Il Blog

Pubblicato: 12 anni ago

Non ti scordar di M.

di Flavio Merkel

Dalla fanzine numero 41 del luglio 1994 vi riproponiamo – con i dovuti aggiustamenti cronologici per “aggiornare” il computo degli anni trascorsi dal 1959 – uno “storico” editoriale firmato dall’indimenticabile socio fondatore del Minafanclub…

Ci sono state recentemente tante polemiche sulla memoria storica (Combat film, il 25 aprile), sul ricordare (dei vecchi) e il dimenticare (dei giovani) la storia e il suo significato. Ecco, anche io vorrei ricordare (ai “vecchi” smemorati e ai giovani che non c’erano) la Mina di 53 anni fa, quella del 1959. Sì, lo sappiamo che ha incominciato nel 1958, ma è il ’59 il “suo” anno, l’anno che l’ha lanciata, l’anno in cui Lei ha inciso tutto il cantabile che potesse esistere. Il vecchio e il nuovo, sia come Mina che come Baby Gate. C’era già tutta la Mina del futuro, in quell’anno. Il rock, quello folle italiano (Tintarella di luna, Vorrei sapere perché), quello folle americano (Splish Splash), quello classico americano (Be Bop A Lula). La moda del momento (La febbre dell’hula Hoop), i rifacimenti sanremesi (Nessuno, Tua, Io sono il vento), i rifacimenti americani e inglesi (Venus, The Diary, My True Love), i rifacimenti francesi (Oui oui oui oui), i cantautori (Folle banderuola di Meccia, Whisky di Daisy Lumini), le canzoni napoletane (Lassame, Te vulevo scurda’), i “lenti” di ogni tipo (L’ultima preghiera, Mai, Tu senza di me, Amorevole, Piangere un po’, My crazy Baby, Aiutatemi), i “terzinati” (Proteggimi, Julia, T’ho vista piangere), le inclassificabili “follie” (Ho scritto col fuoco, Johnny Kiss, La luna e il cowboy), i successi di altri (Buondì, La verità, Rossetto sul colletto), e poi ancora Un disco e tu, Give Me A Boy, Passion Flower. Trentacinque canzoni, cinquantatré anni fa. Conclusione: un Genio. Ricordiàmocelo.

Pubblicato: 12 anni ago

C’è più Mina se resto ad aspettare…

Attenzione: Enrico Casarini ci comunica che, a causa del maltempo previsto per la sera dell’8 giugno, l’annunciato concerto battistiano degli Avanzi di Balera a Peschiera Borromeo (MI) è stato rinviato a martedì 12 sempre alle 20,30…

Anche in queste settimane pre-estive di apparente calma piatta, il mondo mazziniano è in realtà tutt’altro che immobile. Nell’ovattata tranquillità del suo studio di Lugano, Mina continua con la passione e la professionalità di sempre a dedicarsi – insieme al suo affiatato team di fedelissimi – alla realizzazione dell’album di cover americane atteso per l’autunno. Il fan club, dal canto suo, è già al lavoro con la ricca fanzine numero 74 che vedrà la luce in settembre. Una piccola sorpresa è prevista anche dal mondo pubblicitario e riguarderà il ripescaggio della celebre Città vuota – nella prima versione di Mina datata 1963 – in uno spot televisivo di imminente programmazione. Per la sera dell’8 giugno, infine, segnaliamo l’imperdibile appuntamento che vedrà avvicendarsi sul palco di Piazza Lombardi a Peschiera Borromeo la cover band battistiana degli Avanzi di balera  e il giornalista-scrittore Enrico Casarini che riparlerà del suo libro Mina Battisti non senza riproporre su maxischermo, introdotto con un testo scritto appositamente per questa occasione, il celebre duetto televisivo di cui la coppia-Mito della Canzone Italiana fu protagonista quarant’anni fa a Teatro 10

Pubblicato: 12 anni ago

Cera o non c’era

I dati resi pubblici dalla FIMI qualche giorno fa parlano chiaro: il consumo musicale degli Italiani è sempre meno “fisico” e sempre più online. La percentuale dei profitti derivanti dai supporti tradizionali è calata dell’8,7% solo nell’ultimo anno (ma con un crollo che schizza ad oltre il 60% rispetto a un decennio fa), mentre si fa sempre più forte l’incremento del mercato digitale, tanto da sfiorare ormai il 30% del mercato totale tra download e streaming. Le cifre si riferiscono naturalmente al solo scaricamento “legale”, escludendo quindi gli oltre 6 milioni di utenti che – da Bobo Maroni in giù – scaricano allegramente musica con sistemi cyberlocker, eludendo il pagamento dei diritti d’autore. A questo trend irreversibile non potrà naturalmente sfuggire la produzione discografica di Mina del prossimo futuro. Sarà, per lei, l’ennesima svolta dopo aver attraversato indenne – da artista “multigenerazionale” come nessun altro nel nostro Paese – non solo l’evoluzione dei gusti musicali degli Italiani dagli anni Cinquanta a oggi, ma anche l’evolversi delle modalità di “fruizione” del prodotto-disco. Regina incontrastata dell’era dei 45 giri e poi dominatrice assoluta dell’era dei 33, ha continuato a collezionare trionfi anche dopo l’avvento del CD per poi trovarsi – oggi – a fare i conti col definitivo tramonto del supporto fisico e il suo letterale “dissolvimento” nell’universo online. Una sfida mica da ridere, per una per che, agli esordi della sua ultracinquantennale carriera, ha scansato solo per un soffio il vecchio 78 giri, sebbene lei stessa ci abbia raccontato – su un Bolero del dicembre ’60 – di una remota esperienza fonografica con uno di quei gracchianti padelloni: “Mia madre è arrivata da Cremona (a proposito: io sono sempre a Roma per girare Io bacio tu baci) con qualche abito invernale e, in più, mi ha portato un disco di cera. Questo disco l’ho accanto a me e lo ascolto per l’ennesima volta da stamane. Ce n’è voluto per trovare un grammofono a 78 giri, ma ci sono riuscita. E così, ora, posso riascoltare per l’ennesima volta da stamane una voce di bimba che, accompagnata da un pianoforte, canta con molta approssimazione, ma anche con molto calore, Lili Marlene. Quella bimba sono io: o almeno ero io quando avevo due anni circa, quell’incisione costituisce la prima della serie-Mina. Quando l’ho incisa? Meno di diciotto anni fa: almeno così dice la mia mamma. Io non posso giurarvelo per la semplice ragione che il ricordo di quell’episodio si perde nelle nebbie della mia prima infanzia…”. Pensate un po’ se quella reliquia sonora di 70 anni fa fosse oggi per miracolo recuperata, digitalizzata e resa pubblica, finendo magari ai primi posti tra i brani più scaricati su iTunes

Pubblicato: 12 anni ago

Regina di maggio

Maggio 1962 – Per la sua prima esibizione in terra argentina – con debutto giovedì 10, al Teatro Opera di Buenos Aires – Mina propone vecchi e nuovi cavalli di battaglia del suo repertorio (da Il cielo in una stanza a Renato, da Prendi una matita a Vola vola da me) accompagnata da una grande orchestra di musicisti locali – Francini al violino, Alcouron alla chitarra, Wulff e Casalia ai tromboni, Toscano alla tromba – sotto la direzione di Tony De Vita. Al suo ritorno in Italia, dove la sua Moliendo café lanciata a Studio uno continua a stazionare ai primi posti della classifica dei 45 giri, inizia una serie di apparizioni televisive per promuovere il nuovo singolo Renato, dapprima nel varietà con Dario Fo e Franca Rame Chi l’ha visto? (il 24 maggio) e poi, tra il 2 e il 23 giugno, con tre ospitate nello show di Ernesto Calindri Il signore delle 21 (dove si esibirà anche con Il cielo in una stanza e Le tue mani).

Maggio 1972 – Terminata da poco la maratona televisiva di Teatro 10, tra una prova e l’altra – all’International Recording di Roma – dei concerti in programma da fine maggio alla Bussola di Viareggio con una big band di pezzi da 90 del jazz italiano diretti da Gianni Ferrio, Mina trova anche il tempo di fare qualche volata alla Basilica di Milano per ultimare le registrazioni del suo nuovo album estivo, che avrà come numero di catalogo un eufonico cinquemilaquarantré

Maggio 1982 – Dopo un lungo periodo di forzata inattività per consentire il completamento dei lavori di installazione della nuova sala di incisione di Lugano in zona Pozzallo, Mina si appresta finalmente a dare il via alle registrazioni del nuovo doppio album, in tempo utile per rispettare il tradizionale appuntamento novembrino a 33 giri, ma troppo tardi per sfornare il consueto singolo estivo, che vedrà pertanto la luce – per la prima volta dopo anni –  soltanto a settembre…

Maggio 1992 – Al lavoro per il nuovo album doppio autunnale, nella sua scelta di brani altrui da rivisitare nel primo volume Mina pare stavolta orientata – a parte un paio di incursioni negli anni ’50/’60 – a ripescare successi dell’ultimo decennio, con un orecchio di particolare riguardo ai nomi nuovi e alle ultime tendenze della canzone – soprattutto italiana. La curiosità dei fans, inutile dirlo, è già alle stelle…

Maggio 2002 – Proseguono negli studi GSU le incisioni del primo album di brani inediti di Mina a ormai oltre tre anni da Olio. E’ lo stesso Massimiliano a regalare ai fans nel corso della primavera, dalle colonne del forum del sito ufficiale mazziniano, le prime ghiotte anticipazioni sul disco: “Antonacci e Zucchero manderanno qualcosa alla fine delle loro tournée. Britti si è ripromesso di scrivere ad hoc un grande pezzo. Silvestri e Bersani hanno già spedito i loro brani. Fossati è coinvolto nel progetto, Elisa pure, come altri professionisti tra i quali Castellari, Cassano, Bigazzi, Neffa, Raf , Claudio Mattone e Fasolino…”. 

Maggio 2012 – Dopo tre splendidi album consecutivi all’insegna del grande pop, per Mina è tempo di rituffarsi in una nuova “dolce e emozionante esperienza dal vivo” incidendo in diretta col trio di fedelissimi Rea-Moriconi-Golino un album di cover che richiamerà le nobili atmosfere di capolavori come Napoli, L’allieva e Sconcerto. Prepariamoci, ancora una volta, ad assaporare qualcosa di unico e sorprendente…

Pubblicato: 12 anni ago

Questa canzone, il silenzio della Voce

D’accordo, sarebbe ormai tempo di dedicare un sia pur timido post alle sorprese autunnali che Mina ha in serbo per noi, ma dato che dall’operosa quiete che regna nella factory GSU non trapela, per il momento, alcuna indiscrezione sui lavori in corso, beh… accontentiamoci di riascoltare con rinnovata meraviglia quell’album-capolavoro – mai sufficientemente lodato – che è Piccolino. E a sei mesi esatti dal lancio del suo primo singolo Questa canzone – con annesso tam-tam mediatico  per rintracciarne gli “autori misteriosi” poi quasi subito svelati – ci sembra bello riproporvi la straordinaria “analisi fonetica” del brano che il nostro Antonio Bianchi ha tracciato da par suo nell’ultima fanzine…

(…) Se, in Compagna di viaggio, Mina è voce carezzevole, confidenziale, tangibile, da “migliore amica” (che importa se fatta d’aria), in Questa canzone diventa – anche timbricamente, fateci caso – “voce interiore”. Non c’è alterità descrittiva. L’interlocutrice diventa voce silente e intima, come quella che si percepisce, tra sé e sé, leggendo una lettera, o scrivendola (il video di Mauro Balletti è illuminante in tal senso). Non ci sono finezze d’enunciazione rimarcate o sottolineate con compostezza “socializzabile”. Il gioco plastico di risalti e pause è condotto tutto sotto pelle, in accezione più emotiva ed evocativa: “No, non ti tradire con la genteeee…”, “Non ti fermare mio solo amoreeee…”. Nelle vocali soffiate, le parole acquisiscono il sapore immateriale di un pensiero. Alludono al significato ma lo dissolvono in immagine interiore. L’effetto è ancora più evocativo e intrigante nelle parole apparentemente “secondarie”. Penso all’ammaliante “Che dentro non mi ha persoooo, noooooo…” conclusivo e, ancor di più, ai due “mai” contigui. Il primo (“che non è passata maaai…”), smorzato, assolutizzato e rassegnato. Il secondo (“Anche se non lo dici maaaa-a-aaaa-a-aaaai…”), dilatato, prolungato, perdurante, evocatore di un significato – intimo – completamente diverso dall’altro “mai”. Una piccola finezza, certo, ma davvero preclusa alle colleghe tutte…  (dal dossier Non è terrestre – Minafanclub numero 73)

 

 

 

Pubblicato: 12 anni ago

Donna, Donna, Donna

di Stefano Crippa

Chissà, forse anche Mina pensava alla gioiosa vocalità di Donna Summer quando si cimentava nel 1979 in Tiger bay, estenuante e lunghissima cavalcata disco-spaghetti finita nel doppio Attila. E sicuramente nelle sue orecchie risuonava l’eco di Bad girl e di una striscia impressionante di hit, quando tre anni dopo ‘festeggiava’ la nazionale ‘mundial’ di Bearzot, Rossi e Cabrini con Italiana e il singolone dance Morirò per te. Forse. Donna Summer – che ci ha lasciati il 17 maggio vittima del solito schifoso cancro, per chi scrive e per tanti che erano ragazzi nei settanta e che si struggevano per la tigre di Cremona, non possono non essere rimasti insensibili alla grazia e alla voce della pantera di Boston. Bellissima, ancor più dal vivo come ho avuto la fortuna di verificare nel 1999 durante un suo tour promozionale italiano, la diva di I feel love, è stata una cantante sempre coerente nelle sue scelte. Un po’ come Mina. Raggiunto un successo di proporzioni incredibili – calcolate che fra il 1978 e il 1979 infilò tre consecutivi album al numero uno di Billboard mentre i singoli si contendevano la top 3 (saliva Hot stuff, scendeva Bad girls, entrava On the radio…), si mise contro l’establishment di Hollywood intenando una causa contro il suo boss, Neil Bogart il presidente della Casablanca, la storica etichetta disco (Village People, Ritchie Family, Kiss) per la quale incideva e che le aveva soffiato buona parte degli incassi miliardari. Con lei la disco non era semplicemente musica di consumo, i suoi pezzi andavano oltre i sincopati 4/4: erano veri e propri standard. Ce ne saremmo accorti nel tempo visto che siamo ancor qui a ballarli e soprattutto ad ascoltarli. Con Giorgio Moroder ‘mago’ altoatesino e Pete Bellotte, autore inglese, misero in piedi una vera e propria factory di successo. Fiuto, certo, ma anche grande creatività, gusto negli arrangiamenti, divertimento. “Noi registravamo in una sala la base, e Donna cantava nell’altra. E poi andava in tour”, spiegava in un’intervista il produttore italiano. Cercate bene, ma in qualche angolo di casa le vostre copie di I remember yesterday, con lei baldanzosa in copertina in una mise molto francese, sono ancora lì nascoste dietro un vecchio giradischi. La ricordate tutta trini e pizzi, svolazzante Cenerentola nei cieli nella fiaba in sedici canzoni di Once upon a time? Difficile scordare Four seasons of love, quello con Donna sulla luna, della suadente Spring affair e della eccitante Summer fever. Grazie a quel disco, pardon long playing, per le cronache  si alternava al primo posto con Mina nell’inverno del 1976 che aveva appena pubblicato Singolare/Plurale.

Ma Donna – un po’ come Mina – ha fatto e cantato altro. Molto altro. Ha intonato gospel – inciso uno splendido album di standard natalizi nel 1994 Christmas spirit, new wave – The wanderer (uno scatto di copertina di Harry Langdom, con lei ‘vagabonda’ rosa shocking sulla cover, bella da mozzare il fiato). E poi ha duettato con Barbra Streisand, Liza Minnelli. Appena un anno fa a un party dell’amico David Foster, il produttore con cui stava lavorando a un nuovo album in questi giorni, duettava sempre intonatissima e precisa con Seal sulle note di On the radio e di Crazy.  E chissà come sarebbe stato ascoltare il suo puro falsetto – mai scalfito dall’età – sulle note di You get me. Ciao Donna, ci hai fatto tanto divertire e lo fai ancora. E in questi tempi è un vero e proprio miracolo.

Pubblicato: 12 anni ago

Cosa imparare da Mina

 

Non è nostra abitudine copiare e incollare testi postati in siti altrui. Ma per lo splendido messaggio che segue – pubblicato l’11 maggio scorso dal nostro socio 22enne Giancarlo Nino nel forum fegizfiles di corriere.it – abbiamo ritenuto doveroso fare eccezione…

Mi ricollego idealmente al messaggio di Michele Lenzi di qualche giorno fa a proposito di Mina.

Mi piacerebbe che qualche nuova leva prendesse veramente spunto da lei, e recuperasse le cose che piacciono a me di Mina.

A me piace Mina perché non si prende mai troppo sul serio, cantando anche pezzi che sono poco più che un gioco. Mi piace perché conosce l’ironia.

Mi piace perché sembra ricordare poco o niente del suo passato artistico, ma continua incessantemente a guardare in avanti, senza mai indulgere alla tentazione della nostalgia.

Mi piace perché non sembra affatto la stessa Mina di quando ha cominciato, di quando è diventata un’icona, di quando si è ritirata. Mi piace il fatto che una lunga carriera non sia riuscita a imbrigliare il suo essere cantante in uno stereotipo. Mi piace perché non ha paura di confrontarsi con generi e stili sempre nuovi e diversi, senza mai perdere se stessa.

Mi piace perché non teme di dire no a Ramazzotti o a Elton John o a Vasco pur di cantare solo quello che le piace e che la diverte.

Mi piace perché canta solo e non scrive i suoi pezzi, non sapendolo fare per sua stessa ammissione. Mi piace perché ha deciso di fare solo quello che le riesce bene: cantare.

Mi piace perché è umile. Mi piace perché, quando qualcuno le ha chiesto “Perché non canti ‘Send in the clowns'” lei ha risposto “Non la so cantare”.

Mi piace il fatto che, probabilmente, non sa di essere importante. Mi piace perché, quando ha festeggiato il compleanno del 2010, si è meravigliata di tutto il trambusto televisivo, dei fiori e dei regali che centinaia di fan le hanno spedito a casa.

Mi piace perché non parla. Perché, quando le colleghe la provocano, la offendono, la distruggono lei, da gran signora, non risponde mai.

Mi piace perché ci ha risparmiato dal raccontarci la sua vita privata, perché non è mai andata a piangere da tv e giornali per raccontare, chessò, che il fidanzato l’ha tradita con Belen.

Mi piace perché, sin da quando ha iniziato, lotta perché il suo nome sia associato ad una e una sola cosa: la musica.

Giancarlo Nino

Pubblicato: 12 anni ago

La sesta Stella

Ha destato vivo scalpore, non mancando di scatenare la solita ridda di reazioni contrastanti, il duro j’accuse che Mina – in un intervento postato a sorpresa domenica scorsa nel blog dell’adorato Beppe Grillo – ha rivolto ai nostri politicanti e ai loro goffi tentativi di rifarsi una “verginità” morale agli occhi degli elettori con una sorta di “imenoplastica” di ipocrisia. E proprio all’amico Beppe – e al Movimento 5 Stelle da lui fondato – la Signora ha rivolto l’accorato invito ad assestare ai nostri indegni rappresentanti in Parlamento il “colpo finale, la mazzata che ammutolirà la sala della televisione”. Un’analoga dichiarazione d’amore nei confronti del comico genovese, come molti di voi ricorderanno, Mina la scrisse già diversi anni fa: “Resisti! In alto! Alzala la tua fiaccola, il tuo faro. La tua torcia deve avere ragione delle nebbie che attraversa. E se, avanzando, la tua luce sbruciacchierà delle barbe o dei toupé, saprai che la tua strada è quella giusta. Continua a contagiarsi tutti, sei l’untore più efficace, l’unico. Tua adorante suddita Mina”. “Mia cara suddita e padrona, – le rispose prontamente Grillo – infletterò, ungerò. Propagherò conoscenza vera e contagiosa. Lo prometto a te, in ginocchio, vera e sola e amata Signora”. Uniti da un profondo rapporto di affetto e di stima fin dai tempi in cui divisero alcune trionfali serate sul palco di Bussoladomani, nel ’78, Mina e Grillo hanno poi suggellato per la prima volta in musica la loro questione di feeling duettando sulle note di Dottore, divertente canzone-sketch inserita nell’album Cremona del ’96. Ma è molto probabile che avremo presto modo di riascoltare nuovamente insieme le loro voci in un brano composto – pare – dallo stesso Beppe su musica di un noto cantautore…

Pubblicato: 12 anni ago

Si fa (e lo si dice)

“Scusi, ma chi glielo fa fare?”, si è sentito chiedere Massimiliano Pani in apertura di una stuzzicante intervista di Andrea Scarpa apparsa nell’ultimo numero di Vanity. La domanda, ovviamente, era riferita alla sua partecipazione come garbato e fascinoso “inviato del cuore” al non imperdibile people show della Clerici E’ stato solo un flirt?, in onda il sabato su Raiuno fino a metà maggio. “Non c’entro più di tanto, lo so, – ha ammesso Max – ho accettato solo perché, avendo fatto parte per due edizioni della giuria di Ti lascio una canzone, sono diventato amico del produttore Bibi Ballandi e di Antonella, che mi ha chiesto di darle una mano. Ma sono qui per caso, mi diverto, non so quanto durerà. Il mio vero lavoro rimane quello di musicista”. Più spiazzante e provocatoria (e, non a caso, subito ripresa e diffusa a spron battuto dalle agenzie di stampa) è stata la sua risposta a proposito di una possibile investitura come direttore artistico del prossimo Sanremo al posto del dimissionario Mazzi: “In un ruolo del genere sarebbe molto più credibile e autorevole mia madre. Se glielo chiedessero e le dessero carta bianca, credo che accetterebbe”. Per una curiosa coincidenza, lo stesso numero della rivista di cui Mina è “la più inafferrabile delle redattrici” ospita anche un ricco reportage in cui Benedetta, sempre più bella e sempre più “africana”, ci racconta con parole e con immagini la sua più recente esperienza come accompagnatrice di safari nelle zone più selvagge e insidiose della Tanzania. E in questo periodo di grande effervescenza creativa dei componenti del Clan Mazzini-Pani non poteva non farsi sentire anche la voce del giovane Axel che, intervistato dal sito Tgcom, ha accettato per la prima volta di parlare di sé (“Vivo a Parigi dove di giorno lavoro in uno start-up e la sera e nei weekend canto e suono: una doppia vita, o forse una sola, ancora non ho capito…”)  e delle nuove canzoni composte col suo gruppo, i Temple, con i quali sta incidendo un album anticipato da una serie di video live girati per strada e postati su Youtube (molto bello, in particolare, il clip diretto on the road dall’amico regista Mathias Pardo sulle note del brano Tears, con l’accompagnamento alla chitarra di Giovanni Matera). Quanto a Mina… beh, con una progenie così intraprendente, la più infaticabile e prolifica Cantante del mondo non poteva certamente restarsene con le mani in mano e col suo microfono smaltato di rosso appeso a un chiodo. E in questo caso non è la Diretta Interessata ma il suo sito ufficiale www.minamazzini.com a parlare in sua vece informandoci che in questi giorni “Mina, insieme ai fedelissimi Danilo Rea, Massimo MoriconiAlfredo Golino, ha iniziato a lavorare ad una nuova grande sorpresa che supererà le altre che ci ha finora regalato, considerato che per Mina è naturale divertirsi a superare se stessa…”. 

Pubblicato: 12 anni ago

Proteggimi, difendi questo amore…

“Fermiamo la pirateria digitale: difendiamo la libertà di fare cultura”, è lo slogan al grido del quale alcuni tra i più importanti artisti italiani – da Paoli a Ruggeri, da Battiato alla Caselli – hanno recentemente lanciato una campagna in difesa della musica e di chi la produce. Anche noi del Minafanclub, nel nostro Piccolino, abbiamo deciso di aderire a questa battaglia limitando al minimo, sia nel Blog che nella fan page di Facebook, la diffusione integrale gratuita di canzoni del repertorio mazziniano tramite il canale Youtube (uniche eccezioni: qualche scheggia delle esecuzioni “non discografiche” proposte in TV e in radio e i frammenti di brani inseriti nei vari Caroselli). Una scelta d’amore nei confronti della nostra Artista che non va assolutamente intesa come una limitazione del diritto d’espressione di ognuno di voi (per postare tutte le canzoni e i filmati che volete avete sempre a disposizione le vostre pagine personali e le decine di fan page mazziniane esistenti) ma che va presa semmai come uno stimolo a sopperire con la creatività e originalità dei nostri contenuti alle fin troppo facili e comode tentazioni a portata di clic. E scusate se è poco, in tempi in cui “Il mercato fisico della musica è morto e tutti rubano tutto in Rete” (come la stessa Mina ha amaramente sottolineato nell’ultimo Vanity) e Youtube fagocita ormai ogni minima testimonianza visiva e sonora: “E il mio filmino della Cresima l’hanno messo?”, Ipsa scripsit con malcelata irritazione qualche settimana fa, in risposta ad un lettore deliziato dalla scoperta su Youtube dei suoi Gran Varietà con Walter Chiari…

Pubblicato: 12 anni ago

Cinquemilaquarantatré parole d’amore

Come vi avevamo anticipato qualche settimana fa, uno dei servizi principali della prossima fanzine numero 74 rievocherà i fasti – ed esplorerà i retroscena – di un leggendario album che la prossima estate festeggerà, proprio come l’appena rispolverato Live di Dalla Bussola, 40 anni portati in forma smagliante. Oltre che della disanima “canzone per canzone” a cura dell’insostituibile Antonio Bianchi, delle curiosità collezionistiche di Fernando Fratarcangeli e delle mie consuete “pillole” storiografiche, il dossier si avvarrà di una serie di preziose testimonianze esclusive dei principali autori e collaboratori del disco, da Mario Nobile che ci parlerà de La mia carrozza a Romolo Forlai (l’ex-Flipper de Le  mani sui fianchi) di cui è già pronta un’intervista firmata dal nostro Stefano Crippa, passando per i vari Paolo Limiti, Roberto Soffici, Enrico Riccardi e Gianni Ferrio, senza naturalmente dimenticare Luciano Tallarini, art director della mitologica copertina, e soprattutto Pino Presti, splendido arrangiatore di ben 9 delle 11 canzoni della tracklist. Ma a tutto questo sarebbe bello aggiungere anche qualche vostro ricordo personale rimasto tra i solchi dell’album: piccole schegge di vita vissuta in qualche modo legate a questa o a quella canzone del disco. La prima a raccogliere un simile invito, se solo fosse ancora qui tra noi, sarebbe l’amata Rina Gagliardi che più di una volta ci confessò sulle pagine della fanzine di essere legata a 5043 da un affetto speciale. Come quando, nel numero 57 di dieci anni fa, scrisse: “Come il suo grande avo Gioacchino Rossini, Mina pregusta il suo ritiro molti anni prima di compierlo. Anzi, lo annuncia in una canzone che a me pare quasi autobiografica, Hey, Mister, That’s Me Upon The Juke-box (il testo italiano, intitolato E’ proprio così, son io che canto, si deve alla penna di Giorgio Calabrese): qui lei parla di una ‘piccola città’ rimasta nonostante tutto in fondo al suo cuore e ai suoi desideri, denuncia il ‘vento di cose morte’ che spira nelle ‘canzoni fatte di niente’ e soprattutto dice: ‘Sono io che ormai non ne esco più, dalla torre di parole costruite attorno a me’. Infine, l’autoprofezia: ‘Forse ho già parlato troppo, me ne andrò’…”. 

p.s. Inviate i vostri personali piccoli amarcord legati a 5043 al nostro indirizzo mail info@minafanclub.it: i migliori saranno pubblicati nel dossier…

Pubblicato: 12 anni ago

Messaggero d’amore

Davvero un singolare destino, quello di Massimiliano. Protagonista inconsapevole, alla sua nascita, di uno “scandalo” nazionale per essere il frutto della liaison irrégulière tra la Diva numero 1 della canzone italiana e un popolarissimo giovin attore, fu per anni e anni il bambino più braccato dai media del nostro Paese. “A ogni suo compleanno – ricorda Gherardo Gentili arrivavano a Lugano vagoni di giocattoli. Era amato, coccolato, vezzeggiato da tutti. Avrebbe potuto crescere capriccioso, viziato, irrequieto, nevrotico, contestatore, ribelle e infelice. Non è stato così. Massimiliano è tutto l’opposto. Cresciuto lontano dall’ambiente artistico, ci è entrato in punta di piedi, con grande umiltà”. Persino l’arcigno Aldo Grasso, oltre un quindicennio fa, ai tempi della prima prova importante di Max come conduttore televisivo nel contenitore domenicale Gelato al limone, non potè fare a meno di tessere le lodi di quel ragazzo colto, amabile e finemente ironico, vera mosca bianca di eleganza in una TV già allora sempe più becera e strillata (“Max sembra uno dei pochi conduttori garbati, non invasati dall’abbraccio della moltitudine”). Dopo quel fortunato esordio, nonostante le numerose e lusinghiere offerte giunte sia dalla RAI che da Mediaset, Massimiliano ha preferito per molto tempo disertare le telecamere per dedicarsi più discretamente al suo lavoro in sala d’incisione al fianco della mamma. Finché, quasi per gioco,  – “perché nella vita è bello cambiare idea”, direbbe Qualcuna – ha accettato di ricomparire nuovamente sul video come giudice delle ultime due edizioni del baby talent Ti lascio una canzone condotto da Antonella Clerici. La quale, avendo bisogno di “un bell’uomo, di classe, che sapesse porgere nella maniera giusta le storie d’amore”, ha pensato ancora a lui come perfetto inviato speciale del nuovo emotional show di Raiuno E’ stato solo un flirt, quasi un epigono di Stranamore e Carramba, da sabato 21 aprile su Raiuno. “Più che un inviato – anticipa Massimiliano – sarò una sorta di detective dell’amore, andrò sulle tracce degli ex cercati dai vari protagonisti della trasmissione in città particolarmente romantiche come Venezia o Parigi. E’ un ruolo che, forse, ha poco a che fare con quello che sono (io non andrei mai a cercare le mie ex-fiamme), ma lavorare con Antonella è entusiasmante…“. E allora, per rimanere in clima di carrambate, consentiteci di augurare a Max Buon compleanno con tre giorni di anticipo ricordando una tenera confessione – dai curiosi risvolti profetici – che la sua mamma rilasciò a una giornalista di Oggi poche ore dopo averlo dato alla luce: Massimiliano è un nome un po’ lungo, però mi piace. Ma ancora non riesco a chiamarlo così: per me è soltanto il Piccolino…”. 

Tanti Auguri, Massimiliano!

 

Pubblicato: 12 anni ago

Rinata ieri

Fa davvero un bell’effetto, in questi giorni, scorrere le classifiche degli album più venduti nei principali megastore e trovarvi la strepitosa special edition di Dalla Bussola che contende baldanzosamente le prime posizioni alle ben più fresche novità discografiche del Blasco, di Madonna e di altri idoli di più o meno duratura gloria. Simili exploit, in passato, sono quasi sempre stati stretto appannaggio di gruppi ormai da tempo disciolti (i Pink Floyd di The Dark Side Of The Moon, i Beatles di Sgt Pepper’s…) o di artisti per lo più passati a miglior vita (vedi, ultimo in ordine di tempo, il boom postumo dell’opera omnia di Lucio Dalla), ed è un evento più unico che raro che a esserne protagonista, in questo caso, sia una Signora della Musica ancora saldamente calata nella contemporaneità, come dimostrano i quattro bellissimi album nuovi di zecca (più un EP) sfornati negli ultimi tre anni e gli altri due lavori attualmente in fase di preparazione. Del resto, è sufficiente riguardarla e riascoltarla nella registrazione di quel mitico 16 settembre 1972 per capire come i quarant’anni trascorsi sembrino essere scivolati sulla sua pelle di luna senza lasciare segni. Il solo ad apparire irreparabilmente “datato”, semmai, è il pubblico assiepato a grandi archi intorno a lei e del quale il giornalista Giorgio Torelli tracciò su un memorabile Epoca del luglio 1972 un perfido identikit che, riletto oggi, pare quasi la copia vintage degli attuali reportage di Dagospia su certi party cafonal impazzanti nei salotti di Roma Godona: “Ex-giovani leoni del miracolo con la camicia sciancrata, signore della terza giovinezza con il taglio alla Pulzella d’Orléans, spose della Milano manageriale profilate alla Patty Pravo, brigittine in kaftano rumeno, cummenda con gli occhiali sui cui toraci abbronzatissimi risplendono nel buio preziose croci pettorali”. Di quell’umanità démodée, in Dalla Bussola, sopravvive solo qualche fugace immagine zoommata dal regista Tazio Tami. Ma – come ha scritto Lele Cerri nelle deliziose note di presentazione del nuovo box – “con questo DVD, loro che c’erano, voi che non c’eravate, tutti noi, assieme, potremo esserci ancora, essere lì, con Mina e l’Orchestra“…

mina japan
Pubblicato: 12 anni ago

Anata To Watashi

mina japanUno speciale superdossier su Mina in Giappone sarà tra gli articoli di punta della prossima fanzine estiva. E a riprova di quanto il Mito della Tigre sia ancora vivo nel Paese del Sol Levante, vi segnaliamo lo straordinario omaggio a lei dedicato nell’ultimo numero di Vogue Japan. Grazie a Mauro Balletti per la preziosa segnalazione.

 

Pubblicato: 12 anni ago

Dalla Bussola, nuovo comunicato EMI

Scusandosi nuovamente per il problema riguardante l’audio del CD della nuova versione dell’album Mina “Dalla Bussola” in CD + DVD, EMI Music precisa che, per ridurre al minimo i tempi d’attesa, provvederà a far recapitare nei punti vendita le nuove bustine con CD con audio corretto entro due settimane circa. Chiunque avesse acquistato il box potrà quindi recarsi nel negozio presso il quale ha effettuato l’acquisto (possibilmente con lo scontrino fiscale) per poter ritirare la propria copia del CD con audio corretto da inserire nel box stesso già in proprio possesso.

Verrà confermata l’avvenuta spedizione del CD sostitutivo ai negozi attraverso post sulle pagine ufficiali di Mina, Minafanclub e Mina EMI su Facebook.

Per qualsiasi dubbio o chiarimento è a disposizione la casella di posta elettronica info.italy@emimusic.com

A tutti coloro che hanno acquistato online verrà recapitato il CD sostitutivo direttamente presso il proprio indirizzo: si prega in questo caso di inviare una mail all’indirizzo di posta elettronica info.italy@emimusic.com specificando in quale store online è avvenuto l’acquisto e qual è il nominativo della persona che ha acquistato il box.

Pubblicato: 12 anni ago

Una serata insieme a te

COMUNICATO EMI MUSIC  / 3 aprile 2012

A seguito dei problemi riscontrati riguardanti l’audio del CD della nuova versione dell’album “Dalla Bussola”, EMI Music si scusa per quanto accaduto e provvederà a far recapitare nei punti vendita le nuove buste con CD con audio corretto entro due settimane circa.
Verrà comunque confermata l’avvenuta spedizione attraverso post sulle pagine ufficiali di Mina, Minafanclub e Mina EMI su Facebook. A disposizione per ulteriori dettagli la casella di posta elettronica info.italy@emimusic.com

“Venticinque serate di tutto esaurito, con la gente che si arrampicava sulle pareti della Bussola. . Il virgolettato è naturalmente del Maestro Gianni Ferrio che, nell’intervista che ci concesse per la fanzine numero 63, ricordò così il “suo” Live ’72 con Mina, sottolineando però che la parte più divertente di quella straordinaria avventura erano stati i quindici giorni di prove – giusto il tempo di mettere la big band nelle condizioni di suonare facendo a meno del direttore sul palco – fatti all’International Recording Grazie al Cielo, di quella irripetibile stagione di trionfi possiamo continuare a goderci la preziosa registrazione audio-video dell’ultimo concerto del 16 settembre 1972 oggi riproposto nello splendore della special edition cd+dvd di Dalla Bussola (con diversi scatti inediti di Paolo Gianbarberis nel ghiotto libretto di 24 pagine curato per l’occasione da Mauro Balletti). Ma chissà quante altre meraviglie avremmo potuto perlomeno ascoltare se i tecnici Nuccio Rinaldis, Piero Masini e Alba Ferrio avessero per magia immortalato su nastro anche le rimanenti 24 serate in cui la scaletta dei brani non era mai la stessa. “Il fatto che nessun concerto di Mina fosse mai uguale a un altro – è sempre Ferrio a parlare – rendeva ancora più unico e speciale ogni suo nuovo appuntamento con il pubblico. E così, tra una Someday e una E penso a te, poteva capitarti a sorpresa una Body and Soul da brivido. O altre perle come St.Louis Blues, Spinning Wheel, In The Sunny Side Of  The  Street, You Go To My Head…”. 

Pubblicato: 12 anni ago

E tu vai in onda insieme a lei

Preannunciati come imminenti già ai tempi del lancio nelle edicole, nell’autunno 2008, della collana di DVD Gli anni RAI, i CD antologici dedicati al meglio della Mina radiofonica – e dei mitici Gran varietà in particolare – parrebbero destinati a vedere finalmente la luce entro la fine di quest’anno. In vista di un evento così importante, noi del fan club non potevamo non rimettere mano ad un progetto – quello di un dossier storiografico su Mina e la radio – troppo a lungo lasciato in stand by in attesa di dati più completi. E proprio al fine di rendere questa nostra ricerca il più possibile esauriente e affidabile, invitiamo tutti i nostri lettoriin primis gli appassionati “storici” che delle gesta mazziniane d’antàn sono stati testimoni in tempo reale – a segnalarci sull’argomento tutte le notizie, le date precise, le segnalazioni eventualmente in loro possesso. Inutile dire che questo specialone sulla radio sarà il piatto forte di una ricchissima fanzine estiva il cui sommario, nelle nostre prime intenzioni imperniato quasi monograficamente sulla figura e sulla musica di Bruno Canfora (ma l’omaggio al grande Maestro è solo rinviato di un paio di numeri), riserverà comunque altre ghiotte sorprese, a cominciare da un grande servizio di Antonio Bianchi dedicato ai 40 anni di un capolavoro assoluto della discografia di Mina: 5043.

Pubblicato: 12 anni ago

E queste lune di marzo…

Marzo 1962 – Pochi giorni prima del suo compleanno, Mina è volata a Roma per registrare le versioni in italiano, francese, tedesco e inglese della canzone a ritmo di twist che farà da colonna sonora al film L’eclisse di Michelangelo Antonioni (che, sotto lo pseudonimo di Ammonio, ne ha firmato anche il testo su musica del Maestro Antonio Fusco). L’incisione del brano si rivela molto laboriosa e richiede la bellezza di sei ore, durante le quali Mina è affiancata, oltre che dal regista, anche dalla protagonista femminile del film, Monica Vitti. Che per l’occasione ha portato con sé un pupazzo portafortuna e una collanina da regalare alla sua “quasi” 22enne amica cremonese…

Marzo 1972 – Mentre per buona parte dei suoi colleghi riuscire a piazzare una canzone in Hit Parade è una scommessa sempre più ardua, la Diva di Teatro 10 è assillata dal problema contrario: “Due mesi fa ero in classifica con Uomo – confessa a Roberto Buttafava in un’intervista pubblicata sul numero di Annabella del 25 marzo 1972 – e potevo restarci per parecchie settimane ancora. Invece, pubblicando l’ultimo 33 giri, è accaduto che i d.j. radiofonici si sono entusiasmati a tal punto per Grande grande grande da trasmetterla in continuazione alla radio provocando le richieste del pezzo in migliaia di negozi di dischi e costringendomi a inciderlo subito su 45 giri. Risultato: si sono bloccate le vendite di Uomo e sono cominciate quelle di Grande grande grande. E adesso che questa canzone è in Hit Parade, si ripete la stessa storia: il pubblico ha sentito Parole parole a Teatro 10 e lo richiede intensamente. E io che lo volevo lanciarlo tra due mesi sono stata obbligata a metterlo già in questi giorni sul mercato…”.

Marzo 1982 – La primavera è ormai arrivata ma i lavori di allestimento della nuova sala di registrazione di Mina in zona Pozzallo a Lugano sono ancora in alto mare, costringendo la cantante a ritardare l’inizio delle incisioni del consueto doppio autunnale. Tanto che anche il tradizionale appuntamento col 45 giri estivo sembra destinato a slittare al mese di settembre

Marzo 1992 – Mentre Raitre, qualche giorno dopo il suo 52° compleanno, la omaggia in prima serata con uno special condotto da Arnaldo Bagnasco (Aspettando… Mina, ospiti Bernardini, Limiti, De Vita e Dallara) e il magazine settimanale del Corriere della sera la celebra – nel numero del 28 marzo 1992 – con uno spettacolare servizio fotografico in cui la figlia Benedetta appare, in una sorta di gioco al confronto parallelo, accanto ad alcuni suoi splendidi scatti d’antàn, Mina è già alacremente impegnata in sala per il nuovo doppio album, “che – si legge nella fanzine numero 35 – se resterà immutato nella formula ‘parte vecchia/parte nuova”, stavolta si preannuncia particolarmente innovativo per quanto riguarda la ricerca di sonorità insolite”.

Marzo 2002 – A ormai quasi tre anni dall’uscita di Olio – dopo la raccolta di canti sacri, la fragorosa parentesi del video-exploit In studio e la monografia dedicata a Modugno – Mina è finalmente in procinto di incidere un album di brani inediti. Ma pare che la ricerca di nuove e belle canzoni – stavolta concentrata su alcuni tra i più togati esponenti del cantautorato italiano – non le sia mai costata tanta fatica come questa volta: il via ufficiale alle registrazioni è previsto per i primi di maggio, ma – quando ormai siamo alla fine di marzo – la scaletta è in buona parte ancora da decidere…

Marzo 2012 – Quello di scorribandare nel passato di Mina è un divertimento – un po’ pedante e impiccione, ammettiamolo – tipico di noi fans. Lei, al contrario, preferisce guardare avanti. Non a caso, anche quest’anno, il giorno del suo compleanno sarà per lei un normalissimo giorno di lavoro come tutti gli altri. “Mina ha una voglia matta di tornare in sala d’incisione”, è la frase più ricorrente che ci è capitato di sentire in questi giorni dalle persone più vicine a lei. Al momento non sappiamo esattamente dirvi che cosa stia bollendo in pentola – il pluriannunciato album acustico di standard italiani e stranieri? Un’altra raccolta di brani inediti dopo il tris fatato FacileCaramellaPiccolino? Un terzo progetto a sorpresa? – e francamente non ci sembra nemmeno così importante scoprirlo: a noi basta e avanza saperla serena, in smagliante forma vocale e più che mai desiderosa di regalarci nuove emozioni.

Tanti auguri, Mina!

 

Pubblicato: 12 anni ago

E sai colorare giorni pallidi…

Compagna di viaggio, certo. E poi Matrioska, Questa canzone, Fuori città, Brucio di te. Per non parlare di E così sia, Ainda Bem, Canzone maledetta, Armoniche convergenze, Only this song. E (quasi) tutte le altre. Ma se c’è una meraviglia del prodigioso Piccolino che non ci stancheremmo mai di riascoltare e di ricoprire di elogi, beh, quella è L’uomo dell’autunno. Uno dei primi e più autorevoli estimatori del brano era stato, sulle pagine del Quotidiano Nazionale, Marco Mangiarotti: “L’asso nella manica dell’album è L’uomo dell’autunno di Fulcheri e Fabrizio, magistralmente arrangiato per orchestra da Gianni Ferrio, il nostro Johnny Mandel (quello di The Shadow Of Your Smile). Un tema da album Capitol, in vinile, quando dirigeva Nelson Riddle, ma forse Gianni è più bravo. O la prima Barbra Streisand a Broadway. Un lampo di meravigliosa eleganza, nel buio…”. “Un emblema di maestosità melodica – gli ha fatto eco Antonio Bianchi sulla nostra fanzine – come tanti gioielli di Mina quasi Jannacci. Molto ‘cantata’, cesellata, scolpita tra piano e forte. Ma, in più, c’è una patina di cedevolezza nel velluto timbrico, solcato da una patina di ‘fallibilità umana’ che la Mina del 1977, imbrigliata ad un più levigato belcantismo, non sapeva ancora evocare”. Lo stesso Maurizio Fabrizio, svelandoci – sempre in quest’ultimo numero, nel suo articolo A che servono le dee – i retroscena della canzone, ha ammesso con orgoglio di aver provato, al primo ascolto de L’uomo dell’autunno, “un’emozione paragonabile per intensità a poche altre vissute nel corso della mia carriera”. E ha quindi aggiunto: “Sono rimasto estasiato dall’interpretazione di Mina e dallo straordinario arrangiamento di Ferrio. Certi momenti sono i più belli in assoluto per un autore, ma di rado capita – come è successo in questo caso e anche quando mi trovai per la prima volta di fronte alla bellezza senza fine del canto di Mina in Tutti gli zeri del mondo – che il risultato finale superi ampiamente le aspettative. L’idea iniziale de L’uomo dell’autunno era nata sulle macerie di una vecchia idea che ho rimodellato piano piano come una vecchia scultura. A lavoro ultimato, Giuseppe Fulcheri – autore principalmente cinematografico prestato alle canzoni – ha scritto questo testo delizioso che mi è piaciuto subito già solo per il titolo (io sono un patito dei titoli). Abbiamo inviato il pezzo a Mina e, qualche tempo dopo, abbiamo avuto la grande gioia di apprendere da Massimiliano Pani che sua madre l’avrebbe inciso e che Ferrio l’avrebbe arrangiato: che cosa volere di più?”.