto delle tue canzoni ( i cui titoli appaiono racchiusi nelle parentesi tonde ) …
    La tua voce sublime , il tuo modo di cantare : una riservatezza che indica profondi sentimenti e profondi pensieri , dei quali esprime quella parte sufficiente ad incuriosire e commuovere . E il mistero e la rivelazione sono confusi in una poetica penombra , in questo acutissimo e amaro racconto fatto di autoriflessioni in una autentica difesa della propria libertà ( QUESTA DONNA INSOPPORTABILE ) .
    Quando la tua voce sale , si fa più intensa e brillante . Tocca appena le note basse , che si sentono appena : ma tu sai che non devi forzarle perché così acquistano quella ruvida colorazione che esprime tutto il senso della canzone ( IO NON SONO LEI ) .
    La tua voce è come avvolta in un liquido argenteo che dà una grazia distante e angelica alla quale bisogna abituarsi , come bisogna abituarsi alle cose non umane ( LA SOLA BALLERINA CHE TU AVRAI ) .
    Canti con un’intensità e una veemenza nuove anche le cose ironicamente leggere ( IL PELO NELL’UOVO ) .
    La tua voce lunare nelle arie mestamente amorose corre dentro alle note chiare e le accende di tenerezza e di lacrime ( ALLA FERMATA ) .
    Esprimi una tenerezza umana così commossa e commuovente che supera perfino il significato delle semplici parole ( PERDIMI ) .
    Canti e la tua voce che canta esprime un mondo che può essere solamente il tuo . Non importa che altri abbiano scritto quella musica . Se non fossi tu a cantarla ed a esprimerla in maniera così decisa , quella musica non avrebbe ragione di esistere ( IL GIOCATTOLO ) .
    La tua voce , per una singolare doratura del timbro , a volte è soave e gentile , altre impetuosa e brillante , passando dal pianissimo al fortissimo , senza perdere il delicato velluto che la ricopre , con una sicurezza e una arditezza impetuose ( MAI VISTI DUE ) .
    Che gioia sentirti nonna e poi … nel tuo canto non una nota , neppure la più lieve e smorzata , si perde e si offusca nel coro ( stile Celentano ) che l’accompagna ( TROPPA LUCE ) .
    Esprimi tutta l’atmosfera che regna negli stadi di calcio con un canto di amorosa gioia , ma ora , tu spiegami come fai a rimanere così giovane ? ( LA PALLA E’ ROTONDA ) .
    La tua pronuncia risulta nitidissima e ogni parola acquista nel tuo canto il suo preciso significato . Charmante ! ( OUI C’EST LA VIE ) .
    Canzone elegante , per la sua complessità , per i suoi mille rimandi armonici , impreziositi poi dalla tua splendida esecuzione . Un gioiello di magistrale fattura , creato da un orafo particolarmente ispirato , che , con l’aggiunta di quel solitario che è la tua voce , viene trasformato in un magnifico gioiello ( ASPETTANDO L’ALBA ) .

    Eppure , nella perfetta sicurezza musicale , la tua voce conserva una specie di leggero riserbo e , per quanto salga con facilità alle note più acute , custodisce qualcosa di caldo e di solare e così quel filo splendente prende , è forte , avvolge e tiene . I passaggi di agilità scorrono con una leggerezza che sembra quasi sul punto di rompersi , ma non si spezza mai , anzi si rinforza magicamente nelle note culminanti . La struggente cadenza finale si solleva in una specie di incantata ebbrezza che ha qualcosa di celeste , che ridiscende e si chiude in un fragile umano rimpianto ( FINE ) .
    … Questa sei tu Mina , tu che sei un’assenza sempre presente e una presenza sempre sorprendente , tu che sei la più bella voce italiana di tutti i tempi ( e forse del mondo intero ) , quella che ogni nota che passa dalle tue corde vocali diventa oro . Quella a cui bastano ‘ due notine d’argento ’ per farci amare , nonostante le amarezze e le delusioni di ogni giorno , anche solo per un attimo la vita …

    E se questo non è un miracolo , dimmi tu cos’è ?

  11. emilio bocchi

    Su Tv e Sorrisi c’è una pagina dedicata a Selfie.

  12. fra_jazz

    che dire?ogni volta una gran bella scoperta.poliedricità assoluta..e riesce a farmi amare generi musicali per me sconosciuti.l’attacco finale di chitarra elettrica in “perdimi” spacca! buona musica..sempre. Yes

  13. Annunziato

    Consiglio a tutti l’ottimo articolo di Beppe Videtti su La Repubblica di oggi, grande nel raccontare in tre colonnine (ine ine) l’intero disco. Inutili e “già letti” quelli di Fegiz sul Corriere (che utilizza tre colonne su quattro per trattare La palla è rotonda) e di Biamonte per la Gazzetta del Sud (ma immagino sia apparso anche su altre testate), che si limita a una mera “non-recensione” del lavoro.

    Buona Mina, buon Selfie a tutti.

  14. Jackfreddo

    Salve a tutti, mi domando se le canzoni dell’album siano state incise tutte nel 2014 oppure alcune rispecchino una voce per così dire più giovane di Mina. In ”Troppa Luce” Edoardo a quanto pare ha 5 anni, allo stesso modo la registrazione del brano non potrebbe risalire al 2009? Grazie.

  15. PieraPaso

    Si lo sara’ per me’
    un bellissimo Colpo ..speciale sentire il nuovo SELFIE lo spera
    Piera
    nazionale

  16. Cristiano

    Beh passerò la notte insonne ascoltandolo ma ne vale la pena…secondo me il miglior album di Mina in assoluto

  17. Unica
    impareggiabile.
    Come sempre
    la prima in tutto.
    Un esempio non da imitare, perché il risultato sarebbe una sconfitta, ma da AMMIRARE.

  18. fagreste

    Unica nel suo genere…assoluta in assoluto…Mina

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