Questi strani appuntamenti...

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"Mina-Ornella, le regine della canzone per la prima volta insieme": la clamorosa rivelazione, "strillata" in prima pagina l'altroieri su Repubblica, ha colto tutti noi di sorpresa come il risveglio improvviso di un vulcano che si credeva spento per sempre. Già, perché ormai avevamo davvero perso le speranze che questo connubio troppe volte vagheggiato potesse mai concretizzarsi. Ma è prerogativa delle grandi primedonne riuscire a spiazzare sempre e comunque il pubblico con mosse inaspettate. Tutto è nato dal progetto discografico con cui la Vanoni si appresta a festeggiare (pure lei!) i suoi 50 anni di carriera: un album prodotto da Celso Valli in cui l'ex-cantante della Mala rivisiterà i suoi grandi successi in duetto con alcuni big più o meno eccellenti della canzone italiana, dall'inseparabile Paoli a Dalla, da Morandi alla Mannoia (ma anche Jovanotti, Baglioni, la Consoli ed altri ancora). Della partita non poteva non far parte anche Mina, che ha accettato con gioia la proposta (giuntale tramite l'eccelso Valli), di intervenire nel disco. "L'unica cosa - ha precisato Massimiliano nel confermare la notizia agli autori dello "scoop" Gino Castaldo e Rory Cappelli - è che a mia madre non sembrerebbe giusto realizzare il duetto su un pezzo classico, vogliamo un brano inedito e bisogna trovare una cosa forte, altrimenti non ha alcun senso, questa è l'unica condizione che abbiamo posto". "Abbiamo già alcuni pezzi che potrebbero andar bene", ha aggiunto dal canto suo un'entusiasta Ornella, lasciando intendere che il momento dello storico incontro potrebbe essere molto vicino. E non è un caso che tutto ciò avvenga mentre anche Mina, ormai prossima al rinnovo contrattuale con la Sony, sta per realizzare un nuovo album di inediti per il quale sarebbero già sicuri quattro o cinque pezzi-bomba. L'unico impedimento all'inizio dei lavori è qualche problemuccio di ordine idraulico che ancora non consente la piena agibilità dei nuovi studi GSU in via Ciani a Lugano e che potrebbe far slittare a dopo l'estate il completamento delle incisioni. Fortunatamente è già pronto, dopo l'aggiunta in extremis di due brani ai 12 inizialmente registrati, l'altro progetto mazziniano in previsione per ottobre: quello di arie classiche già definito da chi avuto la fortuna di ascoltarlo "il più bell'album di Mina di sempre". E poi rimangono in piedi gli altri progetti autunnali: la serie di 10 dvd MinaRAI in autunno nelle edicole con il gruppo Repubblica-L'Espresso, la mostra celebrativa romana (nonostante qualche intoppo organizzativo dovuto al recente ribaltone politico ai vertici del Campidoglio) e il relativo librone-catalogo curato da Mauro Balletti, più altre sorprese su cui è prudente, per ora, osservare il più scrupoloso riserbo...

I cinquant'anni di carriera di Mina non sono ancora ufficialmente scattati e già fatichiamo a tenere il conto delle multiformi celebrazioni in suo onore in ogni parte d'Italia. Eccone un rapido promemoria:
- La Proloco di Pizzighettone (CR) propone nei giorni 27, 28 e 29 giugno la mostra
Dedicato a Mina - 50 anni di emozioni curata dal nostro socio-collezionista Camillo Francischelli.   Il tutto arricchito - la sera di venerdì 27 - da una serata di spettacolo, dal titolo Viva Lei, con la partecipazione dell'ex-Happy Boy Renzo Donzelli, degli autori del libro Mina prima di Mina Tato Crotti e Giovanni Bassi e della cantante Elena Ravelli.
- La stessa Elena Ravelli si esibirà il 12 luglio prossimo in Piazza San Marco a Venezia, mentre sono già disponibili, presso il sito
www.vivaticket.it, i biglietti per la Prima nazionale dello spettacolo 50 volte Mina in programma a Cremona il 6 settembre. Intanto, l'omonimo CD sarà disponibile in allegato alla rivista Libertà di Piacenza di questa settimana (www.liberta.it)...
- Altra mostra celebrativa è
MINA: 50 anni di carriera rivisti da Bruno Sabbioni, in cui il nostro storico socio propone una serie di personalissime rielaborazioni di immagini della Tigre. Dal 18 al 28 luglio presso la Sala di Città 84/84 di San Lazzaro di Savena (BO). 
- Anche per
Luciano Tallarini è tempo di anniversari: giovedì 3 luglio alle h.19,30 alla Galleria 18 di via Felice Casati a Bologna il grande art director presenterà alla stampa il libro-catalogo celebrativo dei suoi primi trent'anni di successo nel campo della grafica musicale. Il volume, contenente ovviamente molte immagini minose, fa da ghiotto antipasto alla mostra tallariniana in programma nella stessa sala il prossimo settembre. Nel corso della serata interverranno alcuni testimoni d'eccezione della carriera di Talla, da Platinette a Gherardo Gentili.
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Stasera io qui... trent'anni dopo

Sabato 24 giugno 1978, dopo sei anni di lontananza dalle ribalte dal vivo, Mina tornava a cantare in pubblico a Bussoladomani. La nostra pasionaria Rina Gagliardi di "Liberazione" ha ricordato così, sulle pagine della fanzine numero 63, le emozioni che provò da spettatrice del mitico evento:

Di che cosa si occupa la musica, se non di fermare il Tempo? Ascoltavo (per la millesima volta) il
Live 78 e non potevo non essere lì, in quella serata d'estate di trent'anni fa, in mezzo ad una folla ubriaca, come me. C'ero davvero, come i soldati che parteciparono alla battaglia di Hazincourt, con Enrico V, quelli che poi, per il resto dei loro giorni, avrebbero potuto dire che loro erano lì, il giorno di San Crispino, e continuare a celebrarlo, a pretendere l'invidia di tutti quelli che, invece, non c'erano. 
Ed ecco che il Tempo, di colpo, si mette a scorrere all'indietro. Ma non nel senso banale, ovvio, del ricordo: è un fatto del tutto diverso, una ri-produzione perfetta, dal punto di vista contestuale, emozionale, corporeo. Solo un po' sfuocata, certo - non c'è hi-fi che tenga (il mio è pur un apparecchio eccellente) - rispetto alla voce di Mina, questa sera che ha un cielo stellato, limpidissimo e kantiano, sopra di sé. 
Il bello è che, già questa sera, il nastro del Tempo viene srotolato a nostro collettivo piacimento: salutiamo gli anni Settanta, che finiscono ingloriosamente (anzi, sono già abbondantemente finiti con l'assassinio di Moro), ma vibrano di toni nostalgici. di rimpianti, di sogni perduti. i si bemolli di acuti della sua voce - che si arrampica sulle altezze di Margherita, scende al porno de L'importante è finire, trova la lacrima nella voce, carusiana, nel jazz, nel blues, nel melodramma degli emigranti napoletani - ti colpiscono là, sulla nuca, dove ci dev'essere un punto speciale, sul cervelletto, nello stomaco. C'è persino, guarda un po', una canzone che parla di follia, di sofferenza psichica, di segregazione manicomiale. "Non so che male posso fare, se sogno solo di volare / io non capisco i miei guardiani perché mi legano le mani...". Lo sa, Mina, che sta inneggiando a Basaglia  e alla legge 180? No, forse non lo sa, ma non è questo che conta: in realtà, come Lucia di Lammermoor, come il paladino Orlando, come la estraniata Maria di Wozzeck, sta cantando una nuova, piccola "aria della pazzia". 
Il cerchio si chiude, pardon, il nastro si riavvolge completamente. La sera, quella sera, può ricominciare tutte le volte che abbiamo voglia di avere davvero trent'anni di meno....

P.S. A proposito di ricorrenze, tanti auguri al piccolo
Edoardo Pani che compie proprio oggi 4 anni!
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La chiamano Mina

"Grande Vasco!", ha esclamato Mina nell'ultimo numero di Vanity Fair, dopo aver preso a prestito alcuni celebri versi del cantautore di Zocca ("...anche se questa vita un senso non ce l'ha") in risposta ad una delle sue tante lettrici affette da spleen esistenziale. Manco a dirlo, la fuggevole citazione-omaggio ha subito scatenato l'immaginazione degli aficionados del nostro blog su un possibile sodalizio artistico tra i due Mostri Sacri. Di un MinacantaBlasco, in verità, si favoleggia con insistenza sin dai tempi di Vita spericolata che si dice lei fosse sul punto di incidere intorno alla metà degli anni Ottanta, ma finora - se si escludono la bella Va bene va bene così ripresa in Canarino Mannaro e un misterioso pezzo firmato Rossi-Curreri escluso in extremis da Veleno - i due mondi hanno continuato a sfiorarsi senza mai approdare ad un incontro concreto. Su Youtube, in compenso, circola da tempo il provino di una canzone inedita, Donna particolare, che Vasco ha composto qualche lustro fa dedicandola espressamente alla Tigre e ai perché del suo ritiro dalle scene. Eccone alcuni versi:
"Sono una signora di una certa età / e sono andata per tanti anni in Svizzera". 
Beh, certo, una signora un po' particolare / Lei è una star internazionale!
Lei dice Mina... dice Mina e vuole che le racconti anche il resto?
"No, grazie, questo non interessa alla massa".
Ok, sì, vabbe'... certo, sì, una vita particolare
Prima tutta musica e poi... casa!".
Non è la prima volta che il nome di Mina fa capolino nel testo di una canzone. Ricordate
Angeli, lanciata nel 1981 da Lucio Dalla e Bruno Lauzi? Nel brano - un affresco un po' impietoso della città di Lugano - si parlava tra l'altro di un pizzaiolo di Messina, giunto da poco nel capoluogo ticinese, il cui solo svago era quello di andare a vedere "con la moto dove abita la Mina". 
Molto più irriverente 
Ogni tetta... due milioni, datatissimo brano di protesta inciso nel '72 dal cantastorie Sergio Trincale (presenza storica di Piazza del Duomo a Milano), che polemizzava sul cachet percepito dalla Signora per le sue mitiche esibizioni alla Bussola, tra gli applausi di quegli stessi "padroni"  che negavano diecimila lire di aumento agli operai delle loro "fabbrichètte". E in chiusura della sua invettiva, Trincale - non senza aver precedentemente lodato le virtù artistiche e fisiche della cantante ("grande artista e gran bella donna") -  rivolgeva agli affamatori del popolo la terribile minaccia: "Vi farò due occhi neri / grandi come i seni della Mina!". Mai lotta di classe si avvalse di licenze poetiche così poco galanti. 
Più garbata la citazione - "
Quasi quasi metto Mina / senti come canta qui" - contenuta in E' una buona idea di Rettore nel suo album Rettoressa del 1988, così come grondano di devota ammirazione i versi "Voglio cantare più intonato di Mina" che Jovanotti infilò nell'elenco dei suoi sogni (impossibili) nella rappeggiante Voglio di più del '94. Senza dimenticare quel delirio camp con arrangiamento anni Sessanta e coretti du-àp du-àp intitolato Mi chiamano Mina (ma il mio nome è Aldo) che l'ineffabile Aldo Busi inserì nel suo album Pazza del 1990. Che dire, poi, del gruppo rap-reggaiolo antiproibizionista dei Sanguemisto che, nella loro La porra del '94, inneggiavano agli effetti dello sballo con versi come: "La mista è ben farcita io la faccio su / manco fossi Mina vedo Mille bolle blu"). In Aspettando il 2000 di un lucido e disincantato Luca Barbarossa, la Mazzini diventava nientemeno che simbolo delle illusioni perdute della giovinezza, quando "eravamo convinti che Rivera fosse Dio e che quello di Mina non fosse un addio". 
L'elenco potrebbe continuare con la prima versione, poi riaggiornata con i nomi di nuovi idoli più a portata di video, della sigla di
Superclassifica Show ("Mina la Carrà e Lucio Battisti / qui da me con corron rischi") e con le varie composizioni strumentali  a lei intitolate da parte di jazzisti come Gianni Bedori e Renato Sellani, senza dimenticare quel ruspante Dedicato a Mina a tempo di mazurka firmato Secondo Casadei. E a voi - tralasciando naturalmente le mille esibizioni televisive in cui era lei stessa ad autocitarsi con ironia, come ad esempio in Superaugurissimo di Mina per Natale - vengono in mente altri esempi? 
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