Non ti scordar di M.
di Flavio Merkel
Dalla fanzine numero 41 del luglio 1994 vi riproponiamo – con i dovuti aggiustamenti cronologici per “aggiornare” il computo degli anni trascorsi dal 1959 – uno “storico” editoriale firmato dall’indimenticabile socio fondatore del Minafanclub…
Ci sono state recentemente tante polemiche sulla memoria storica (Combat film, il 25 aprile), sul ricordare (dei vecchi) e il dimenticare (dei giovani) la storia e il suo significato. Ecco, anche io vorrei ricordare (ai “vecchi” smemorati e ai giovani che non c’erano) la Mina di 53 anni fa, quella del 1959. Sì, lo sappiamo che ha incominciato nel 1958, ma è il ’59 il “suo” anno, l’anno che l’ha lanciata, l’anno in cui Lei ha inciso tutto il cantabile che potesse esistere. Il vecchio e il nuovo, sia come Mina che come Baby Gate. C’era già tutta la Mina del futuro, in quell’anno. Il rock, quello folle italiano (Tintarella di luna, Vorrei sapere perché), quello folle americano (Splish Splash), quello classico americano (Be Bop A Lula). La moda del momento (La febbre dell’hula Hoop), i rifacimenti sanremesi (Nessuno, Tua, Io sono il vento), i rifacimenti americani e inglesi (Venus, The Diary, My True Love), i rifacimenti francesi (Oui oui oui oui), i cantautori (Folle banderuola di Meccia, Whisky di Daisy Lumini), le canzoni napoletane (Lassame, Te vulevo scurda’), i “lenti” di ogni tipo (L’ultima preghiera, Mai, Tu senza di me, Amorevole, Piangere un po’, My crazy Baby, Aiutatemi), i “terzinati” (Proteggimi, Julia, T’ho vista piangere), le inclassificabili “follie” (Ho scritto col fuoco, Johnny Kiss, La luna e il cowboy), i successi di altri (Buondì, La verità, Rossetto sul colletto), e poi ancora Un disco e tu, Give Me A Boy, Passion Flower. Trentacinque canzoni, cinquantatré anni fa. Conclusione: un Genio. Ricordiàmocelo.
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